L’obiettivo della tesi è quello di entrare nel tema principale del Consumo di Suolo che,soprattutto in Lombardia, dopo l’edificazione incontrollata partita con la ricostruzione del Secondo Dopoguerra e del Boom Economico, ha causato la perdita di innumerevoli terreni naturali; una risorsa che quando viene sfruttata con l’edificazione non è più rinnovabile. Senza avere la presunzione di proporre La soluzione per contrastare questo fenomeno che tutt’oggi avanza, si cerca comunque di dare un contributo in tal senso proponendo non il blocco totale dell’edilizia, ma il blocco della sua espansione sul territorio attraverso una costruzione del nuovo che si sviluppi entro i limiti del costruito e che sfrutti così gli spazi interstiziali e i vuoti urbani della città, riservando un’attenzione particolare al valore delle aree (industriali) dismesse. Un valore che viene da numerosi fattori ma che può essere riassunto in tre punti che si estrapolano proprio dalla denominazione “Aree industriale dismessa”: Aree: sono degli spazi, il più delle volte in questi casi dei grandi spazi, già edificati o dal suolo già impermeabilizzato dalla cementificazione, luoghi che sono quindi potenzialmente sfruttabili per una nuova edificazione. Industriali: un’industria che oggi si ritrova in condizioni di disuso, salvo casi particolari, è probabilmente ciò che rimane di un’attività che fu avviata in tempi relativamente remoti; i manufatti che ne rimangono quindi sono spesso memoria storica di archeologia industriale con un pregio architettonico che li distingue dalle costruzioni del settore odierne. Meritano quindi di avere una seconda opportunità di vita che si risolve nel recupero. Dismesse: sono aree che non vengono utilizzate e quindi non producono reddito al territorio che le ospita, la perdita di valore di un terreno improduttivo è tanto maggiore quanto è maggiore la sua impronta al suolo, soprattutto in comuni di piccole dimensioni; è quindi anche negli interessi economici di tutti ridare nuova vita a questi complessi. Come ultimo passo la tesi propone un esempio di recupero nella rifunzionalizzazione di un’area dismessa (ex – Leon Beaux, produttrice di munizioni) nel comune di Baranzate, alle porte di Milano, con la progettazione tipo-morfologica della nuova sede municipale e degli spazi urbani accessori dando particolare attenzione alle relazioni fra di essi e fornendo indicazione di tipo funzionale sugli spazi che verranno recuperati nella parte di edificazione storica. Il progetto di questi e della parte urbana che consta di una piazza e spazi verdi si fermerà alla scala 1:500, mentre il progetto architettonico arriverà alla scala dell’ 1:200.

Progettare nel costruito. Recupero e riqualificazione di un'area ex-industriale per il centro civico di Baranzate (MI)

LONGHIN, DAVIDE GABRIELE
2011/2012

Abstract

L’obiettivo della tesi è quello di entrare nel tema principale del Consumo di Suolo che,soprattutto in Lombardia, dopo l’edificazione incontrollata partita con la ricostruzione del Secondo Dopoguerra e del Boom Economico, ha causato la perdita di innumerevoli terreni naturali; una risorsa che quando viene sfruttata con l’edificazione non è più rinnovabile. Senza avere la presunzione di proporre La soluzione per contrastare questo fenomeno che tutt’oggi avanza, si cerca comunque di dare un contributo in tal senso proponendo non il blocco totale dell’edilizia, ma il blocco della sua espansione sul territorio attraverso una costruzione del nuovo che si sviluppi entro i limiti del costruito e che sfrutti così gli spazi interstiziali e i vuoti urbani della città, riservando un’attenzione particolare al valore delle aree (industriali) dismesse. Un valore che viene da numerosi fattori ma che può essere riassunto in tre punti che si estrapolano proprio dalla denominazione “Aree industriale dismessa”: Aree: sono degli spazi, il più delle volte in questi casi dei grandi spazi, già edificati o dal suolo già impermeabilizzato dalla cementificazione, luoghi che sono quindi potenzialmente sfruttabili per una nuova edificazione. Industriali: un’industria che oggi si ritrova in condizioni di disuso, salvo casi particolari, è probabilmente ciò che rimane di un’attività che fu avviata in tempi relativamente remoti; i manufatti che ne rimangono quindi sono spesso memoria storica di archeologia industriale con un pregio architettonico che li distingue dalle costruzioni del settore odierne. Meritano quindi di avere una seconda opportunità di vita che si risolve nel recupero. Dismesse: sono aree che non vengono utilizzate e quindi non producono reddito al territorio che le ospita, la perdita di valore di un terreno improduttivo è tanto maggiore quanto è maggiore la sua impronta al suolo, soprattutto in comuni di piccole dimensioni; è quindi anche negli interessi economici di tutti ridare nuova vita a questi complessi. Come ultimo passo la tesi propone un esempio di recupero nella rifunzionalizzazione di un’area dismessa (ex – Leon Beaux, produttrice di munizioni) nel comune di Baranzate, alle porte di Milano, con la progettazione tipo-morfologica della nuova sede municipale e degli spazi urbani accessori dando particolare attenzione alle relazioni fra di essi e fornendo indicazione di tipo funzionale sugli spazi che verranno recuperati nella parte di edificazione storica. Il progetto di questi e della parte urbana che consta di una piazza e spazi verdi si fermerà alla scala 1:500, mentre il progetto architettonico arriverà alla scala dell’ 1:200.
VETTORI, MARIA PILAR
ARC I - Scuola di Architettura e Società
25-lug-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/57741