This dissertation analyzes the creation and evolution of one of Lebanon’s twelve Palestine refugee camps, Borj Barajneh, located in the southern suburbs of Beirut, from the 1948 Arab-Israeli War, through to the end of the 1975-1990 Civil War and to present days. This study seeks to understand to which extent Borj Barajneh is part of the city today. With this aim in view, this study presents a comprehensive analysis of the spatial practices and policies that have shaped and still affect the morphology and internal dynamics of the camp and its articulations with its immediate environment. Firstly, this dissertation focuses on three main issues resulting from my analysis of several official reports, articles, conferences, the literature on the subject, a field trip to Borj Barajneh and interviews I conducted with the camp dwellers: (1) the lack of planning tools in Lebanon and the random urbanization in the suburbs of Beirut; (2) the location of Borj Barajneh in a stigmatized and marginalized suburb of Beirut, and (3) the non-interventionist strategy adopted by the Lebanese state towards the Palestinian issue and the planning of the refugee camps. Secondly, having set the legal, spatial, social, economic, religious, and politic framework in which Borj Barajneh is implemented, this dissertation presents four main findings. First, the space of the camp represents a strong symbol of the refugees’ Palestinian identities in the host countries. Second, the space of the camp constitutes a physical representation of the legal restrictions imposed on the Palestinians. Third, as a refuge, the camp redefines its role on a local scale. Finally, as a humanitarian space, the camp creates ties with its surroundings. Finally, this dissertation shows that despite the spatial and legal practices used by the Lebanese authorities to weaken and isolate the Palestine refugees, they however manage, through their own socio-spatial practices, to render Borj Barajneh’s borders porous, to open up the space of the camp, and to call for a reinterpretation of the role of the camp on a local scale.

Questa tesi analizza la creazione e l'evoluzione di uno di dodici campi per rifugiati palestinesi presenti in Libano, Borj Barajneh, situato nella periferia sud di Beirut, dal suo insediamento a seguito del conflitto arabo-israeliana del 1948, fino alla fine della guerra civile del 1975-1990 e ai giorni nostri. L’obiettivo del lavoro è capire fino a che punto il campo Borj Barajneh sia effettivamente integrato nell’ attuale tessuto sociale/urbanistico di Beirut. La tesi presenta un'analisi completa degli strumenti urbanistici e regolamenti di governo del territorio che hanno dato forma e ancora influenzano la morfologia e le dinamiche spaziali interne del campo e le sue articolazioni con l’ambiente circostante. In primo luogo, questa tesi si incentra sulle tre principali problematiche riscontrate dall’analisi di diversi rapporti ufficiali governativi, articoli, atti di conferenze, dalla letteratura, nonché una visita a Borj Barajneh e le interviste agli abitanti del campo: (1) la mancanza di strumenti di pianificazione in Libano e l'urbanizzazione casuale della periferia di Beirut, (2) la posizione di Borj Barajneh in una periferia di Beirut stigmatizzata ed emarginata, e (3) la strategia non-interventista adottata dallo Stato libanese verso la questione palestinese e la pianificazione dei campi profughi. In secondo luogo, dopo aver chiarito il quadro giuridico, spaziale, sociale, economico, religioso e politico in cui si è sviluppato il campo Borj Barajneh, sono presentati i quattro principali risultati conseguiti dall’analisi: lo spazio del campo rappresenta un simbolo forte d’identità dei profughi palestinesi nei paesi ospitanti, costituisce una rappresentazione fisica delle restrizioni legali imposte ai palestinesi, come rifugio, ridefinisce il suo ruolo sulla scala locale, ed infine, nella sua funzione di uno spazio umanitario, il campo crea legami con tutto l'ambiente circostante. In conclusione, questo lavoro di tesi dimostra che, nonostante le politiche di governo del territorio imposte dalle autorità libanesi per indebolire e isolare i profughi palestinesi, questi siano riusciti, attraverso le proprie consuetudini socio-spaziali, a rendere porosi i confini di Borj Barajneh, ad aprire lo spazio del campo, e ad invitare ad una reinterpretazione del ruolo del campo sulla scala locale.

