Dietro la stazione di Milano Porta Garibaldi, a pochi metri dal vicino cavalcavia Farini, il cavalcavia Eugenio Bussa, unico retaggio di un asse attrezzato che doveva unire il centro con la periferia, mostra la sua identità contrastata. Oggi l’originaria funzione di collegamento per cui era stato progettato, non è quella prevalente, infatti, presenta un solo senso di marcia per le autovetture che porta, per di più, dal centro verso il quartiere Isola: non unisce, ma separa. La pista ciclabile che lo attraversa, finisce nel nulla e non è ben attrezzato e percorribile nemmeno per i pedoni. Abbandono e degrado sono i termini che ben esemplificano la situazione nel quale riversa attualmente. Per la maggior parte dell’anno si presenta “vuoto”, non viene utilizzato nemmeno l’ampio spazio riservato a parcheggio. La sua vera natura è un’altra ed emerge solamente in alcune situazioni, quando diventa il palcoscenico ideale per eventi di vario genere autoprodotti e autogestiti molto spesso dalla “gente” dell’Isola. L’intento progettuale è quello di rivelare le molteplici identità latenti che questo luogo custodisce al suo interno. Si vengono a creare, così, diverse zone in uno spazio aperto ed in stretta relazione tra loro e con il contesto circostante. Per far emergere il suo lato nascosto, la linea di demarcazione del parcheggio si anima ed estrudendosi compone uno spazio nuovo e diverso, caratterizzato da elementi di vario genere. Un’area libera con sedute e giochi per bambini, dove ognuno è libero di fare ciò che vuole. Un’area eventi che ospita concerti, mercatini, spettacoli teatrali e cinematografici, per coinvolgere un ampio pubblico. La balaustra, invece, diventa il suo biglietto da visita e comunica con l’intorno, attraverso le esposizioni artistiche che la anima. Il cavalcavia risponde così, alla necessità di chi da sempre lo vive e lo frequenta. Nel turbine di trasformazioni che sta caratterizzato la città di Milano, il cavalcavia Eugenio Bussa diventa un’occasione per arricchire e valorizzare il retro di una stazione da sempre dimenticato.
Il luogo dei non. Nuove identità per il cavalcavia Eugenio Bussa di Milano
PERUSELLI, TIZIANA;VERDERIO, ALESSIA;PERSIANI, LAURA
2009/2010
Abstract
Dietro la stazione di Milano Porta Garibaldi, a pochi metri dal vicino cavalcavia Farini, il cavalcavia Eugenio Bussa, unico retaggio di un asse attrezzato che doveva unire il centro con la periferia, mostra la sua identità contrastata. Oggi l’originaria funzione di collegamento per cui era stato progettato, non è quella prevalente, infatti, presenta un solo senso di marcia per le autovetture che porta, per di più, dal centro verso il quartiere Isola: non unisce, ma separa. La pista ciclabile che lo attraversa, finisce nel nulla e non è ben attrezzato e percorribile nemmeno per i pedoni. Abbandono e degrado sono i termini che ben esemplificano la situazione nel quale riversa attualmente. Per la maggior parte dell’anno si presenta “vuoto”, non viene utilizzato nemmeno l’ampio spazio riservato a parcheggio. La sua vera natura è un’altra ed emerge solamente in alcune situazioni, quando diventa il palcoscenico ideale per eventi di vario genere autoprodotti e autogestiti molto spesso dalla “gente” dell’Isola. L’intento progettuale è quello di rivelare le molteplici identità latenti che questo luogo custodisce al suo interno. Si vengono a creare, così, diverse zone in uno spazio aperto ed in stretta relazione tra loro e con il contesto circostante. Per far emergere il suo lato nascosto, la linea di demarcazione del parcheggio si anima ed estrudendosi compone uno spazio nuovo e diverso, caratterizzato da elementi di vario genere. Un’area libera con sedute e giochi per bambini, dove ognuno è libero di fare ciò che vuole. Un’area eventi che ospita concerti, mercatini, spettacoli teatrali e cinematografici, per coinvolgere un ampio pubblico. La balaustra, invece, diventa il suo biglietto da visita e comunica con l’intorno, attraverso le esposizioni artistiche che la anima. Il cavalcavia risponde così, alla necessità di chi da sempre lo vive e lo frequenta. Nel turbine di trasformazioni che sta caratterizzato la città di Milano, il cavalcavia Eugenio Bussa diventa un’occasione per arricchire e valorizzare il retro di una stazione da sempre dimenticato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/20164