Flood risk management, purpose of the EU Directive 2007/60/CE, must include land use measures in order to limit exposed value and to preserve flood discharge conditions and natural flood retention lands. The aim of this Master’s Thesis work is to study land use changes between 1999 and 2007 in Lombardy along river floodplains (fasce fluviali) defined by the Hydrogeological Setting Plan (Piano per l’Assetto Idrogeologico, PAI). It attempts to discuss these changes in relation to normative context, territorial morphology and demographic context. The study focuses on changes in urbanized area extension, namely residential areas, production or commercial installations and communication networks, as these land covers strongly affect flood risk value. Spatial analysis techniques with Geographical Information Systems (GIS) were used. After having made an overall assessment of the changes in urbanized land cover extension in river floodplain in Lombardy, the case of the Rivers Po and Oglio were examined closely with a methodology defined in this Thesis for the study of land use in river corridors. This methodology can be applied in other regions where the necessary data is available. Within the study of the Rivers Po and Oglio the uncertainties and errors of the database were characterized and they revealed a lack of suitable tools to efficiently monitor the implementation of the PAI. Nevertheless, real increases in the urbanized surfaces were found in the high hazard areas (fasce A, B). These variations highlighted the inefficacy of the PAI to stop the construction of agricultural buildings and public structures or public interest structures. Furthermore, the significant change in urbanized area extension in fascia C (residual risk) pointed out the shortcomings of the PAI that doesn’t control land use in this zone although residual risk cannot be overlooked.

La gestione del rischio di alluvione, oggetto della Direttiva europea 2007/60/CE, non può prescindere da misure che vincolino l’uso del suolo nelle aree sottoposte a pericolosità da alluvione per limitare il valore esposto e preservare le condizioni di deflusso delle piene e le aree di espansione naturali. L’obiettivo del presente lavoro di Tesi è di studiare le variazioni di uso del suolo tra il 1999 e il 2007 nelle fasce fluviali in Lombardia delimitate dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) e di tentare di interpretare le dinamiche osservate in relazione al contesto normativo, alla morfologia del territorio e al contesto demografico. Lo studio si concentra sulle variazioni delle superfici urbanizzate, ossia il tessuto residenziale, gli insediamenti produttivi, gli grandi impianti e le reti di comunicazione, in quanto queste coperture incidono fortemente sull’entità del rischio di alluvione. Sono state impiegate tecniche di analisi spaziale con Sistemi Informativi Territoriali (SIT). Dopo avere realizzato un quadro complessivo delle variazioni delle superfici urbanizzate nelle fasce dell’intera Regione Lombardia, i casi dei Fiumi Po ed Oglio sono stati approfonditi previa la definizione di una metodologia per lo studio dell’uso del suolo in ambiti fluviali. La metodologia sviluppata può essere applicata ad altre regioni dove fossero disponibili i dati necessari. Nell’ambito dello studio di dettaglio per i Fiumi Po e Oglio, sono state verificate incertezze e errori nelle basi dati utilizzate che hanno rivelato una mancanza di strumenti adeguati per potere realizzare un monitoraggio efficace dell’attuazione del PAI. Sono stati comunque individuati guadagni reali di superfici urbanizzate nelle fasce A e B (fasce di esondazione). Essi hanno messo in evidenza l’inefficacia del PAI nel fermare la realizzazione o l’ampliamento di insediamenti produttivi agricoli e di opere pubbliche e di interesse pubblico. Inoltre, le forti dinamiche rilevate in fascia C (rischio residuale) mostrano le insufficienze del PAI che non prevede nessun controllo dell’uso del suolo in questa fascia sebbene il rischio residuale non possa essere trascurato.

Studio delle variazioni di uso del suolo lungo le fasce fluviali. I casi dei fiumi Po e Oglio

SARRAZIN, FANNY
2012/2013

Abstract

Flood risk management, purpose of the EU Directive 2007/60/CE, must include land use measures in order to limit exposed value and to preserve flood discharge conditions and natural flood retention lands. The aim of this Master’s Thesis work is to study land use changes between 1999 and 2007 in Lombardy along river floodplains (fasce fluviali) defined by the Hydrogeological Setting Plan (Piano per l’Assetto Idrogeologico, PAI). It attempts to discuss these changes in relation to normative context, territorial morphology and demographic context. The study focuses on changes in urbanized area extension, namely residential areas, production or commercial installations and communication networks, as these land covers strongly affect flood risk value. Spatial analysis techniques with Geographical Information Systems (GIS) were used. After having made an overall assessment of the changes in urbanized land cover extension in river floodplain in Lombardy, the case of the Rivers Po and Oglio were examined closely with a methodology defined in this Thesis for the study of land use in river corridors. This methodology can be applied in other regions where the necessary data is available. Within the study of the Rivers Po and Oglio the uncertainties and errors of the database were characterized and they revealed a lack of suitable tools to efficiently monitor the implementation of the PAI. Nevertheless, real increases in the urbanized surfaces were found in the high hazard areas (fasce A, B). These variations highlighted the inefficacy of the PAI to stop the construction of agricultural buildings and public structures or public interest structures. Furthermore, the significant change in urbanized area extension in fascia C (residual risk) pointed out the shortcomings of the PAI that doesn’t control land use in this zone although residual risk cannot be overlooked.
PIANOSI, FRANCESCA
BIZZI, SIMONE
ING I - Scuola di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale
18-dic-2013
2012/2013
La gestione del rischio di alluvione, oggetto della Direttiva europea 2007/60/CE, non può prescindere da misure che vincolino l’uso del suolo nelle aree sottoposte a pericolosità da alluvione per limitare il valore esposto e preservare le condizioni di deflusso delle piene e le aree di espansione naturali. L’obiettivo del presente lavoro di Tesi è di studiare le variazioni di uso del suolo tra il 1999 e il 2007 nelle fasce fluviali in Lombardia delimitate dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) e di tentare di interpretare le dinamiche osservate in relazione al contesto normativo, alla morfologia del territorio e al contesto demografico. Lo studio si concentra sulle variazioni delle superfici urbanizzate, ossia il tessuto residenziale, gli insediamenti produttivi, gli grandi impianti e le reti di comunicazione, in quanto queste coperture incidono fortemente sull’entità del rischio di alluvione. Sono state impiegate tecniche di analisi spaziale con Sistemi Informativi Territoriali (SIT). Dopo avere realizzato un quadro complessivo delle variazioni delle superfici urbanizzate nelle fasce dell’intera Regione Lombardia, i casi dei Fiumi Po ed Oglio sono stati approfonditi previa la definizione di una metodologia per lo studio dell’uso del suolo in ambiti fluviali. La metodologia sviluppata può essere applicata ad altre regioni dove fossero disponibili i dati necessari. Nell’ambito dello studio di dettaglio per i Fiumi Po e Oglio, sono state verificate incertezze e errori nelle basi dati utilizzate che hanno rivelato una mancanza di strumenti adeguati per potere realizzare un monitoraggio efficace dell’attuazione del PAI. Sono stati comunque individuati guadagni reali di superfici urbanizzate nelle fasce A e B (fasce di esondazione). Essi hanno messo in evidenza l’inefficacia del PAI nel fermare la realizzazione o l’ampliamento di insediamenti produttivi agricoli e di opere pubbliche e di interesse pubblico. Inoltre, le forti dinamiche rilevate in fascia C (rischio residuale) mostrano le insufficienze del PAI che non prevede nessun controllo dell’uso del suolo in questa fascia sebbene il rischio residuale non possa essere trascurato.
Tesi di laurea Magistrale
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