Borj Barajneh : reinterpretation of a Palestine refugee camp in Beirut. Morphology, internal dynamics and articulations to its immediate environment

HABIB, ELISABETH, NATHALIE, THERESE
2011/2012

Abstract

This dissertation analyzes the creation and evolution of one of Lebanon’s twelve Palestine refugee camps, Borj Barajneh, located in the southern suburbs of Beirut, from the 1948 Arab-Israeli War, through to the end of the 1975-1990 Civil War and to present days. This study seeks to understand to which extent Borj Barajneh is part of the city today. With this aim in view, this study presents a comprehensive analysis of the spatial practices and policies that have shaped and still affect the morphology and internal dynamics of the camp and its articulations with its immediate environment. Firstly, this dissertation focuses on three main issues resulting from my analysis of several official reports, articles, conferences, the literature on the subject, a field trip to Borj Barajneh and interviews I conducted with the camp dwellers: (1) the lack of planning tools in Lebanon and the random urbanization in the suburbs of Beirut; (2) the location of Borj Barajneh in a stigmatized and marginalized suburb of Beirut, and (3) the non-interventionist strategy adopted by the Lebanese state towards the Palestinian issue and the planning of the refugee camps. Secondly, having set the legal, spatial, social, economic, religious, and politic framework in which Borj Barajneh is implemented, this dissertation presents four main findings. First, the space of the camp represents a strong symbol of the refugees’ Palestinian identities in the host countries. Second, the space of the camp constitutes a physical representation of the legal restrictions imposed on the Palestinians. Third, as a refuge, the camp redefines its role on a local scale. Finally, as a humanitarian space, the camp creates ties with its surroundings. Finally, this dissertation shows that despite the spatial and legal practices used by the Lebanese authorities to weaken and isolate the Palestine refugees, they however manage, through their own socio-spatial practices, to render Borj Barajneh’s borders porous, to open up the space of the camp, and to call for a reinterpretation of the role of the camp on a local scale.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
21-dic-2012
2011/2012
Questa tesi analizza la creazione e l'evoluzione di uno di dodici campi per rifugiati palestinesi presenti in Libano, Borj Barajneh, situato nella periferia sud di Beirut, dal suo insediamento a seguito del conflitto arabo-israeliana del 1948, fino alla fine della guerra civile del 1975-1990 e ai giorni nostri. L’obiettivo del lavoro è capire fino a che punto il campo Borj Barajneh sia effettivamente integrato nell’ attuale tessuto sociale/urbanistico di Beirut. La tesi presenta un'analisi completa degli strumenti urbanistici e regolamenti di governo del territorio che hanno dato forma e ancora influenzano la morfologia e le dinamiche spaziali interne del campo e le sue articolazioni con l’ambiente circostante. In primo luogo, questa tesi si incentra sulle tre principali problematiche riscontrate dall’analisi di diversi rapporti ufficiali governativi, articoli, atti di conferenze, dalla letteratura, nonché una visita a Borj Barajneh e le interviste agli abitanti del campo: (1) la mancanza di strumenti di pianificazione in Libano e l'urbanizzazione casuale della periferia di Beirut, (2) la posizione di Borj Barajneh in una periferia di Beirut stigmatizzata ed emarginata, e (3) la strategia non-interventista adottata dallo Stato libanese verso la questione palestinese e la pianificazione dei campi profughi. In secondo luogo, dopo aver chiarito il quadro giuridico, spaziale, sociale, economico, religioso e politico in cui si è sviluppato il campo Borj Barajneh, sono presentati i quattro principali risultati conseguiti dall’analisi: lo spazio del campo rappresenta un simbolo forte d’identità dei profughi palestinesi nei paesi ospitanti, costituisce una rappresentazione fisica delle restrizioni legali imposte ai palestinesi, come rifugio, ridefinisce il suo ruolo sulla scala locale, ed infine, nella sua funzione di uno spazio umanitario, il campo crea legami con tutto l'ambiente circostante. In conclusione, questo lavoro di tesi dimostra che, nonostante le politiche di governo del territorio imposte dalle autorità libanesi per indebolire e isolare i profughi palestinesi, questi siano riusciti, attraverso le proprie consuetudini socio-spaziali, a rendere porosi i confini di Borj Barajneh, ad aprire lo spazio del campo, e ad invitare ad una reinterpretazione del ruolo del campo sulla scala locale.
Tesi di laurea Magistrale
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Open Access dal 29/11/2013

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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/72991