Sul margine nord del Naviglio Grande. Un progetto di completamento funzionale per la riqualificazione spontanea di Zona Tortona

In questi anni Milano, al pari delle altre metropoli, sta evolvendo verso nuove forme. La città sta vivendo profonde trasformazioni generate in parte dalla presenza dei vuoti urbani, ma particolarmente dovute al clima politico, culturale ed economico che si è venuto a creare. Bernardo Secchi nel 1990, usa un’espressione focale per rappresentare la situazione attuale: “Forse è solo oggi che ci stiamo congedando in maniera definitiva dalla città del XIX secolo”. Partendo da questa premessa si analizzerà una di queste grandi trasformazioni vissuta dalla città negli ultimi quarant’anni e con cui, forse, solo ora si sta seriamente confrontando. Nel dopoguerra, nel periodo del boom economico italiano, l’industrializzazione ha reso Milano una delle capitali trainanti dell'economia dell'intero Paese, seguita da una graduale ma inesorabile deindustrializzazione che ha lasciato profondi segni nella città. Questa tesi si propone di studiare e capire i nuovi assetti della città in un’ottica di connessioni nazionali e internazionali, nello specifico intervenendo sul margine nord del Naviglio Grande, dove l’ex zona industriale formatasi nell’area compresa tra Zona Tortona e San Cristoforo, in prossimità della ferrovia, ha subito negli ultimi anni importanti riconversioni spontanee. Queste l’ hanno resa protagonista di un rinnovamento artistico culturale che coinvolge l’intera città dandole, ancor più, un respiro internazionale. Il Progetto architettonico si inserisce nell’ambito della dismissione dello scalo ferroviario di Porta Genova, cogliendo l’occasione creata da questo vuoto urbano per riqualificare l’area inserendo tutte quelle funzioni che ad oggi risultano essere assenti. Imprescindibile risulta essere il rapporto dell’area con il Naviglio Grande, per questa ragione si è reso opportuno ripristinarne la navigabilità, intervenendo di conseguenza sulla darsena, e riattivando il riciclo delle acque interne, in un ottica di connessioni di reti idriche extra urbane.