The current study aims to investigate the prognostic value in heart failure (HF) patients of the V-index, a new metric that has recently been proposed as an ECG marker quantifying spatial heterogeneity of ventricular repolarization. The population taken into consideration is composed of 380 sinus rhythm HF patients enrolled in the GISSI-HF Holter substudy [82% males, age 65 ± 10 years, non-sustained ventricular tachycardia (NSVT) incidence 44%, New York Heart Association (NYHA) functional class III–IV 20%, left ventricular ejection fraction (LVEF) 33 ± 8%]. After a follow-up of 43.1 ± 13.2 months, 55 patients died of cardiovascular causes, mainly associated with worsening HF or sudden cardiac death. In comparison to non-survivor, survivors had a reduced daily median V-index value (median 29.65 ms [interquartile range (IQR) 22.51-37.42] vs. median 33.31 ms [IQR 25.68-46.02], Wilcoxon test, p = 0.04). In univariate Cox proportional-hazards analysis, a median V-index value greater than 40 ms was associated with an increased risk of mortality [hazard ratio (HR): 2.23, 95% confidence interval (CI) 1.28-3.87, p < 0.005], also confirmed when adjuster for age [HR: 2.03, 95% CI 1.17-3.53, p = 0.01]. V-index improved predictive performances, as quantified by the C-index, when added to clinical variables [age ≥ 70 years, serum creatinine ≥ 1.2mg/dL, LVEF, presence of NSVT]. The best model was obtained when combining the clinical model with a new signature [signature ≥ 15.25 ms, HR: 2.56, 95% CI 1.14-5.72, p = 0.02], derived from parameters obtained fitting the 24h V index data-points with a cosine function, obtaining a C-index of 0.78.

Il presente studio ha lo scopo di indagare le capacità prognostiche nei pazienti con insufficienza cardiaca del V-index, una nuova metrica che è stata recentemente proposta come marker ECG che quantifica l’eterogeneità spaziale della ripolarizzazione ventricolare. La popolazione presa in considerazione è composta da 380 pazienti con insufficienza cardiaca in ritmo sinusale arruolati nel sottostudio Holter del GISSI-HF [82% maschi, età 65 ± 10 anni, tachicardia ventricolare non sostenuta (NSVT) 44%, classe III-IV della New York Heart Association (NYHA) 20%, frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) 33 ± 8%]. Dopo un follow-up di 43.1 ± 13.2 mesi, 55 pazienti sono deceduti per cause cardiovascolari, principalmente associate al peggioramento dell’insufficienza cardiaca o alla morte cardiaca improvvisa. Rispetto ai partecipanti non sopravvissuti per cause cardiovascolari, i sopravvissuti presentano un minore valore mediano del V-index giornaliero (mediana 29.65 ms [range interquartile (IQR) 22.51 37.42] vs. mediana 33.31 ms [IQR 25.68-46.02], Wilcoxon test, p = 0.04). Nell’analisi univariata di Cox, un valore mediano del V-index superiore a 40 ms è associato a un aumento del rischio di mortalità [hazard ratio (HR): 2.23, intervallo di confidenza (IC) 95% 1.28-3.87, p < 0.005], così come quando combinato con l’età [HR: 2.03, IC 95% 1.17-3.53, p = 0.01]. Il V-index ha migliorato le performance predittive, come quantificato dal C-index, quando è stato aggiunto alle variabili cliniche [età ≥ 70 anni, creatinina ≥ 1,2 mg/dL, LVEF, presenza di NSVT]. Il modello migliore è stato ottenuto quando si è combinato il modello clinico con una nuova signature [signature ≥ 15.25 ms, HR: 2,56, IC 95% 1,14-5,72, p = 0, 02], derivata da parametri ottenuti fittando i valori dei V-index registrati nelle 24h con una funzione coseno, ottenendo un C-index di 0,78.

