Il “Collettivo di Architettura” nasce nel 1949 all’interno della cellula comunista “HO CHI MINH”della facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Nel 1949 la maggior parte dei futuri fondatori frequentano il terzo anno; la forte ideologia politica che condividono li porta a proseguire l’attività comune all’esterno della facoltà mediante la fondazione di uno studio di architettura. Gli studenti in questione sono: Gae Aulenti, Fredi Drugman, Arturo Morelli, Vincenzo Montaldo, Giorgio Morpurgo, Achille Sacconi, Novella Sansoni, Mario Silvani, Marialuisa Sormani, Giuliano Rizzi, Alessandro Tutino. Determinante per la loro formazione è la figura di Franco Marescotti che indaga sui problemi sociali della casa. E’ quindi il ruolo dell’”architetto condotto” che li porta a militare attivamente nel territorio milanese. Il nome dello studio è implicitamente una dichiarazione di intenti, i quali sono riassunti nello statuto composto da quattro principi: 1) essere militanti nel Pci; 2) svolgere l'attività professionale solo all'interno della cooperativa; 3) venire pagati come gli operai in base alle ore di lavoro svolte; 4) elaborare i progetti collettivamente. Dal 1951 al 1973, il Collettivo è composto da sette componenti che costituiscono il nucleo principale: Montaldo, Morpurgo, Sacconi, Sansoni, Silvani, Tutino, Vercelloni. L’attività progettuale si articola principalmente in tre ambiti: il territorio, la casa e la scuola. I soci dello studio diventano tecnici comunali per molte amministrazioni della “Lega dei Comuni Democratici” e attraverso diversi strumenti urbanistici, organizzano il territorio. La casa è intesa come un servizio sociale da garantire a tutti; i committenti sono cooperative a proprietà indivisa, l’INA-Casa e lo IACP. La scuola è anch’essa concepita come uno servizio estendibile a tutta la comunità; gli edifici progettati si pongono contro la dispersiva costruzione delle periferie per costruire al contrario dei centri civili. Nel 1973-74 Vercelloni e Silvani lasciano lo studio; dalla metà degli anni ’70 l’intensa attività politica interessa tutti i componenti e sovrasta quella progettuale. Nel 1988 si scioglie definitivamente.

Il Collettivo di Architettura 1949-1973

SALVETTI, MANUELE
2009/2010

Abstract

Il “Collettivo di Architettura” nasce nel 1949 all’interno della cellula comunista “HO CHI MINH”della facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Nel 1949 la maggior parte dei futuri fondatori frequentano il terzo anno; la forte ideologia politica che condividono li porta a proseguire l’attività comune all’esterno della facoltà mediante la fondazione di uno studio di architettura. Gli studenti in questione sono: Gae Aulenti, Fredi Drugman, Arturo Morelli, Vincenzo Montaldo, Giorgio Morpurgo, Achille Sacconi, Novella Sansoni, Mario Silvani, Marialuisa Sormani, Giuliano Rizzi, Alessandro Tutino. Determinante per la loro formazione è la figura di Franco Marescotti che indaga sui problemi sociali della casa. E’ quindi il ruolo dell’”architetto condotto” che li porta a militare attivamente nel territorio milanese. Il nome dello studio è implicitamente una dichiarazione di intenti, i quali sono riassunti nello statuto composto da quattro principi: 1) essere militanti nel Pci; 2) svolgere l'attività professionale solo all'interno della cooperativa; 3) venire pagati come gli operai in base alle ore di lavoro svolte; 4) elaborare i progetti collettivamente. Dal 1951 al 1973, il Collettivo è composto da sette componenti che costituiscono il nucleo principale: Montaldo, Morpurgo, Sacconi, Sansoni, Silvani, Tutino, Vercelloni. L’attività progettuale si articola principalmente in tre ambiti: il territorio, la casa e la scuola. I soci dello studio diventano tecnici comunali per molte amministrazioni della “Lega dei Comuni Democratici” e attraverso diversi strumenti urbanistici, organizzano il territorio. La casa è intesa come un servizio sociale da garantire a tutti; i committenti sono cooperative a proprietà indivisa, l’INA-Casa e lo IACP. La scuola è anch’essa concepita come uno servizio estendibile a tutta la comunità; gli edifici progettati si pongono contro la dispersiva costruzione delle periferie per costruire al contrario dei centri civili. Nel 1973-74 Vercelloni e Silvani lasciano lo studio; dalla metà degli anni ’70 l’intensa attività politica interessa tutti i componenti e sovrasta quella progettuale. Nel 1988 si scioglie definitivamente.
ARC II - Facolta' di Architettura Civile
21-lug-2010
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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