“Fare Centro”, hitting the target: planning an area which everybody in different ways are connected with and which is considered an attractive pole for every people. Hitting the target means both the housing project which has been carried out and the improvement of this geographical area, which has been presented in this work. Design is not easy. Imaging what you want to conceive and giving shape to your idea: the size scale and the proportions require imagination and practicability of the plan in the same time; the designer has the responsibility to take decisions and to realize a project on behalf of the whole community. This work aims to design a new area of 160.000 m2 located near the centre of L’Aquila, currently set to green facilities but with the possibility of building. Our research has been carried out paying particular attention to the historical overview, to the identification of the main active play-actors, to the demographic, economic and social data collection, in order to obtain a more realistic, feasible and appreciable design intervention. Our aim was to turn this area into a pole of urban attraction, as following: - Respecting the harmonic combination of rules, rhythms, routes which characterise this consolidated urban system; - Improvement of the infrastructural system in order to permit an easier accessibility and enjoyment of this place; - Improvement of some environmental features: exposure, suggestive views over the hearth of the old city and over the Gran Sasso mountain range, slopes, green courses; - The preferential establishment of artistic and recreative functions and construction of new buildings: polyfunctional centre, market place, commercial building, recreation-sport centre , children play areas, recreative and religion meeting places for old people. - Planning in details the thirteen residential blocks, which all have the same architectural features and their personal identity, due to the chromatic variety, to their location on different contour lines, to the exposure, to the “social” or “private” allocation. This housing project has been addressed to the unlucky part of the population which has been hit by the disastrous earthquake of April 2009, for the time being they are located in three of the nineteen New Town of the project C.A.S.E. These towns have serious and relevant critical states from different point of view: - social (lack of aggregation and socialization places); - civil (lack of principal public utilities and first aid services); - urban (lack of everything that involves culture and local tradition); - environment (occupation of agricultural lots). This part of population, around 500 persons of different age, sex and social condition, is the one, which still now, three years after the catastrophe, lives in temporary lodgings or hotels. This situation gives the project a double viewpoint: the displacement of the three identified New Town and the re-settlement in the new area; or a new building project aims to satisfy the needs of that part of population which haven’t had any lodgings yet. Taking into consideration that we have tried to demonstrate how the problem of the re-building could have been faced in a more reasonable and conscious way, offering not only lodgings but a more urban complete structure, thought and planned as organic development of the pre-existent fabric of the city, able to connect and integrate its structure without replacing the historic centre. Our project represents the synthesis of the key topics here explained: architecture, technology and energy. The constituent choices, from the urban to the architectural scale, are the result of an identification process in the user who will live our architecture. The only way forward, if we are going to improve the quality of the environment, is to get everybody involved. (Richard Rogers) This is the core of the entire project, ask yourself: “What does the average citizen want? Which is the place where he better feels? What feeling does it communicate? What are the utilities he needs? How does he feel being part of it? These are the questions that we made ourself, in order to have a readable, linear project that communicates the sense of “well done”, and in the same way, creating an architecture able to evoke pleasant feelings, a place with a strong personality, an involving atmosphere which escorts us in the routes, enjoys us with colour and material effects , brings us into the nature and amazes us with its strong characterized planning events. There are several rules that have governed the new centre design: - the necessity to give a new face to the new city from an urban point of view; - the aim to return and revisit some of the traditional themes in a modern-innovative key, meeting the needs of the contemporary man; - the stability of the infrastructures thought in order to give a right response to the seismic action; - the energy efficiency and environmental sustainability have driven to the dimensioning of modern equipment plant and performing building skins, where the S/R system (Struttura-Rivestimento) has been experimented, a new technology that allows a total free composition and at the same time the reach of excellent performance standards; - the attention to the energy saving and a rational use of resources.

