L’ipotesi progettuale trae spunto dal lavoro svolto nel corso del laboratorio di Progettazione dell’Architettura 1 e in particolar modo dallo studio e l’analisi effettuate sull’accessibilità al capoluogo Lombardo. Riprendendo un’idea degli anni ’60 proposta da d’Angiolini, si pensava di situare nell’area di Melegnano uno scalo intermodale che crei la possibilità di scambio intermodale acqua-gomma, gomma-ferro e la possibilità di avere eventualmente uno scambio acqua-ferro. La scelta di creare un accostamento fisico tra acqua e ferro è stata determinante e generatrice dell’ impianto progettuale in quanto ha posto dei vincoli funzionali che si sono poi rivelati occasioni di sviluppare il progetto con l’ utilizzo di tipologie adatte alla necessità di “scavalcare” il canale navigabile per portare le merci nell’ area di stoccaggio. La stessa scelta ha portato alla definizione di un tracciato del canale che va a modificare il centro di Melegnano creando un nuovo paesaggio urbano Per rafforzare ulteriormente l’ipotesi progettuale, si pensava di situare all’interno dello scalo la nuova sede dell’ortomercato di Milano, che a causa di gravi mancanze sanitarie, logistiche e funzionali necessita di nuova ubicazione. In questo caso la collocazione nell’area di Melegnano risulta agevole per tutti quei traffici che come si diceva precedentemente non insistono su Milano, e altrettanto agevole per quelli che poi entrano in città grazie ai collegamenti sopracitati. La nuova sede verrebbe inserita in un quadro logistico più ampio, che secondo quanto riportato recentemente dalle cronache, vedrebbe l’ortomercato di Milano frammentato in più poli a servizio del vicinato urbano, che nell’ipotesi progettuale, sarebbero disposti negli scali morti per riqualificarli, e avere come sede di riferimento più ampia, quella di Melegnano.
Un nuovo ruolo di Milano per la città policentrica lombarda : Melegnano - scalo intermodale - ortomercato
FAILLA, ANDREA
2009/2010
Abstract
L’ipotesi progettuale trae spunto dal lavoro svolto nel corso del laboratorio di Progettazione dell’Architettura 1 e in particolar modo dallo studio e l’analisi effettuate sull’accessibilità al capoluogo Lombardo. Riprendendo un’idea degli anni ’60 proposta da d’Angiolini, si pensava di situare nell’area di Melegnano uno scalo intermodale che crei la possibilità di scambio intermodale acqua-gomma, gomma-ferro e la possibilità di avere eventualmente uno scambio acqua-ferro. La scelta di creare un accostamento fisico tra acqua e ferro è stata determinante e generatrice dell’ impianto progettuale in quanto ha posto dei vincoli funzionali che si sono poi rivelati occasioni di sviluppare il progetto con l’ utilizzo di tipologie adatte alla necessità di “scavalcare” il canale navigabile per portare le merci nell’ area di stoccaggio. La stessa scelta ha portato alla definizione di un tracciato del canale che va a modificare il centro di Melegnano creando un nuovo paesaggio urbano Per rafforzare ulteriormente l’ipotesi progettuale, si pensava di situare all’interno dello scalo la nuova sede dell’ortomercato di Milano, che a causa di gravi mancanze sanitarie, logistiche e funzionali necessita di nuova ubicazione. In questo caso la collocazione nell’area di Melegnano risulta agevole per tutti quei traffici che come si diceva precedentemente non insistono su Milano, e altrettanto agevole per quelli che poi entrano in città grazie ai collegamenti sopracitati. La nuova sede verrebbe inserita in un quadro logistico più ampio, che secondo quanto riportato recentemente dalle cronache, vedrebbe l’ortomercato di Milano frammentato in più poli a servizio del vicinato urbano, che nell’ipotesi progettuale, sarebbero disposti negli scali morti per riqualificarli, e avere come sede di riferimento più ampia, quella di Melegnano.File | Dimensione | Formato | |
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