Nell’era moderna, definita l’era della “rivoluzione culturale”, l’era della globalizzazione, della tecnologia, delle rete e dei flussi telematici che annullano le distanze, è giusto porsi alcune domande: ricordiamo da dove veniamo? Ci sentiamo cittadini della nostra terra oltre che sentirci cittadini del mondo? E ancora, possiamo definirci realmente cittadini del mondo se perdiamo la nostra memoria? Le nostre radici? La questione del paesaggio, negli ultimi anni è diventata protagonista di dibattiti a livello internazionale. In una visione futuristica, al paesaggio, è stato dato un ruolo determinante da parte di una società che esprime disagio nella progressiva perdita del proprio territorio, pretendendo che venga dato ad esso una precisa identità. Questa tesi parte dall’analisi di uno strumento che nasce dalla necessità espressa dalla società odierna: la Convenzione Europea del Paesaggio. Leggendo gli argomenti che tratta questo documento si è compresa la volontà di rivoluzionare il concetto stesso di paesaggio e la modalità con cui occorre approcciarsi ad esso, durante i processi di pianificazione. Gran parte della popolazione mondiale vive ormai in città in cui gli elementi contemporanei insediati sono simili ovunque si vada, a causa di un forte processo di globalizzazione sociale e culturale che è in atto al giorno d’oggi. Trovarsi in un contesto in cui, sebbene la modernità abbia apportato i cambiamenti richiesti dalla società odierna, la tradizione e la cultura locale sopravvivono, forti del loro bagaglio culturale, legato ad un contesto che forse l’ambiente ha aiutato a preservare. Essere consapevoli del fatto che questo radicamento culturale, se non supportato da azioni di tutela verrà perso anche in questi luoghi, fa comprendere al meglio ciò che esprime la Convenzione Europea del Paesaggio. La prima parte della tesi è basata sull’analisi dello strumento stesso, partendo dallo studio del contesto in cui oggi ci troviamo a vivere e cercando quei caratteri che conservano i valori tradizionali e culturali di un territorio. Partendo da questo studio sono stati poi estrapolati i concetti che stanno alla base di una futura buona progettazione urbanistica delle città. La Convenzione sostiene che “tutto il territorio è paesaggio” e che questo stesso paesaggio è tale in quanto “percepito” dalla popolazione. Un progetto di paesaggio esteso quindi, in cui la popolazione partecipa nel processo sia in qualità di spettatore che di attore. La volontà espressa in questa tesi non è volta tanto alla critica degli strumenti normativi che si presentano per lo più inadeguati all’applicazione di tali principi, quanto alla ricerca di strumenti che possano integrare quelli esistenti, al fine di attuare una politica di sostenibilità sociale, oltre a quella ambientale ormai fortemente acquisita. Nella seconda parte, invece, si è cercato di applicare l’opera di integrazione definita in precedenza in un luogo che si è prestato ad essere un ottimo caso studio: il comune di Castelnovo nè Monti. Castelnovo nè Monti infatti è inserito in uno di quei luoghi in cui, come detto in precedenza i valori locali e tradizionali sono ancora vivi, ma l’affezione a questi è in fase calante, a causa del progressivo abbandono. In questi territori, in cui la moderintà fatica a prendere il sopravvento e contemporaneamente la tradizione fatica a sopravvivere. Il limbo nel quale si trova il Comune, rispecchia la situazione di molti altri luoghi del nostro paese, e l’applicazione dei principi introdotti dalla Convenzione Europea del Paesaggio rappresenta l’opportunità di dare una svolta a questa situazione. Un’opportunità di sviluppo sociale, locale e allo stesso tempo globale e comunitario, poichè migliorare la qualità di vita delle città è il punto cruciale per poter attuare uno sviluppo che punti al futuro, rimanendo comunque legato al passato.