Fare Centro, cogliere il bersaglio, ma anche configurare un ambiente con il quale tutti hanno qualche relazione e, per definizione, attrattivo. In entrambi i sensi fare centro vuole essere l’imperativo sotteso all’intervento di trasformazione e valorizzazione qui presentato. Progettare non è cosa facile. Immaginare ciò che si vuole realizzare e concepirne la forma, la scala dimensionale e le proporzioni richiede fantasia e concretezza insieme, e lascia al progettista la responsabilità di fare scelte e realizzare qualcosa per conto di tutta la comunità. La tesi di laurea ha come tema la progettazione di un’area di 160.000 m2 sita a ridosso del centro de L’Aquila, attualmente destinata a verde attrezzato, ma con possibilità di edificazione. Particolare attenzione è stata riservata alla ricognizione storica, all’individuazione degli attori operanti nell’area, alla raccolta dei dati demografici, economici e sociali, in vista di un intervento progettuale per quanto possibile realistico e quindi attuabile ed apprezzabile. L’obiettivo che ci si è prefissati è quello di trasformare l’area in un polo di attrazione urbano mediante: - la sua integrazione armonica in un sistema urbano consolidato da secoli, di cui se ne rispettano le regole, i ritmi, i tracciati; - la progettazione di migliorie del sistema infrastrutturale per permettere una più facile accessibilità e fruizione del sito; - la valorizzazione di alcune peculiarità ambientali: esposizione, scorci suggestivi sul cuore della città antica e sulla catena montuosa del Gran Sasso, dislivelli, percorsi verdi; - l’insediamento preferenziale di funzioni artistiche e ricreative e la realizzazione di nuovi edifici a carattere terziario: centro polifunzionale, piazza del mercato, edificio commerciale, polo sportivo- ricreativo, zona gioco per i più piccoli, luoghi di ritrovo e di culto per i più anziani; - la progettazione al dettaglio di tredici blocchi residenziali che, pur avendo la stessa impronta architettonica, possiedono ciascuno la propria identità dettata dalla varietà cromatica, dall’adagiamento sulle diverse curve di livello, dall’esposizione, dalla destinazione “social” o “privata”. Tale intervento è destinato a quella parte di popolazione più sfortunata colpita dal disastroso sisma verificatosi nell’aprile del 2009, attualmente insediata in tre delle diciannove New Town del progetto C.A.S.E. che presentano evidenti e inesorabili criticità sotto ogni fronte: sociale (assenza di luoghi di aggregazione e socializzazione), civile (assenza dei principali servizi commerciali e di prima necessità), urbano (astrazione da tutto ciò che concerne la cultura e la tradizione aquilana), ambientale (occupazione di lotti agricoli). Tale entità di popolazione, pari a circa 500 persone di ogni età, sesso e astrazione sociale, coincide inoltre con la parte di popolazione tutt’oggi, a distanza di tre anni dalla catastrofe, ancora ospitata in alloggi di fortuna, habitat temporanei, alberghi. Questo conferisce al progetto una duplice chiave di lettura: dismissione delle tre New Town individuate e re-insediamento nel nuovo quartiere; oppure intervento edilizio a sé stante che vada a soddisfare le esigenze di quella parte di aquilani ancora in attesa di un destino. Partendo da queste considerazioni si è cercato di mostrare come si sarebbe potuto affrontare il problema della ricostruzione in maniera più ragionata e consapevole offrendo non solo residenze, ma una struttura urbana completa, pensata e progettata come lo sviluppo organico del tessuto urbano preesistente, capace di connettersi e integrarsi, ma non sostituirsi, al centro storico. Il progetto rappresenta la sintesi dei temi fondamentali affrontati: architettura, tecnologia, energia. Le scelte compositive, dalla scala urbana a quella architettonica, sono il risultato di un processo di immedesimazione nell’utente che vivrà la nostra architettura. “Non si può pensare un'architettura senza pensare alla gente” (Richard Rogers) Il fulcro di tutto il progetto è quindi il chiedersi: “Cosa vuole l’aquilano? Che rapporta instaura con la propria dimora? Dove è più giusto che alloggi e quali sono le sensazioni che il progetto gli deve comunicare? Quali sono i servizi di cui necessita e che sensazioni scaturiscono nel farne parte? Questi sono gli interrogativi che ci si è posti nello sviluppo di un progetto che fosse leggibile, ordinato e che comunicasse il senso di “ben fatto” e, parallelamente, di un’architettura in grado di evocare sensazioni piacevoli, capace di creare un luogo dalla forte identità, caratterizzata da un’atmosfera che catturi e che accolga facendosi leggere a colpo d’occhio, accompagni nei percorsi, diverta con giochi di livelli, di colori, di materiali e che coinvolga nella natura e stupisca con eventi progettuali fortemente caratterizzati. Molteplici sono i principi che hanno regolato la progettazione del nuovo Centro: la necessità di dare un nuovo volto al luogo dal punto di vista urbanistico; l’intento di riprendere alcuni temi della tradizione e rivisitarli in chiave moderna-innovativa per rispondere alle esigenze dell’uomo di oggi; la stabilità delle strutture, parte in acciaio, parte in c.a., calcolate per dare una risposta concreta all’azione sismica; l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale che hanno condotto al dimensionamento di moderni apparati impiantistici e involucri performanti in cui è stata sperimentata la tecnologia S/R (Struttura-Rivestimento), una tecnologia che ha permesso una totale libertà compositiva e al tempo stesso il raggiungimento di standard prestazionali eccellenti; l’attenzione al risparmio energetico e ad un uso razionale delle risorse.

