La mia ricerca esplora il mondo della fragilità, della disgregazione, dei crolli. E’ un viaggio attraverso immagini appartenenti al mondo architettonico, artistico, storico, naturale. Il percorso è costituito da quattro momenti fondamentali e progressivi: segni di cedimento, attimi di sospensione, crolli, tracce della memoria. L’indagine inizia con dei “segni” grafici, pittorici, materici. Sono linee, fessurazioni, tagli, crepe: i primi campanelli d’allarme di un cedimento in atto. Il racconto procede con immagini in cui, soggetti diversi tra loro, si trovano in situazioni sospese: è l’attimo prima della caduta. Essi rimangono immobili ancora per pochi istanti o per tutta la vita. Poi il crollo avviene e si manifesta in vari ambiti e modalità. Si susseguono crolli naturali, storici, artistici; crolli rivelatori, architettonici, quotidiani, crolli umani, infine crolli e rovine. Questi ultimi conducono all’ultima parte della ricerca: cosa rimane dopo un crollo? Violenza e devastazione, cicatrici, tracce impercettibili, ricordi e macerie, visioni e ricostruzioni, solchi indelebili su cui immaginare un nuovo cammino. Le ultime immagini rappresentano l’Aquila e le tracce che il terremoto ha lasciato per le vie della città. Queste tracce introducono direttamente ad uno dei quattro progetti da me elaborati. I progetti vogliono essere dei monumenti per la memoria ed il ricordo del terremoto che ha colpito l’Aquila e allo stesso tempo vogliono rappresentare un nuovo inizio, una nuova funzione sociale e collettiva. In ognuna delle quattro idee infatti si nasconde una nota densa di ottimismo e speranza.
Nel cader non v'è logica ? : nuovi equilibri tra crolli e visioni
GASPAROTTO, FLAVIA
2009/2010
Abstract
La mia ricerca esplora il mondo della fragilità, della disgregazione, dei crolli. E’ un viaggio attraverso immagini appartenenti al mondo architettonico, artistico, storico, naturale. Il percorso è costituito da quattro momenti fondamentali e progressivi: segni di cedimento, attimi di sospensione, crolli, tracce della memoria. L’indagine inizia con dei “segni” grafici, pittorici, materici. Sono linee, fessurazioni, tagli, crepe: i primi campanelli d’allarme di un cedimento in atto. Il racconto procede con immagini in cui, soggetti diversi tra loro, si trovano in situazioni sospese: è l’attimo prima della caduta. Essi rimangono immobili ancora per pochi istanti o per tutta la vita. Poi il crollo avviene e si manifesta in vari ambiti e modalità. Si susseguono crolli naturali, storici, artistici; crolli rivelatori, architettonici, quotidiani, crolli umani, infine crolli e rovine. Questi ultimi conducono all’ultima parte della ricerca: cosa rimane dopo un crollo? Violenza e devastazione, cicatrici, tracce impercettibili, ricordi e macerie, visioni e ricostruzioni, solchi indelebili su cui immaginare un nuovo cammino. Le ultime immagini rappresentano l’Aquila e le tracce che il terremoto ha lasciato per le vie della città. Queste tracce introducono direttamente ad uno dei quattro progetti da me elaborati. I progetti vogliono essere dei monumenti per la memoria ed il ricordo del terremoto che ha colpito l’Aquila e allo stesso tempo vogliono rappresentare un nuovo inizio, una nuova funzione sociale e collettiva. In ognuna delle quattro idee infatti si nasconde una nota densa di ottimismo e speranza.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/18801