As wrote in the text of the International architecture competition “OUTSIDE THE BOX_Low and High Technologies for the Emergencies”, the many emergencies in the last years have focused the attention on the living conditions and the reconstruction period to the normalcy of the suffering populations. From the disaster on Europe and North America, to the ones in Asia and on the Ocean, all of them have in common the discomfort of the people in one of the most personal an important space for the human: the house, the own personal space. Destroyed or damaged from the calamity event, the one about the house is one of the first rescue acts from the rescuers, via the assessing of the buildings or the temporary substitution with emergency shelters. The history of Italian emergency showed how the emergency shelter is instead used for months or even years, with all the discomforts this means. I choose to study the most important, in my opinion, space which is the residential space, the most important to improve. In particular, I choose to study the emergency shelters. The competition empathize the technological aspects, the environmental sustainability and the parametric design. I tried to follow this indications, with the purpose of searching a more comfortable residential space which can also work in emergency situations. The first part of the work is about the study of the emergency. It has been about the analysis of the situation as well of the artifacts. This ended in the creation of a list of requisites for emergency shelters. The work’s second part is about the study of two technologies which, from the first part study, seemed to be suitable for the project: the vacuumatics and the pneumatic technologies. The third and last part of the work, is the project of an emergency shelter. The project process had involved the study and verification of various technologic and materials options, as well in an evolving research about the form. In the end, trough vacuumatics with granular filler and with panel filler, it has been choose a final solution which combine pneumatic and vacuum technologies.

Come sottolineato nel testo del bando di concorso internazionale di architettura “OUTSIDE THE BOX_Low and High Technologies for the Emergencies”, il ripetersi negli ultimi anni di svariate situazioni d’emergenza ha portato all’attenzione generale le condizioni di vita e il processo di ricostruzione e ritorno alla normalità delle popolazioni colpite. Dalla calamità che hanno colpito l’Europa e il nord America, a quelle in Asia e sull’Oceano, tutte hanno in comune il disagio delle persone in uno degli spazi più personali e importanti per l’essere umano: la casa, il proprio spazio privato. Distrutta o danneggiata dall’evento calamitoso, ciò che riguarda l’abitazione è uno degli interventi primari messi in campo dai soccorritori, attraverso la messa in sicurezza degli edifici o la temporanea sostituzione con i rifugi d’emergenza. La storia delle calamità italiane ha mostrato come spesso il ricovero temporaneo venga invece abitato per mesi, a volte anni, con tutti i disagi che ciò comporta. Discostandomi dall’oggetto del bando, cioè il progetto di uno spazio di lavoro, è lo spazio di abitazione secondo me l’ambito più importante da studiare e migliorare. Ho scelto di indagare il campo dell’architettura residenziale per l’emergenza come oggetto della mia tesi di Laurea; in particolare, i manufatti per la prima emergenza che si configurano come unità specifiche per la situazione, antecedenti alle fasi di bonifica e ricostruzione, e con la necessità di essere pronte all’uso. Il bando di concorso enfatizza gli aspetti tecnologici, la sostenibilità ambientale e il design parametrico. Nel mio lavoro ho cercato di usare questi parametri come guida per la ricerca di uno spazio più confortevole per gli abitanti ma al contempo adatto all’uso in situazioni d’emergenza. La prima parte del lavoro si occupa dello studio del tema dell’emergenza. Essa ha riguardato sia l’analisi degli scenari d’emergenza che dei manufatti usati come rifugio e abitazione. Questo ha portato all’individuazione di una serie di requisiti propri dell’emergenza e di alcune caratteristiche tipiche dei manufatti usati per rispondere a questi requisiti, che sono stati presi come riferimento per i successivi studi. La seconda parte del lavoro ha riguardato l’approfondimento, sia teorico sia attraverso casi studio, di due tecnologie costruttive che, da un’analisi preliminare, potrebbero essere adatte e migliorative in uno scenario d’emergenza: la tecnologia pressostatica e la tecnologia depressostatica. La terza e ultima parte è stata di progetto di un manufatto di ricovero, il quale è stato sviluppato in conseguenza a ciò che è stato studiato nelle parti precedenti. La progettazione ha comportato una verifica sulle prestazioni delle tecnologie e dei materiali precedentemente studiati, in relazione ai requisiti individuati nella parte riguardante l’emergenza. Ciò ha fatto evolvere la scelta dei materiali, della forma del manufatto e della tecnologia usata; si è passati dall’uso della tecnologia pressostatica strutturale con materiali granulari a quella con materiali a pannello, fino alla scelta finale di unire la tecnologia pressostatica con quella depressostatica, sia strutturale che di tamponamento vacuo.