Fare centro. Progetto di un quartiere ecosostenibile, L'Aquila

LOPEZ, GIULIA;GALIZZI, ELENA;SANTORO, VIVIANA
2010/2011

Abstract

“Fare Centro”, hitting the target: planning an area which everybody in different ways are connected with and which is considered an attractive pole for every people. Hitting the target means both the housing project which has been carried out and the improvement of this geographical area, which has been presented in this work. Design is not easy. Imaging what you want to conceive and giving shape to your idea: the size scale and the proportions require imagination and practicability of the plan in the same time; the designer has the responsibility to take decisions and to realize a project on behalf of the whole community. This work aims to design a new area of 160.000 m2 located near the centre of L’Aquila, currently set to green facilities but with the possibility of building. Our research has been carried out paying particular attention to the historical overview, to the identification of the main active play-actors, to the demographic, economic and social data collection, in order to obtain a more realistic, feasible and appreciable design intervention. Our aim was to turn this area into a pole of urban attraction, as following: - Respecting the harmonic combination of rules, rhythms, routes which characterise this consolidated urban system; - Improvement of the infrastructural system in order to permit an easier accessibility and enjoyment of this place; - Improvement of some environmental features: exposure, suggestive views over the hearth of the old city and over the Gran Sasso mountain range, slopes, green courses; - The preferential establishment of artistic and recreative functions and construction of new buildings: polyfunctional centre, market place, commercial building, recreation-sport centre , children play areas, recreative and religion meeting places for old people. - Planning in details the thirteen residential blocks, which all have the same architectural features and their personal identity, due to the chromatic variety, to their location on different contour lines, to the exposure, to the “social” or “private” allocation. This housing project has been addressed to the unlucky part of the population which has been hit by the disastrous earthquake of April 2009, for the time being they are located in three of the nineteen New Town of the project C.A.S.E. These towns have serious and relevant critical states from different point of view: - social (lack of aggregation and socialization places); - civil (lack of principal public utilities and first aid services); - urban (lack of everything that involves culture and local tradition); - environment (occupation of agricultural lots). This part of population, around 500 persons of different age, sex and social condition, is the one, which still now, three years after the catastrophe, lives in temporary lodgings or hotels. This situation gives the project a double viewpoint: the displacement of the three identified New Town and the re-settlement in the new area; or a new building project aims to satisfy the needs of that part of population which haven’t had any lodgings yet. Taking into consideration that we have tried to demonstrate how the problem of the re-building could have been faced in a more reasonable and conscious way, offering not only lodgings but a more urban complete structure, thought and planned as organic development of the pre-existent fabric of the city, able to connect and integrate its structure without replacing the historic centre. Our project represents the synthesis of the key topics here explained: architecture, technology and energy. The constituent choices, from the urban to the architectural scale, are the result of an identification process in the user who will live our architecture. The only way forward, if we are going to improve the quality of the environment, is to get everybody involved. (Richard Rogers) This is the core of the entire project, ask yourself: “What does the average citizen want? Which is the place where he better feels? What feeling does it communicate? What are the utilities he needs? How does he feel being part of it? These are the questions that we made ourself, in order to have a readable, linear project that communicates the sense of “well done”, and in the same way, creating an architecture able to evoke pleasant feelings, a place with a strong personality, an involving atmosphere which escorts us in the routes, enjoys us with colour and material effects , brings us into the nature and amazes us with its strong characterized planning events. There are several rules that have governed the new centre design: - the necessity to give a new face to the new city from an urban point of view; - the aim to return and revisit some of the traditional themes in a modern-innovative key, meeting the needs of the contemporary man; - the stability of the infrastructures thought in order to give a right response to the seismic action; - the energy efficiency and environmental sustainability have driven to the dimensioning of modern equipment plant and performing building skins, where the S/R system (Struttura-Rivestimento) has been experimented, a new technology that allows a total free composition and at the same time the reach of excellent performance standards; - the attention to the energy saving and a rational use of resources.
