This paper aims to analyze different aspects of the degradation of landscapes in Italy. The main thesis is that these aspects are a result of a single work of privatization, composed of closely related elements: the abandonment of city centers and cultural heritage, illegal buildings, the unfinished works, the “market of unsold”, the mafia landscapes and the soil sealing. The privatization phenomenon occurs when people accept that a historical building or site degrades, because it can no longer be visited or studied; when people allow the construction of a building, a structure or a fence where is not permitted, for example in nature landscapes, preventing the community to enjoy it; when people accepts unfinished works, because they degrade the natural and social environment, damaging community safety; when speculators in stock market use real estate as financial assets and not residential goods; when people revalues the privatization method because this fragments gardens and public spaces; when people don't complaint or, worse, facilitate the work of mafia in illegal landfills, quarriers and construction sites funded with money from illegal activities; when the fertile soil is used for works such as roads or buildings with the method of urban sprawl. The thesis is divided into three parts: the analysis of the problems of privatization of the Italian landscapes, the voices of architects, urban planners, archaeologists, philosophers about the importance of defending the common good landscapes and some case studies of tools for the de-privatization of the Italian landscapes, which shows that the good practices and effective results were achieved thanks to a partnership of more players and that the majority was issued after a pilot project.

Questo scritto si propone di analizzare differenti aspetti del degrado dei paesaggi in Italia, definendoli frutto di un'unica opera di privatizzazione, composta da elementi strettamente correlati tra loro: l'abbandono dei centri storici e dei beni culturali, l'abusivismo edilizio, le opere incompiute, il “mercato dell'invenduto”, i paesaggi mafiosi e il consumo di suolo. La privatizzazione avviene infatti nel momento in cui si accetta che un bene storico si degradi, perché non potrà più essere visitato e studiato; se si permette la costruzione di un edificio, di una infrastruttura o di una recinzione non autorizzata in una riserva naturale perché il contatto con la natura non può più essere fruito da tutti; qualora si lasci un'opera non completata, perché si degrada il paesaggio naturale e sociale, ledendo la sicurezza della comunità; quando si specula in borsa usando immobili come patrimonio finanziario e non come bene abitativo lasciandoli invenduti; quando si rivaluta la privatizzazione come aspetto positivo, frammentando spazi verdi e servizi; se non si denuncia, o peggio, si agevola l'operato di mafiosi in cave e discariche abusive e in cantieri finanziati con soldi provenienti da attività illecite; quando si utilizza suolo fertile per opere impermeabilizzanti come strade e edifici. La tesi si articola in tre parti: nella prima vengono analizzati i problemi di privatizzazione dei paesaggi italiani; nella seconda vengono citate delle voci di architetti, urbanisti, archeologi e filosofi sull'importanza della difesa del paesaggio perché bene comune; infine, nella terza e ultima parte sono descritti alcuni casi studio di strumenti per la de-privatizzazione dei paesaggi italiani, dai quali emerge che le buone pratiche e i risultati efficaci si sono potuti raggiungere grazie a una compartecipazione di più attori e che la maggioranza si è diffusa dopo la sperimentazione di un progetto pilota.

Ripensare i paesaggi privatizzati italiani

DE NICOLA, ANNA
2011/2012

Abstract

This paper aims to analyze different aspects of the degradation of landscapes in Italy. The main thesis is that these aspects are a result of a single work of privatization, composed of closely related elements: the abandonment of city centers and cultural heritage, illegal buildings, the unfinished works, the “market of unsold”, the mafia landscapes and the soil sealing. The privatization phenomenon occurs when people accept that a historical building or site degrades, because it can no longer be visited or studied; when people allow the construction of a building, a structure or a fence where is not permitted, for example in nature landscapes, preventing the community to enjoy it; when people accepts unfinished works, because they degrade the natural and social environment, damaging community safety; when speculators in stock market use real estate as financial assets and not residential goods; when people revalues the privatization method because this fragments gardens and public spaces; when people don't complaint or, worse, facilitate the work of mafia in illegal landfills, quarriers and construction sites funded with money from illegal activities; when the fertile soil is used for works such as roads or buildings with the method of urban sprawl. The thesis is divided into three parts: the analysis of the problems of privatization of the Italian landscapes, the voices of architects, urban planners, archaeologists, philosophers about the importance of defending the common good landscapes and some case studies of tools for the de-privatization of the Italian landscapes, which shows that the good practices and effective results were achieved thanks to a partnership of more players and that the majority was issued after a pilot project.
ASTOLFI, LISA
ARC I - Scuola di Architettura e Società
25-lug-2012
2011/2012
Questo scritto si propone di analizzare differenti aspetti del degrado dei paesaggi in Italia, definendoli frutto di un'unica opera di privatizzazione, composta da elementi strettamente correlati tra loro: l'abbandono dei centri storici e dei beni culturali, l'abusivismo edilizio, le opere incompiute, il “mercato dell'invenduto”, i paesaggi mafiosi e il consumo di suolo. La privatizzazione avviene infatti nel momento in cui si accetta che un bene storico si degradi, perché non potrà più essere visitato e studiato; se si permette la costruzione di un edificio, di una infrastruttura o di una recinzione non autorizzata in una riserva naturale perché il contatto con la natura non può più essere fruito da tutti; qualora si lasci un'opera non completata, perché si degrada il paesaggio naturale e sociale, ledendo la sicurezza della comunità; quando si specula in borsa usando immobili come patrimonio finanziario e non come bene abitativo lasciandoli invenduti; quando si rivaluta la privatizzazione come aspetto positivo, frammentando spazi verdi e servizi; se non si denuncia, o peggio, si agevola l'operato di mafiosi in cave e discariche abusive e in cantieri finanziati con soldi provenienti da attività illecite; quando si utilizza suolo fertile per opere impermeabilizzanti come strade e edifici. La tesi si articola in tre parti: nella prima vengono analizzati i problemi di privatizzazione dei paesaggi italiani; nella seconda vengono citate delle voci di architetti, urbanisti, archeologi e filosofi sull'importanza della difesa del paesaggio perché bene comune; infine, nella terza e ultima parte sono descritti alcuni casi studio di strumenti per la de-privatizzazione dei paesaggi italiani, dai quali emerge che le buone pratiche e i risultati efficaci si sono potuti raggiungere grazie a una compartecipazione di più attori e che la maggioranza si è diffusa dopo la sperimentazione di un progetto pilota.
Tesi di laurea Magistrale
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