Despite a vast set of rules and regulations concerning architecture for disabled people, the built environment still lacks functionality and accessibility. Architecture is often not suitable for handicapped people, whether the impairments are permanent or temporary. Building regulations focus mainly on wheelchair users as a stereotype disabled person while disregarding other limiting factors to other fringe groups. The variety of impairments being immense and architecture needing to be useable or adaptable to the needs of every person, more suitable guidelines than strict and non-flexible building regulations are necessary. Today’s state of the art in accessible design is called Inclusive Design. In contrast to other regulations for disabled people, Inclusive Design doesn’t give a set of rules, but principles for orientation. The thesis will explain that ID is not a new idea, but is a logical consequence deriving from the history of design for disabled people. Furthermore the application of ID in different European countries will be shown. This paper will counteract the prejudice that non-functional architecture is often built due to financial reasons (e.g. there is no budget for additional technical gear) or because the architect didn’t focus enough accessibility matters. It demonstrates that it is possible to create an accessible built environment at no extra cost through the application of the ID principles. Furthermore it breaks down the process of building design and examines the limits and power of all stakeholders to a project. It emphasizes that every person, not exclusively the architect makes a big difference to a building project. To explain how ID can be implemented in reality, several building projects are discussed at different scales and with focus of a different group of participants: urban planners, developers, architects and designer. A fictive project was designed on the base of the ID principles to demonstrate in detail the implementation of ID principles in a great context.

Per quanto esista un vasto numero di norme e regolamenti relativi all'architettura per persone disabili, lo spazio edificato manca ancora di funzionalità e accessibilità. Spesso l'architettura non è adatta a persone con disabilità, siano queste temporanee o permanenti. Le norme in materia di costruzione si concentrano principalmente su persone in sedia a rotelle come stereotipo del disabile, trascurando handicap di altri gruppi marginali. Dal momento che la gamma delle disabilità è molto ampia e l'architettura necessita di essere accessibile o adattabile ai bisogni di ogni persona, si rendono necessarie linee guida più adeguate piuttosto che regolamenti edilizi troppo rigidi. A oggi lo stato dell'arte in materia di design accessibile viene chiamato Inclusive Design. A differenza di altre normative per persone disabili, l'Inclusive Design non fornisce un insieme di regole, bensì dei principi orientativi. Questa tesi dimostrerà come l'ID non sia un'idea originale ma la logica conseguenza della storia del design per persone disabili. Verrà inoltre trattata l'applicazione dell'ID in diversi paesi europei. Questo lavoro vuole smentire il pregiudizio per cui dietro un'architettura non funzionale ci siano spesso ragioni di tipo economico (ad esempio, carenza di fondi per attrezzatura tecnica supplementare) o una carente attenzione da parte dell'architetto al tema dell'accessibilità. Si dimostrerà come sia possibile creare uno spazio edificato accessibile senza costi aggiuntivi mediante l'applicazione dei principi dell'ID. Inoltre si analizzerà in dettaglio il processo del design costruttivo esaminando i limiti e i poteri di coloro che partecipano al progetto. Si evidenzierà quanto il contributo di ogni singolo individuo, e non esclusivamente dell'architetto, possa fare la differenza in un progetto edilizio. Per dimostrare come l'ID possa trovare applicazione pratica, discuteremo alcuni progetti edilizi a differenti livelli focalizzandoci sui diversi gruppi di partecipanti: pianificatori urbani, sviluppatori, architetti e designer. É stato studiato un progetto fittizio basato sui principi dell'ID per dimostrarne nei dettagli l'applicazione in un ampio contesto.

Inclusive design. Architecture for everyone

KLUGER, ASTRID
2010/2011

Abstract

Despite a vast set of rules and regulations concerning architecture for disabled people, the built environment still lacks functionality and accessibility. Architecture is often not suitable for handicapped people, whether the impairments are permanent or temporary. Building regulations focus mainly on wheelchair users as a stereotype disabled person while disregarding other limiting factors to other fringe groups. The variety of impairments being immense and architecture needing to be useable or adaptable to the needs of every person, more suitable guidelines than strict and non-flexible building regulations are necessary. Today’s state of the art in accessible design is called Inclusive Design. In contrast to other regulations for disabled people, Inclusive Design doesn’t give a set of rules, but principles for orientation. The thesis will explain that ID is not a new idea, but is a logical consequence deriving from the history of design for disabled people. Furthermore the application of ID in different European countries will be shown. This paper will counteract the prejudice that non-functional architecture is often built due to financial reasons (e.g. there is no budget for additional technical gear) or because the architect didn’t focus enough accessibility matters. It demonstrates that it is possible to create an accessible built environment at no extra cost through the application of the ID principles. Furthermore it breaks down the process of building design and examines the limits and power of all stakeholders to a project. It emphasizes that every person, not exclusively the architect makes a big difference to a building project. To explain how ID can be implemented in reality, several building projects are discussed at different scales and with focus of a different group of participants: urban planners, developers, architects and designer. A fictive project was designed on the base of the ID principles to demonstrate in detail the implementation of ID principles in a great context.
TRUPPI, TOMMASO
ARC I - Facolta' di Architettura e Società
1-apr-2011
2010/2011
Per quanto esista un vasto numero di norme e regolamenti relativi all'architettura per persone disabili, lo spazio edificato manca ancora di funzionalità e accessibilità. Spesso l'architettura non è adatta a persone con disabilità, siano queste temporanee o permanenti. Le norme in materia di costruzione si concentrano principalmente su persone in sedia a rotelle come stereotipo del disabile, trascurando handicap di altri gruppi marginali. Dal momento che la gamma delle disabilità è molto ampia e l'architettura necessita di essere accessibile o adattabile ai bisogni di ogni persona, si rendono necessarie linee guida più adeguate piuttosto che regolamenti edilizi troppo rigidi. A oggi lo stato dell'arte in materia di design accessibile viene chiamato Inclusive Design. A differenza di altre normative per persone disabili, l'Inclusive Design non fornisce un insieme di regole, bensì dei principi orientativi. Questa tesi dimostrerà come l'ID non sia un'idea originale ma la logica conseguenza della storia del design per persone disabili. Verrà inoltre trattata l'applicazione dell'ID in diversi paesi europei. Questo lavoro vuole smentire il pregiudizio per cui dietro un'architettura non funzionale ci siano spesso ragioni di tipo economico (ad esempio, carenza di fondi per attrezzatura tecnica supplementare) o una carente attenzione da parte dell'architetto al tema dell'accessibilità. Si dimostrerà come sia possibile creare uno spazio edificato accessibile senza costi aggiuntivi mediante l'applicazione dei principi dell'ID. Inoltre si analizzerà in dettaglio il processo del design costruttivo esaminando i limiti e i poteri di coloro che partecipano al progetto. Si evidenzierà quanto il contributo di ogni singolo individuo, e non esclusivamente dell'architetto, possa fare la differenza in un progetto edilizio. Per dimostrare come l'ID possa trovare applicazione pratica, discuteremo alcuni progetti edilizi a differenti livelli focalizzandoci sui diversi gruppi di partecipanti: pianificatori urbani, sviluppatori, architetti e designer. É stato studiato un progetto fittizio basato sui principi dell'ID per dimostrarne nei dettagli l'applicazione in un ampio contesto.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/19143