Quale eredità lascia un’Esposizione Universale, evento dalla portata internazionale e dal forte impatto nei processi di trasformazione urbana di una città? L’Expo, appuntamento organizzato periodicamente in un preciso luogo del mondo per scambiare idee e innovazioni tecnologiche tra le più differenti culture provenienti da ogni parte del pianeta, proprio per la sua natura di evento internazionale ha sempre richiesto l’uso di aree urbane piuttosto estese se confrontate ciascuna con la superficie della città ospitante. In particolare a partire da Siviglia ’92 le aree Expo sono sempre state scelte come occasione di riqualificazione di estese parti di città; tuttavia questo tentativo si è rivelato fallimentare nel tempo: questo perché l’Expo, nonostante la sua portata globale e una lunga fase di progettazione, è un evento temporaneo concentrato in pochi mesi di svolgimento. Il risultato di riqualificazione o espansione di una parte di città attraverso la costruzione di avveniristici padiglioni destinati ad ospitare i vari Paesi del mondo ha generato spazi urbani privi di una loro identità, difficilmente gestibili, se non addirittura dimenticati, dalle amministrazioni locali, trasformando così estese aree urbane in luna-park dell’architettura abbandonati e dalla presenza ingombrante. Anche il destino del dopo Expo di Hannover ha presentato un esito negativo in merito al tentativo di riqualificazione ed espansione di un’area di carattere commerciale. Il recinto Expo ha progressivamente perso la sua funzione divenendo un luogo privo di una propria identità; alcuni padiglioni sono stati dismessi lasciando ampi lotti inutilizzati; altri padiglioni sono stati abbandonati proprio per gli elevati costi di dismissione divenendo in un arco temporale di quasi 11 anni delle architetture fantasma, in progressiva fase di decadenza. Quale futuro per un’area così estesa e dimenticata? La risposta è presente nel luogo stesso: i vuoti urbani che si sono generati nel tempo, vengono occupati da un paesaggio che diviene l’infrastruttura principale per la riqualificazione di queste aree. I padiglioni abbandonati sono ripensati per una strategia di riutilizzo temporaneo, le aree vuote in stretto rapporto con essi danno luogo ad un parco tematico; le aree inutilizzate circostanti destinate a parcheggi a raso vengono riforestate integrandosi nello scenario della cintura verde di Hannover.

Scenari futuri per l'area Expo di Hannover

RIZZI, ELEONORA LAURA MICHELA
2009/2010

Abstract

Quale eredità lascia un’Esposizione Universale, evento dalla portata internazionale e dal forte impatto nei processi di trasformazione urbana di una città? L’Expo, appuntamento organizzato periodicamente in un preciso luogo del mondo per scambiare idee e innovazioni tecnologiche tra le più differenti culture provenienti da ogni parte del pianeta, proprio per la sua natura di evento internazionale ha sempre richiesto l’uso di aree urbane piuttosto estese se confrontate ciascuna con la superficie della città ospitante. In particolare a partire da Siviglia ’92 le aree Expo sono sempre state scelte come occasione di riqualificazione di estese parti di città; tuttavia questo tentativo si è rivelato fallimentare nel tempo: questo perché l’Expo, nonostante la sua portata globale e una lunga fase di progettazione, è un evento temporaneo concentrato in pochi mesi di svolgimento. Il risultato di riqualificazione o espansione di una parte di città attraverso la costruzione di avveniristici padiglioni destinati ad ospitare i vari Paesi del mondo ha generato spazi urbani privi di una loro identità, difficilmente gestibili, se non addirittura dimenticati, dalle amministrazioni locali, trasformando così estese aree urbane in luna-park dell’architettura abbandonati e dalla presenza ingombrante. Anche il destino del dopo Expo di Hannover ha presentato un esito negativo in merito al tentativo di riqualificazione ed espansione di un’area di carattere commerciale. Il recinto Expo ha progressivamente perso la sua funzione divenendo un luogo privo di una propria identità; alcuni padiglioni sono stati dismessi lasciando ampi lotti inutilizzati; altri padiglioni sono stati abbandonati proprio per gli elevati costi di dismissione divenendo in un arco temporale di quasi 11 anni delle architetture fantasma, in progressiva fase di decadenza. Quale futuro per un’area così estesa e dimenticata? La risposta è presente nel luogo stesso: i vuoti urbani che si sono generati nel tempo, vengono occupati da un paesaggio che diviene l’infrastruttura principale per la riqualificazione di queste aree. I padiglioni abbandonati sono ripensati per una strategia di riutilizzo temporaneo, le aree vuote in stretto rapporto con essi danno luogo ad un parco tematico; le aree inutilizzate circostanti destinate a parcheggi a raso vengono riforestate integrandosi nello scenario della cintura verde di Hannover.
PORCARO, SALVATORE
ARC I - Facolta' di Architettura e Società
1-apr-2011
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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