Il modo di vivere e di pensare della civiltà europea, capitalistica, liberale e borghese, introduce nella nuova città annessa allo Stato Italiano nuovi stili di vita e nuove maniere d’abitare basati sull’igiene, il decoro e il comfort abitativo. Un progresso sociale basato sullo sviluppo della tecnica, del sapere, del governo della società, con una conseguente necessità di nuove attrezzature dove collocare nuove funzioni. Alle grandi strutture viene quindi affidato il compito di esprimere i valori di una nuova società, mettendo in gioco così anche un nuovo modo di vivere lo spazio urbano. In tutta Europa si diffonde una rivoluzionaria idea di città che introduce nuove componenti nell’organizzazione urbana: l’isolato, ”l'elemento chiave che definisce sia gli spazi urbani che gli edifici, ed inoltre l'elemento singolo che definisce la scala urbana, l'uso, l'ordine e il linguaggio (pubblico e privato, individuale e collettivo)”; la piazza, uno spazio urbano dilatato e regolare che consenta aria e luce; il parco e il giardino, un insieme di spazi verdi che diventino luoghi di incontro; ed infine attrezzature urbane, nuovi edifici monumentali che soddisfino le nuove esigenze e celebrino i nuovi ideali della nuova società. In Europa il processo di rimodellamento della città aveva già preso piede a Parigi con l’intervento di Haussmann, a Vienna e Barcellona per merito di Cerdà e a Madrid sotto le direttive di de Castro. Per ottemperare alle richieste imposte dal cambiamento della collettività era diventato quindi necessario un ridisegno dello spazio fisico e una differente struttura funzionale della città, un mutato ordine urbano. La città si viene ad articolare in una trama di tracciati a scacchiera, ampi e regolari, scanditi da piazze e grandi viali e delimitati da edifici residenziali, facendo emergere l’isolato come identità tridimensionale autonoma. Ad irrompere la regolarità di questa maglia urbana vengono innestati edifici monumentali e grandi attrezzature che costituiscono i fulcri della nuova composizione della città. Rallentamento della tensione verso questi nuovi fuochi della vita sociale cittadina si ha con la penetrazione di parchi, giardini, piazze e viali alberati nel tessuto urbano. Questa nuova riorganizzazione prende forma a Roma in un piano che per la prima volta assume un valore autoreferenziale in quanto diventa forma di governo della città ma modello per la sua espansione prossima, diventando regola a livello funzionale ed edificatoria. Viene a crearsi in questo modo accanto alla città già esistente una città nuova che nasce sulla base di regole differenti, compatta, irregolare e funzionalmente mista. I principi su cui si basa la nascita delle due città non sono scoordinati, ma per entrambi il nodo attorno a cui si sviluppa il concetto di città è lo spazio collettivo. Le nuove strade tracciate nel tessuto esistente per collegare il nuovo nucleo alle espansioni ne fluidificano la struttura. Per fare ciò è quindi necessario l’intervento anche sullo spazio urbano già esistente, quello considerato centro storico. Nuove strade e nuove piazze si adagiano in un tessuto consolidato secondo una nuova spazialità, divincolandosi tra edifici esistenti e talvolta riplasmandoli secondo i codici formali della città nuova.

Il museo della Roma di ieri nella Roma di oggi

KOTLAR, DINO;MITROVIC, EMILIA;GHERARDI, MARTINA
2013/2014

Abstract

Il modo di vivere e di pensare della civiltà europea, capitalistica, liberale e borghese, introduce nella nuova città annessa allo Stato Italiano nuovi stili di vita e nuove maniere d’abitare basati sull’igiene, il decoro e il comfort abitativo. Un progresso sociale basato sullo sviluppo della tecnica, del sapere, del governo della società, con una conseguente necessità di nuove attrezzature dove collocare nuove funzioni. Alle grandi strutture viene quindi affidato il compito di esprimere i valori di una nuova società, mettendo in gioco così anche un nuovo modo di vivere lo spazio urbano. In tutta Europa si diffonde una rivoluzionaria idea di città che introduce nuove componenti nell’organizzazione urbana: l’isolato, ”l'elemento chiave che definisce sia gli spazi urbani che gli edifici, ed inoltre l'elemento singolo che definisce la scala urbana, l'uso, l'ordine e il linguaggio (pubblico e privato, individuale e collettivo)”; la piazza, uno spazio urbano dilatato e regolare che consenta aria e luce; il parco e il giardino, un insieme di spazi verdi che diventino luoghi di incontro; ed infine attrezzature urbane, nuovi edifici monumentali che soddisfino le nuove esigenze e celebrino i nuovi ideali della nuova società. In Europa il processo di rimodellamento della città aveva già preso piede a Parigi con l’intervento di Haussmann, a Vienna e Barcellona per merito di Cerdà e a Madrid sotto le direttive di de Castro. Per ottemperare alle richieste imposte dal cambiamento della collettività era diventato quindi necessario un ridisegno dello spazio fisico e una differente struttura funzionale della città, un mutato ordine urbano. La città si viene ad articolare in una trama di tracciati a scacchiera, ampi e regolari, scanditi da piazze e grandi viali e delimitati da edifici residenziali, facendo emergere l’isolato come identità tridimensionale autonoma. Ad irrompere la regolarità di questa maglia urbana vengono innestati edifici monumentali e grandi attrezzature che costituiscono i fulcri della nuova composizione della città. Rallentamento della tensione verso questi nuovi fuochi della vita sociale cittadina si ha con la penetrazione di parchi, giardini, piazze e viali alberati nel tessuto urbano. Questa nuova riorganizzazione prende forma a Roma in un piano che per la prima volta assume un valore autoreferenziale in quanto diventa forma di governo della città ma modello per la sua espansione prossima, diventando regola a livello funzionale ed edificatoria. Viene a crearsi in questo modo accanto alla città già esistente una città nuova che nasce sulla base di regole differenti, compatta, irregolare e funzionalmente mista. I principi su cui si basa la nascita delle due città non sono scoordinati, ma per entrambi il nodo attorno a cui si sviluppa il concetto di città è lo spazio collettivo. Le nuove strade tracciate nel tessuto esistente per collegare il nuovo nucleo alle espansioni ne fluidificano la struttura. Per fare ciò è quindi necessario l’intervento anche sullo spazio urbano già esistente, quello considerato centro storico. Nuove strade e nuove piazze si adagiano in un tessuto consolidato secondo una nuova spazialità, divincolandosi tra edifici esistenti e talvolta riplasmandoli secondo i codici formali della città nuova.
LEONI, FRANCESCO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
28-apr-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/90811