La tesi riflette sul valore documentario della fotografia di architettura e ne discute il possibile impiego sistematico per la conservazione del patrimonio costruito. Lo studio muove da alcune questioni fondamentali: la fotografia può essere usata come documento? Come può essere utilizzata nell’attività di conservazione e restauro dell’architettura? La fotografia non è una rappresentazione fedele e oggettiva della realtà in quanto è influenzata dalla soggettività del fotografo, di chi l'ha commissionata e della società che l'ha prodotta e, in più, restituisce una visione parziale del tempo e dello spazio. No-nostante questo, la fotografia può essere considerata un documento poiché contiene in sé un grande numero di informazioni che, opportunamente verificate e confrontate con altri documenti, arricchiscono la conoscenza dell'oggetto di studio. La fotografia come documento storico occupa quindi un ruolo importante nella pratica del restauro perché permette di conoscere le fasi che l'edificio ha attraversato. La fotografia trova inoltre ampio spazio nella prassi della conservazione preventiva del pa-trimonio costruito, come strumento di controllo, documentazione e monitoraggio delle condizioni di conservazione e d’uso. In questo modo, la documentazione fotografica rafforza la consapevolezza che il patrimonio è il prodotto di un processo complesso che, dopo la progettazione e la costruzione, si snoda attraverso momenti d’uso, trasforma-zione, abbandono. Queste premesse sono state verificate nell’ambito del lavoro di digitalizzazione e catalogazione dell’archivio fotografico storico dell’impresa Castiglioni di Varese, che documenta il cantiere di costruzione del Villaggio Sanatoriale di Sondalo.
Fotografia e architettura. Documentare e conservare il patrimonio del XX secolo
SOLINAS, GIUSEPPINA;SEGATTINI, MARTA;SALA, CAROLINA
2012/2013
Abstract
La tesi riflette sul valore documentario della fotografia di architettura e ne discute il possibile impiego sistematico per la conservazione del patrimonio costruito. Lo studio muove da alcune questioni fondamentali: la fotografia può essere usata come documento? Come può essere utilizzata nell’attività di conservazione e restauro dell’architettura? La fotografia non è una rappresentazione fedele e oggettiva della realtà in quanto è influenzata dalla soggettività del fotografo, di chi l'ha commissionata e della società che l'ha prodotta e, in più, restituisce una visione parziale del tempo e dello spazio. No-nostante questo, la fotografia può essere considerata un documento poiché contiene in sé un grande numero di informazioni che, opportunamente verificate e confrontate con altri documenti, arricchiscono la conoscenza dell'oggetto di studio. La fotografia come documento storico occupa quindi un ruolo importante nella pratica del restauro perché permette di conoscere le fasi che l'edificio ha attraversato. La fotografia trova inoltre ampio spazio nella prassi della conservazione preventiva del pa-trimonio costruito, come strumento di controllo, documentazione e monitoraggio delle condizioni di conservazione e d’uso. In questo modo, la documentazione fotografica rafforza la consapevolezza che il patrimonio è il prodotto di un processo complesso che, dopo la progettazione e la costruzione, si snoda attraverso momenti d’uso, trasforma-zione, abbandono. Queste premesse sono state verificate nell’ambito del lavoro di digitalizzazione e catalogazione dell’archivio fotografico storico dell’impresa Castiglioni di Varese, che documenta il cantiere di costruzione del Villaggio Sanatoriale di Sondalo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/90421