Questa tesi sviluppa l’ipotesi di poter costruire, all’interno di un contesto urbano, un edificio capace di generare energia utilizzando i materiali di scarto della vita metropolitana. Il lavoro si compone di tre fasi: una di analisi dei temi ambientali, una di analisi della storia dell’architettura industriale e una di sviluppo progettuale. La suddivisione in queste tre componenti segue il processo di sviluppo del progetto, infatti, per arrivare al disegno dell’edificio non si può prescindere da una conoscenza delle tematiche di sostenibilità relative al contesto, delle tecnologie necessarie a raggiungere un basso impatto energetico e dallo studio degli esempi, nonché della storia, che ha caratterizzato l’evoluzione della progettazione industriale. Nella prima parte sono stati studiati i bisogni della città contemporanea, prendendo ad esempio i dati della città di Milano e della regione Lombardia, e l’impatto inquinate che deriva dal consumo energetico della vita moderna. E’ stato poi analizzato l’esempio del quartiere Hammarby, a Stoccolma, che può essere definito, senza alcun timore, l’esempio più riuscito di progetto per la sostenibilità ambientale a scala metropolitana. Infine, lo studio del processo chimico della produzione del biogas, risorsa sostenibile in forte espansione, che nel nordeuropea è già largamente sfruttata nei contesti urbani. La seconda parte, invece, pone un percorso all’interno della progettazione degli edifici industriali ad opera dei maestri dell’ultimo secolo, partendo dalle proposte “utopistiche” di Garnier e Mendelsohn e arrivando alle opere di Kisho Kurokawa. Un successivo spazio è stato dato all’approfondimento delle eccellenze di questo filone, i progetti di Behrens per l’AEG, lo stretto rapporto tra l’italiana Olivetti e l’architettura contemporanea, l’attività di Albert Kahn quale concretizzatore progettuale del fordismo. Nell’ultima parte si sviluppano tutte le questioni puramente legate al percorso progettuale e allo sviluppo progetto stesso. In primo luogo la tipologia di lavoro che occorre adottare lavorando sulle aree dismesse degli scali ferroviari, poi l’analisi dell’area dello scalo Farini e la determinazione delle strategie di progetto. Infine, la vera e prioria progettazione dell’edificio con l’analisi dei caratteri compositivi, distributivi e le scelte dei materiali, corredata dallo studio delle scelte ambientali e strutturali.

Un uso alternativo del vuoto urbano

SILLENI, PIETRO
2012/2013

Abstract

Questa tesi sviluppa l’ipotesi di poter costruire, all’interno di un contesto urbano, un edificio capace di generare energia utilizzando i materiali di scarto della vita metropolitana. Il lavoro si compone di tre fasi: una di analisi dei temi ambientali, una di analisi della storia dell’architettura industriale e una di sviluppo progettuale. La suddivisione in queste tre componenti segue il processo di sviluppo del progetto, infatti, per arrivare al disegno dell’edificio non si può prescindere da una conoscenza delle tematiche di sostenibilità relative al contesto, delle tecnologie necessarie a raggiungere un basso impatto energetico e dallo studio degli esempi, nonché della storia, che ha caratterizzato l’evoluzione della progettazione industriale. Nella prima parte sono stati studiati i bisogni della città contemporanea, prendendo ad esempio i dati della città di Milano e della regione Lombardia, e l’impatto inquinate che deriva dal consumo energetico della vita moderna. E’ stato poi analizzato l’esempio del quartiere Hammarby, a Stoccolma, che può essere definito, senza alcun timore, l’esempio più riuscito di progetto per la sostenibilità ambientale a scala metropolitana. Infine, lo studio del processo chimico della produzione del biogas, risorsa sostenibile in forte espansione, che nel nordeuropea è già largamente sfruttata nei contesti urbani. La seconda parte, invece, pone un percorso all’interno della progettazione degli edifici industriali ad opera dei maestri dell’ultimo secolo, partendo dalle proposte “utopistiche” di Garnier e Mendelsohn e arrivando alle opere di Kisho Kurokawa. Un successivo spazio è stato dato all’approfondimento delle eccellenze di questo filone, i progetti di Behrens per l’AEG, lo stretto rapporto tra l’italiana Olivetti e l’architettura contemporanea, l’attività di Albert Kahn quale concretizzatore progettuale del fordismo. Nell’ultima parte si sviluppano tutte le questioni puramente legate al percorso progettuale e allo sviluppo progetto stesso. In primo luogo la tipologia di lavoro che occorre adottare lavorando sulle aree dismesse degli scali ferroviari, poi l’analisi dell’area dello scalo Farini e la determinazione delle strategie di progetto. Infine, la vera e prioria progettazione dell’edificio con l’analisi dei caratteri compositivi, distributivi e le scelte dei materiali, corredata dallo studio delle scelte ambientali e strutturali.
DREI, ALBERTO
ARC II - Scuola di Architettura Civile
28-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/93256