Questo lavoro nasce nel corso dei viaggi organizzati del Master Itinerante in “Museografia, Architettura e Archeologia, progettazione strategica e gestione innovativa del patrimonio archeologico”. Grazie a questa esperienza, abbiamo potuto constatare come nel nostro Paese, più che in altri, esista un certo timore da parte delle Sovrintendenze a dare luogo a progetti sulle nostre aree archeologiche. Anche nei casi in cui sussiste una certa volontà di valorizzare questi luoghi, l’approccio meramente conservativo che è spesso adottato dai nostri Enti, genera progetti rinunciatari, che non portano le aree archeologiche ad integrarsi nella vita delle città: aree museificate, scollegate, non vissute. Il lavoro qui proposto rimanda all’esi¬genza di ricercare nuovi modelli museali per l’archeologia; forme di museo permanente che operano sul territorio con la finalità di riconnettere ad esso i suoi beni culturali e le sue peculiarità identitarie affinché si possano generare nuove relazioni tra innovazione tecnologica e tradizione. In quest’ottica abbiamo pensato di non isolare progettualmente i siti archeologici in cui siamo intervenuti, ma viceversa di considerare le relazioni che essi potevano generare insieme ai modelli esistenti, in una sorta di potenziamento e connessione con le realtà museali già presenti a Brescia. Si tratta di siti puntuali, grandi e piccoli, monumentali e sotterranei, che non sono collegati tra loro, disomogenei per quanto riguarda la loro musealizzazione, e pertanto difficili da comprendere come parti di un tutto. In alcuni casi questo patrimonio è addirittura lasciato a sé stesso, abbandonato per mancanza di fondi. Va anche ricordato che a Brescia nel 2011 è stata conferita l’iscrizione alla lista UNESCO. Questo importante riconoscimento ha fatto in modo che la nostra ricerca venisse studiata ancora più a fondo. Crediamo che l’entrata di Brescia fra i siti UNESCO ponga inevitabilmente la necessità di incrementare e arricchire l’attuale sistema museale, renderlo fruibile e comprensibile, in quanto desidera rivolgersi a un tipo di turismo che si fonda sul patrimonio locale, cosa che oggi risulta pressoché assente. Il complesso di Santa Giulia –la più importante realtà museale bresciana- non nasce da un contesto di vita integrata, ha piuttosto museificato una parte di città creando una divisione tra la città storica e il resto. A Brescia, musei e siti storici sono "consumati" a ondate periodiche proprio come tanti altri servizi: temporaneamente sfiorati. Si è creato negli anni un tipo di turismo culturale che si concentra in massa per il periodo delle mostre temporanee e che lascia il vuoto per il resto dell'anno, mortificando l'intera area, ai danni delle attività commerciali e del Museo stesso. Questo lavoro tenta dunque di elaborare una proposta che cerca di rispondere a questi dati e rendere la giusta visibilità al potenziale che questa città offre. Ragionando e intrecciando tutti i dati acquisiti, si è deciso di agire principalmente su quattro fronti: La prima azione progettuale tende alla parziale ricostruzione e alla riabilitazione del Teatro, mirata a una sua piena fruizione e comprensione, nonché a una sua possibile riattivazione per spettacoli. Il secondo tema è quello della copertura archeologica, da compiersi su quello che oggi rimane del colonnato del Foro. Il terzo intervento si inserisce alle spalle del Tempio Capitolino, con il progetto di un museo che è espositore dei reperti recuperati nei secoli proprio in quella stessa area, ma che fa anche da sfondo al Tempio ricostruito, grazie alla sua posizione sul pendio del colle Cidneo, dietro le tre celle del Tempio. Il quarto punto è rappresentato dal sistema di passerelle e dalla pavimentazione che connette tra di loro le varie aree, ora separate e raggiungibili ognuna da un accesso differente. Quest’ultimo tema vuole unificare il percorso del Parco archeologico oggi frammentato, potenziano così anche la fruibilità da parte di un turismo dedicato.