Paesaggio : estendere. Applicazione della convenzione europea del paesaggio nella pianificazione

SUBAZZOLI, JESSICA
2010/2011

Abstract

Nell’era moderna, definita l’era della “rivoluzione culturale”, l’era della globalizzazione, della tecnologia, delle rete e dei flussi telematici che annullano le distanze, è giusto porsi alcune domande: ricordiamo da dove veniamo? Ci sentiamo cittadini della nostra terra oltre che sentirci cittadini del mondo? E ancora, possiamo definirci realmente cittadini del mondo se perdiamo la nostra memoria? Le nostre radici? La questione del paesaggio, negli ultimi anni è diventata protagonista di dibattiti a livello internazionale. In una visione futuristica, al paesaggio, è stato dato un ruolo determinante da parte di una società che esprime disagio nella progressiva perdita del proprio territorio, pretendendo che venga dato ad esso una precisa identità. Questa tesi parte dall’analisi di uno strumento che nasce dalla necessità espressa dalla società odierna: la Convenzione Europea del Paesaggio. Leggendo gli argomenti che tratta questo documento si è compresa la volontà di rivoluzionare il concetto stesso di paesaggio e la modalità con cui occorre approcciarsi ad esso, durante i processi di pianificazione. Gran parte della popolazione mondiale vive ormai in città in cui gli elementi contemporanei insediati sono simili ovunque si vada, a causa di un forte processo di globalizzazione sociale e culturale che è in atto al giorno d’oggi. Trovarsi in un contesto in cui, sebbene la modernità abbia apportato i cambiamenti richiesti dalla società odierna, la tradizione e la cultura locale sopravvivono, forti del loro bagaglio culturale, legato ad un contesto che forse l’ambiente ha aiutato a preservare. Essere consapevoli del fatto che questo radicamento culturale, se non supportato da azioni di tutela verrà perso anche in questi luoghi, fa comprendere al meglio ciò che esprime la Convenzione Europea del Paesaggio. La prima parte della tesi è basata sull’analisi dello strumento stesso, partendo dallo studio del contesto in cui oggi ci troviamo a vivere e cercando quei caratteri che conservano i valori tradizionali e culturali di un territorio. Partendo da questo studio sono stati poi estrapolati i concetti che stanno alla base di una futura buona progettazione urbanistica delle città. La Convenzione sostiene che “tutto il territorio è paesaggio” e che questo stesso paesaggio è tale in quanto “percepito” dalla popolazione. Un progetto di paesaggio esteso quindi, in cui la popolazione partecipa nel processo sia in qualità di spettatore che di attore. La volontà espressa in questa tesi non è volta tanto alla critica degli strumenti normativi che si presentano per lo più inadeguati all’applicazione di tali principi, quanto alla ricerca di strumenti che possano integrare quelli esistenti, al fine di attuare una politica di sostenibilità sociale, oltre a quella ambientale ormai fortemente acquisita. Nella seconda parte, invece, si è cercato di applicare l’opera di integrazione definita in precedenza in un luogo che si è prestato ad essere un ottimo caso studio: il comune di Castelnovo nè Monti. Castelnovo nè Monti infatti è inserito in uno di quei luoghi in cui, come detto in precedenza i valori locali e tradizionali sono ancora vivi, ma l’affezione a questi è in fase calante, a causa del progressivo abbandono. In questi territori, in cui la moderintà fatica a prendere il sopravvento e contemporaneamente la tradizione fatica a sopravvivere. Il limbo nel quale si trova il Comune, rispecchia la situazione di molti altri luoghi del nostro paese, e l’applicazione dei principi introdotti dalla Convenzione Europea del Paesaggio rappresenta l’opportunità di dare una svolta a questa situazione. Un’opportunità di sviluppo sociale, locale e allo stesso tempo globale e comunitario, poichè migliorare la qualità di vita delle città è il punto cruciale per poter attuare uno sviluppo che punti al futuro, rimanendo comunque legato al passato.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
20-dic-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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