Mai come oggi le riflessioni attorno al rapporto tra città e campagna e all’ambiente sembrano essere urgenti in tutto il mondo. Non si tratta solamente di una consapevolezza generica dei problemi dell’ambiente, dello sviluppo dei principi fondamentali di sostenibilità e ecologia, della coscienza del territorio come risorsa finita. A questi essenziali concetti si aggiungono le riflessioni che ruotano attorno alla città, allo spazio urbano e periurbano, ai bisogni dei cittadini e alle possibilità offerte dalla campagna in questo senso. Come ormai noto, negli ultimi decenni si è assistito, nel nostro Paese, ad una profonda trasformazione socioeconomica che ha direttamente causato la perdita di un gran numero di risorse ambientali, la distruzione di ecosistemi e di sistemi rurali, la scellerata cementificazione e la diffusa industrializzazione, senza criterio. Ad una prima, naturale e comprensibile reazione per così dire nostalgica deve però subentrare una risposta progettuale, basata sui nuovi principi di sostenibilità e di vivibilità e soprattutto sull’abbandono del tradizionale concetto di crescita quantitativa. Il discorso, quindi, è eminentemente multidisciplinare e chiama in gioco studi sociologici, economici, storici, urbanistici, ecologici: ognuno di essi contribuisce alla creazione di un disegno che deve essere generale e a lungo termine e deve fondarsi sul principio di qualità della vita. La salvaguardia e la tutela del paesaggio rurale sono momenti decisivi di un processo che però vuole essere più ampio e vuole utilizzare la campagna come soluzione ad una serie di problemi che investono la società contemporanea, senza per questo assumere un atteggiamento nostalgico o arcadico che sarebbe fuori luogo. Tale processo richiede l’impegno coordinato delle istituzioni in diverse direzioni: è necessario comprendere la forma mentis della popolazione di queste terre e stimolare nuove soluzioni ai loro problemi, soluzioni che possono provenire proprio dalla campagna come terreno di produzione ma anche di godimento estetico e di trasmissione di armonia; è necessario sviluppare un dialogo costruttivo tra campagna e città che non possono ancora essere considerate nemiche né rientrare in una rigida gerarchia: solo in questo modo sarà possibile dar vita ad un sistema ambientale che ha tutti i presupposti per essere unico e per costituire un modello, non quantitativo, ma, questa volta, qualitativo.

Agricoltura e paesaggio : un progetto per la campagna di Lograto e Maclodio

BERTONI, MARGHERITA
2008/2009

Abstract

Mai come oggi le riflessioni attorno al rapporto tra città e campagna e all’ambiente sembrano essere urgenti in tutto il mondo. Non si tratta solamente di una consapevolezza generica dei problemi dell’ambiente, dello sviluppo dei principi fondamentali di sostenibilità e ecologia, della coscienza del territorio come risorsa finita. A questi essenziali concetti si aggiungono le riflessioni che ruotano attorno alla città, allo spazio urbano e periurbano, ai bisogni dei cittadini e alle possibilità offerte dalla campagna in questo senso. Come ormai noto, negli ultimi decenni si è assistito, nel nostro Paese, ad una profonda trasformazione socioeconomica che ha direttamente causato la perdita di un gran numero di risorse ambientali, la distruzione di ecosistemi e di sistemi rurali, la scellerata cementificazione e la diffusa industrializzazione, senza criterio. Ad una prima, naturale e comprensibile reazione per così dire nostalgica deve però subentrare una risposta progettuale, basata sui nuovi principi di sostenibilità e di vivibilità e soprattutto sull’abbandono del tradizionale concetto di crescita quantitativa. Il discorso, quindi, è eminentemente multidisciplinare e chiama in gioco studi sociologici, economici, storici, urbanistici, ecologici: ognuno di essi contribuisce alla creazione di un disegno che deve essere generale e a lungo termine e deve fondarsi sul principio di qualità della vita. La salvaguardia e la tutela del paesaggio rurale sono momenti decisivi di un processo che però vuole essere più ampio e vuole utilizzare la campagna come soluzione ad una serie di problemi che investono la società contemporanea, senza per questo assumere un atteggiamento nostalgico o arcadico che sarebbe fuori luogo. Tale processo richiede l’impegno coordinato delle istituzioni in diverse direzioni: è necessario comprendere la forma mentis della popolazione di queste terre e stimolare nuove soluzioni ai loro problemi, soluzioni che possono provenire proprio dalla campagna come terreno di produzione ma anche di godimento estetico e di trasmissione di armonia; è necessario sviluppare un dialogo costruttivo tra campagna e città che non possono ancora essere considerate nemiche né rientrare in una rigida gerarchia: solo in questo modo sarà possibile dar vita ad un sistema ambientale che ha tutti i presupposti per essere unico e per costituire un modello, non quantitativo, ma, questa volta, qualitativo.
ARC I - Facolta' di Architettura e Società
4-mag-2010
2008/2009
Tesi di laurea Magistrale
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