MASERA, GABRIELE
COLOMBO, MATTEO
CAMPLANI, MARCO
ING VI - Scuola di Ingegneria Edile-Architettura
24-apr-2012
2010/2011
Fare Centro, cogliere il bersaglio, ma anche configurare un ambiente con il quale tutti hanno qualche relazione e, per definizione, attrattivo. In entrambi i sensi fare centro vuole essere l’imperativo sotteso all’intervento di trasformazione e valorizzazione qui presentato. Progettare non è cosa facile. Immaginare ciò che si vuole realizzare e concepirne la forma, la scala dimensionale e le proporzioni richiede fantasia e concretezza insieme, e lascia al progettista la responsabilità di fare scelte e realizzare qualcosa per conto di tutta la comunità. La tesi di laurea ha come tema la progettazione di un’area di 160.000 m2 sita a ridosso del centro de L’Aquila, attualmente destinata a verde attrezzato, ma con possibilità di edificazione. Particolare attenzione è stata riservata alla ricognizione storica, all’individuazione degli attori operanti nell’area, alla raccolta dei dati demografici, economici e sociali, in vista di un intervento progettuale per quanto possibile realistico e quindi attuabile ed apprezzabile. L’obiettivo che ci si è prefissati è quello di trasformare l’area in un polo di attrazione urbano mediante: - la sua integrazione armonica in un sistema urbano consolidato da secoli, di cui se ne rispettano le regole, i ritmi, i tracciati; - la progettazione di migliorie del sistema infrastrutturale per permettere una più facile accessibilità e fruizione del sito; - la valorizzazione di alcune peculiarità ambientali: esposizione, scorci suggestivi sul cuore della città antica e sulla catena montuosa del Gran Sasso, dislivelli, percorsi verdi; - l’insediamento preferenziale di funzioni artistiche e ricreative e la realizzazione di nuovi edifici a carattere terziario: centro polifunzionale, piazza del mercato, edificio commerciale, polo sportivo- ricreativo, zona gioco per i più piccoli, luoghi di ritrovo e di culto per i più anziani; - la progettazione al dettaglio di tredici blocchi residenziali che, pur avendo la stessa impronta architettonica, possiedono ciascuno la propria identità dettata dalla varietà cromatica, dall’adagiamento sulle diverse curve di livello, dall’esposizione, dalla destinazione “social” o “privata”. Tale intervento è destinato a quella parte di popolazione più sfortunata colpita dal disastroso sisma verificatosi nell’aprile del 2009, attualmente insediata in tre delle diciannove New Town del progetto C.A.S.E. che presentano evidenti e inesorabili criticità sotto ogni fronte: sociale (assenza di luoghi di aggregazione e socializzazione), civile (assenza dei principali servizi commerciali e di prima necessità), urbano (astrazione da tutto ciò che concerne la cultura e la tradizione aquilana), ambientale (occupazione di lotti agricoli). Tale entità di popolazione, pari a circa 500 persone di ogni età, sesso e astrazione sociale, coincide inoltre con la parte di popolazione tutt’oggi, a distanza di tre anni dalla catastrofe, ancora ospitata in alloggi di fortuna, habitat temporanei, alberghi. Questo conferisce al progetto una duplice chiave di lettura: dismissione delle tre New Town individuate e re-insediamento nel nuovo quartiere; oppure intervento edilizio a sé stante che vada a soddisfare le esigenze di quella parte di aquilani ancora in attesa di un destino. Partendo da queste considerazioni si è cercato di mostrare come si sarebbe potuto affrontare il problema della ricostruzione in maniera più ragionata e consapevole offrendo non solo residenze, ma una struttura urbana completa, pensata e progettata come lo sviluppo organico del tessuto urbano preesistente, capace di connettersi e integrarsi, ma non sostituirsi, al centro storico. Il progetto rappresenta la sintesi dei temi fondamentali affrontati: architettura, tecnologia, energia. Le scelte compositive, dalla scala urbana a quella architettonica, sono il risultato di un processo di immedesimazione nell’utente che vivrà la nostra architettura. “Non si può pensare un'architettura senza pensare alla gente” (Richard Rogers) Il fulcro di tutto il progetto è quindi il chiedersi: “Cosa vuole l’aquilano? Che rapporta instaura con la propria dimora? Dove è più giusto che alloggi e quali sono le sensazioni che il progetto gli deve comunicare? Quali sono i servizi di cui necessita e che sensazioni scaturiscono nel farne parte? Questi sono gli interrogativi che ci si è posti nello sviluppo di un progetto che fosse leggibile, ordinato e che comunicasse il senso di “ben fatto” e, parallelamente, di un’architettura in grado di evocare sensazioni piacevoli, capace di creare un luogo dalla forte identità, caratterizzata da un’atmosfera che catturi e che accolga facendosi leggere a colpo d’occhio, accompagni nei percorsi, diverta con giochi di livelli, di colori, di materiali e che coinvolga nella natura e stupisca con eventi progettuali fortemente caratterizzati. Molteplici sono i principi che hanno regolato la progettazione del nuovo Centro: la necessità di dare un nuovo volto al luogo dal punto di vista urbanistico; l’intento di riprendere alcuni temi della tradizione e rivisitarli in chiave moderna-innovativa per rispondere alle esigenze dell’uomo di oggi; la stabilità delle strutture, parte in acciaio, parte in c.a., calcolate per dare una risposta concreta all’azione sismica; l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale che hanno condotto al dimensionamento di moderni apparati impiantistici e involucri performanti in cui è stata sperimentata la tecnologia S/R (Struttura-Rivestimento), una tecnologia che ha permesso una totale libertà compositiva e al tempo stesso il raggiungimento di standard prestazionali eccellenti; l’attenzione al risparmio energetico e ad un uso razionale delle risorse.
Tesi di laurea Magistrale
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