Progetto del nuovo museo del foro di Brescia e riqualificazione del teatro romano

ZANCHI, ESTER;MORETTI, CHIARA
2011/2012

Abstract

Questo lavoro nasce nel corso dei viaggi organizzati del Master Itinerante in “Museografia, Architettura e Archeologia, progettazione strategica e gestione innovativa del patrimonio archeologico”. Grazie a questa esperienza, abbiamo potuto constatare come nel nostro Paese, più che in altri, esista un certo timore da parte delle Sovrintendenze a dare luogo a progetti sulle nostre aree archeologiche. Anche nei casi in cui sussiste una certa volontà di valorizzare questi luoghi, l’approccio meramente conservativo che è spesso adottato dai nostri Enti, genera progetti rinunciatari, che non portano le aree archeologiche ad integrarsi nella vita delle città: aree museificate, scollegate, non vissute. Il lavoro qui proposto rimanda all’esi¬genza di ricercare nuovi modelli museali per l’archeologia; forme di museo permanente che operano sul territorio con la finalità di riconnettere ad esso i suoi beni culturali e le sue peculiarità identitarie affinché si possano generare nuove relazioni tra innovazione tecnologica e tradizione. In quest’ottica abbiamo pensato di non isolare progettualmente i siti archeologici in cui siamo intervenuti, ma viceversa di considerare le relazioni che essi potevano generare insieme ai modelli esistenti, in una sorta di potenziamento e connessione con le realtà museali già presenti a Brescia. Si tratta di siti puntuali, grandi e piccoli, monumentali e sotterranei, che non sono collegati tra loro, disomogenei per quanto riguarda la loro musealizzazione, e pertanto difficili da comprendere come parti di un tutto. In alcuni casi questo patrimonio è addirittura lasciato a sé stesso, abbandonato per mancanza di fondi. Va anche ricordato che a Brescia nel 2011 è stata conferita l’iscrizione alla lista UNESCO. Questo importante riconoscimento ha fatto in modo che la nostra ricerca venisse studiata ancora più a fondo. Crediamo che l’entrata di Brescia fra i siti UNESCO ponga inevitabilmente la necessità di incrementare e arricchire l’attuale sistema museale, renderlo fruibile e comprensibile, in quanto desidera rivolgersi a un tipo di turismo che si fonda sul patrimonio locale, cosa che oggi risulta pressoché assente. Il complesso di Santa Giulia –la più importante realtà museale bresciana- non nasce da un contesto di vita integrata, ha piuttosto museificato una parte di città creando una divisione tra la città storica e il resto. A Brescia, musei e siti storici sono "consumati" a ondate periodiche proprio come tanti altri servizi: temporaneamente sfiorati. Si è creato negli anni un tipo di turismo culturale che si concentra in massa per il periodo delle mostre temporanee e che lascia il vuoto per il resto dell'anno, mortificando l'intera area, ai danni delle attività commerciali e del Museo stesso. Questo lavoro tenta dunque di elaborare una proposta che cerca di rispondere a questi dati e rendere la giusta visibilità al potenziale che questa città offre. Ragionando e intrecciando tutti i dati acquisiti, si è deciso di agire principalmente su quattro fronti: La prima azione progettuale tende alla parziale ricostruzione e alla riabilitazione del Teatro, mirata a una sua piena fruizione e comprensione, nonché a una sua possibile riattivazione per spettacoli. Il secondo tema è quello della copertura archeologica, da compiersi su quello che oggi rimane del colonnato del Foro. Il terzo intervento si inserisce alle spalle del Tempio Capitolino, con il progetto di un museo che è espositore dei reperti recuperati nei secoli proprio in quella stessa area, ma che fa anche da sfondo al Tempio ricostruito, grazie alla sua posizione sul pendio del colle Cidneo, dietro le tre celle del Tempio. Il quarto punto è rappresentato dal sistema di passerelle e dalla pavimentazione che connette tra di loro le varie aree, ora separate e raggiungibili ognuna da un accesso differente. Quest’ultimo tema vuole unificare il percorso del Parco archeologico oggi frammentato, potenziano così anche la fruibilità da parte di un turismo dedicato.
LEONI, FRANCESCO
OSSOLA, SAMUELE
GHIRARDINI, SARA
CONFORTI, PAOLO
CHIAPPERINO, ALESSIA
ARC I - Scuola di Architettura e Società
21-dic-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/72882