The prognostic value of V-index in cardiovascular mortality in heart failure patients

Di PALMA, LUCA
2021/2022

Abstract

The current study aims to investigate the prognostic value in heart failure (HF) patients of the V-index, a new metric that has recently been proposed as an ECG marker quantifying spatial heterogeneity of ventricular repolarization. The population taken into consideration is composed of 380 sinus rhythm HF patients enrolled in the GISSI-HF Holter substudy [82% males, age 65 ± 10 years, non-sustained ventricular tachycardia (NSVT) incidence 44%, New York Heart Association (NYHA) functional class III–IV 20%, left ventricular ejection fraction (LVEF) 33 ± 8%]. After a follow-up of 43.1 ± 13.2 months, 55 patients died of cardiovascular causes, mainly associated with worsening HF or sudden cardiac death. In comparison to non-survivor, survivors had a reduced daily median V-index value (median 29.65 ms [interquartile range (IQR) 22.51-37.42] vs. median 33.31 ms [IQR 25.68-46.02], Wilcoxon test, p = 0.04). In univariate Cox proportional-hazards analysis, a median V-index value greater than 40 ms was associated with an increased risk of mortality [hazard ratio (HR): 2.23, 95% confidence interval (CI) 1.28-3.87, p < 0.005], also confirmed when adjuster for age [HR: 2.03, 95% CI 1.17-3.53, p = 0.01]. V-index improved predictive performances, as quantified by the C-index, when added to clinical variables [age ≥ 70 years, serum creatinine ≥ 1.2mg/dL, LVEF, presence of NSVT]. The best model was obtained when combining the clinical model with a new signature [signature ≥ 15.25 ms, HR: 2.56, 95% CI 1.14-5.72, p = 0.02], derived from parameters obtained fitting the 24h V index data-points with a cosine function, obtaining a C-index of 0.78.
RIVOLTA, MASSIMO WALTER
RODRIGUEZ MATAS, JOSE FELIX
ING - Scuola di Ingegneria Industriale e dell'Informazione
20-dic-2022
2021/2022
Il presente studio ha lo scopo di indagare le capacità prognostiche nei pazienti con insufficienza cardiaca del V-index, una nuova metrica che è stata recentemente proposta come marker ECG che quantifica l’eterogeneità spaziale della ripolarizzazione ventricolare. La popolazione presa in considerazione è composta da 380 pazienti con insufficienza cardiaca in ritmo sinusale arruolati nel sottostudio Holter del GISSI-HF [82% maschi, età 65 ± 10 anni, tachicardia ventricolare non sostenuta (NSVT) 44%, classe III-IV della New York Heart Association (NYHA) 20%, frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) 33 ± 8%]. Dopo un follow-up di 43.1 ± 13.2 mesi, 55 pazienti sono deceduti per cause cardiovascolari, principalmente associate al peggioramento dell’insufficienza cardiaca o alla morte cardiaca improvvisa. Rispetto ai partecipanti non sopravvissuti per cause cardiovascolari, i sopravvissuti presentano un minore valore mediano del V-index giornaliero (mediana 29.65 ms [range interquartile (IQR) 22.51 37.42] vs. mediana 33.31 ms [IQR 25.68-46.02], Wilcoxon test, p = 0.04). Nell’analisi univariata di Cox, un valore mediano del V-index superiore a 40 ms è associato a un aumento del rischio di mortalità [hazard ratio (HR): 2.23, intervallo di confidenza (IC) 95% 1.28-3.87, p &lt; 0.005], così come quando combinato con l’età [HR: 2.03, IC 95% 1.17-3.53, p = 0.01]. Il V-index ha migliorato le performance predittive, come quantificato dal C-index, quando è stato aggiunto alle variabili cliniche [età ≥ 70 anni, creatinina ≥ 1,2 mg/dL, LVEF, presenza di NSVT]. Il modello migliore è stato ottenuto quando si è combinato il modello clinico con una nuova signature [signature ≥ 15.25 ms, HR: 2,56, IC 95% 1,14-5,72, p = 0, 02], derivata da parametri ottenuti fittando i valori dei V-index registrati nelle 24h con una funzione coseno, ottenendo un C-index di 0,78.
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