Architettura sottovuoto : progetto di una struttura di ricovero per situazioni d'emergenza

CRISTINA, MARTINA
2012/2013

Abstract

As wrote in the text of the International architecture competition “OUTSIDE THE BOX_Low and High Technologies for the Emergencies”, the many emergencies in the last years have focused the attention on the living conditions and the reconstruction period to the normalcy of the suffering populations. From the disaster on Europe and North America, to the ones in Asia and on the Ocean, all of them have in common the discomfort of the people in one of the most personal an important space for the human: the house, the own personal space. Destroyed or damaged from the calamity event, the one about the house is one of the first rescue acts from the rescuers, via the assessing of the buildings or the temporary substitution with emergency shelters. The history of Italian emergency showed how the emergency shelter is instead used for months or even years, with all the discomforts this means. I choose to study the most important, in my opinion, space which is the residential space, the most important to improve. In particular, I choose to study the emergency shelters. The competition empathize the technological aspects, the environmental sustainability and the parametric design. I tried to follow this indications, with the purpose of searching a more comfortable residential space which can also work in emergency situations. The first part of the work is about the study of the emergency. It has been about the analysis of the situation as well of the artifacts. This ended in the creation of a list of requisites for emergency shelters. The work’s second part is about the study of two technologies which, from the first part study, seemed to be suitable for the project: the vacuumatics and the pneumatic technologies. The third and last part of the work, is the project of an emergency shelter. The project process had involved the study and verification of various technologic and materials options, as well in an evolving research about the form. In the end, trough vacuumatics with granular filler and with panel filler, it has been choose a final solution which combine pneumatic and vacuum technologies.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
16-dic-2013
2012/2013
Come sottolineato nel testo del bando di concorso internazionale di architettura “OUTSIDE THE BOX_Low and High Technologies for the Emergencies”, il ripetersi negli ultimi anni di svariate situazioni d’emergenza ha portato all’attenzione generale le condizioni di vita e il processo di ricostruzione e ritorno alla normalità delle popolazioni colpite. Dalla calamità che hanno colpito l’Europa e il nord America, a quelle in Asia e sull’Oceano, tutte hanno in comune il disagio delle persone in uno degli spazi più personali e importanti per l’essere umano: la casa, il proprio spazio privato. Distrutta o danneggiata dall’evento calamitoso, ciò che riguarda l’abitazione è uno degli interventi primari messi in campo dai soccorritori, attraverso la messa in sicurezza degli edifici o la temporanea sostituzione con i rifugi d’emergenza. La storia delle calamità italiane ha mostrato come spesso il ricovero temporaneo venga invece abitato per mesi, a volte anni, con tutti i disagi che ciò comporta. Discostandomi dall’oggetto del bando, cioè il progetto di uno spazio di lavoro, è lo spazio di abitazione secondo me l’ambito più importante da studiare e migliorare. Ho scelto di indagare il campo dell’architettura residenziale per l’emergenza come oggetto della mia tesi di Laurea; in particolare, i manufatti per la prima emergenza che si configurano come unità specifiche per la situazione, antecedenti alle fasi di bonifica e ricostruzione, e con la necessità di essere pronte all’uso. Il bando di concorso enfatizza gli aspetti tecnologici, la sostenibilità ambientale e il design parametrico. Nel mio lavoro ho cercato di usare questi parametri come guida per la ricerca di uno spazio più confortevole per gli abitanti ma al contempo adatto all’uso in situazioni d’emergenza. La prima parte del lavoro si occupa dello studio del tema dell’emergenza. Essa ha riguardato sia l’analisi degli scenari d’emergenza che dei manufatti usati come rifugio e abitazione. Questo ha portato all’individuazione di una serie di requisiti propri dell’emergenza e di alcune caratteristiche tipiche dei manufatti usati per rispondere a questi requisiti, che sono stati presi come riferimento per i successivi studi. La seconda parte del lavoro ha riguardato l’approfondimento, sia teorico sia attraverso casi studio, di due tecnologie costruttive che, da un’analisi preliminare, potrebbero essere adatte e migliorative in uno scenario d’emergenza: la tecnologia pressostatica e la tecnologia depressostatica. La terza e ultima parte è stata di progetto di un manufatto di ricovero, il quale è stato sviluppato in conseguenza a ciò che è stato studiato nelle parti precedenti. La progettazione ha comportato una verifica sulle prestazioni delle tecnologie e dei materiali precedentemente studiati, in relazione ai requisiti individuati nella parte riguardante l’emergenza. Ciò ha fatto evolvere la scelta dei materiali, della forma del manufatto e della tecnologia usata; si è passati dall’uso della tecnologia pressostatica strutturale con materiali granulari a quella con materiali a pannello, fino alla scelta finale di unire la tecnologia pressostatica con quella depressostatica, sia strutturale che di tamponamento vacuo.
Tesi di laurea Magistrale
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