Il museo diocesano di Milano seppur godendo di una sede così prestigiosa non può tuttavia esprimersi al meglio poichè manca di spazi accessori per il rapporto con il pubblico, di aree espositive dedicate all’arte contemporanea e soprattutto di depositi e laboratori per la conservazione delle opere. Dovendo ampliare la metratura del museo in un quartiere così denso di passato è stata necessaria un’attenta analisi storica che ha portato alla luce diversi punti nevralgici nell’area che non sono solamente la mancanza del quarto lato del monastero di Sant’eustorgio ma anche i vuoti urbani lasciati dai bombardamenti del 1943. Studiando il sedime originario del monastero si è scelto di procedere con due edifici formalmente distinti: sul lato Nord, una stecca di 109 metri dedicata all’esposizione museale chiude il chiostro del monastero mentre un edificio per le funzioni accessorie e il rapporto con il pubblico si addossa al lato Est dove in passato si sviluppavano appendici del blocco monastico e gli orti di proprietà monacale. Questa separazione di ruoli consente un ingresso al museo fruibile a prescindere dall’esposizione , sede di attività come biblioteca, ristorante, bookshop, sala confrenze, e crea invece un percorso espositivo fluido ed omogeneo che discende per i tre livelli del monastero per trovarsi nel piano interrato dove sono collocate le collezioni d’ arte moderna che necessitano di spazi maggiori. L’ingresso al museo è spostato su via Santa Croce data la scelta di considerare i vuoti dei bombardamenti come ingressi al Parco delle Basiliche. Infatti le zone delle vecchie demolizioni sono state concepite non come fratture ma come cicatrici urbane riconosciute ormai dalla popolazione e trattate come valore aggiunto perchè testimonianze del passato. Con questa operazione il parco acquista maggior visibilità soprattutto sul fronte di Corso di Porta Ticinese e ci si augura che possa essere maggiormente fruito data la sua strategica posizione nel centro cittadino. Il museo e il parco si distinguono formalmente e ognuno trova il suo modo di comunicare con il quartiere storico di Porta Ticinese , sicuramente uno fra i quartieri più popolari nella cultura milanese.

Progetto di ampliamento del Museo Diocesano di Milano

DE LUCIA, GIULIA;LEVONI, SILVIA
2012/2013

Abstract

Il museo diocesano di Milano seppur godendo di una sede così prestigiosa non può tuttavia esprimersi al meglio poichè manca di spazi accessori per il rapporto con il pubblico, di aree espositive dedicate all’arte contemporanea e soprattutto di depositi e laboratori per la conservazione delle opere. Dovendo ampliare la metratura del museo in un quartiere così denso di passato è stata necessaria un’attenta analisi storica che ha portato alla luce diversi punti nevralgici nell’area che non sono solamente la mancanza del quarto lato del monastero di Sant’eustorgio ma anche i vuoti urbani lasciati dai bombardamenti del 1943. Studiando il sedime originario del monastero si è scelto di procedere con due edifici formalmente distinti: sul lato Nord, una stecca di 109 metri dedicata all’esposizione museale chiude il chiostro del monastero mentre un edificio per le funzioni accessorie e il rapporto con il pubblico si addossa al lato Est dove in passato si sviluppavano appendici del blocco monastico e gli orti di proprietà monacale. Questa separazione di ruoli consente un ingresso al museo fruibile a prescindere dall’esposizione , sede di attività come biblioteca, ristorante, bookshop, sala confrenze, e crea invece un percorso espositivo fluido ed omogeneo che discende per i tre livelli del monastero per trovarsi nel piano interrato dove sono collocate le collezioni d’ arte moderna che necessitano di spazi maggiori. L’ingresso al museo è spostato su via Santa Croce data la scelta di considerare i vuoti dei bombardamenti come ingressi al Parco delle Basiliche. Infatti le zone delle vecchie demolizioni sono state concepite non come fratture ma come cicatrici urbane riconosciute ormai dalla popolazione e trattate come valore aggiunto perchè testimonianze del passato. Con questa operazione il parco acquista maggior visibilità soprattutto sul fronte di Corso di Porta Ticinese e ci si augura che possa essere maggiormente fruito data la sua strategica posizione nel centro cittadino. Il museo e il parco si distinguono formalmente e ognuno trova il suo modo di comunicare con il quartiere storico di Porta Ticinese , sicuramente uno fra i quartieri più popolari nella cultura milanese.
MAVILIO, STEFANO
SANTI, GIANCARLO
RIVI, CARLO
ARC II - Scuola di Architettura Civile
28-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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