The Madrid fronton Beti-Jai redevelopment project comes from the necessity to restore and return this precious architecture to the City. It is not merely a functional project, but it is the real reconnection of a space which once was consider an unavoidable place that meets the fervid urban pattern and the relationships that hold up the community. Food and Architecture, a duo that doesn’t look to have something in common, but in reality it conceals the importance of the roots of a place; the tight bond between environment, landscape and urbanism. Digging into the collective memory to bring to light the real values, forgotten for too long, and taste their modernity again. In metaphor, This is the the message we want to declare clearly for our project: to value the existing respecting history and culture. To do that, we are going to follow fundamental steps; the attention to the building, the space versality and further services (messages) promotion to the community. This project doesn’t aim for destroying the existing architecture; old and new coexist on two corresponding levels, including each others, completing each other, and enriching the complex. This goes with the space versatility which represent the consequence of the respect on the building. A versatile environment is a dynamic environment, able to change its function and its fruition, keeping at the same time its own identity. There’s a reason why we have chosen this specific proposal among the wide possibility we had to requalify this building. We believe in the authenticity of this message, which will be developed in the project: it gives Europe an example to follow. Rediscover dusty and forgotten values, hidden in the basements of gorgeous abandoned places.

Il progetto di riqualificazione del Fronton Beti-Jai di Madrid nasce dall’esigenza di restituire questa preziosa architettura alla città. Non si tratta semplicemente di un progetto funzionale ma è la riconnessione vera e propria di quello che una volta era considerato un imprescindibile luogo di incontro con il fervido tessuto urbano e le trame relazionali che reggono la comunità. Cibo e architettura, un binomio che apparentemente non ha niente in comune ma che cela in sé il valore delle radici di un luogo; lo stretto legame tra ambiente, paesaggio e urbanistica. Scavare nella memoria collettiva per portare alla luce quei veri valori che col tempo sono stati messi da parte, riassaporarne il gusto che sorprendentemente sa di attualità. Questo è in metafora il messaggio che dichiaratamente si porta avanti con questo progetto: valorizzare l’esistente nel rispetto della cultura e della storia. I passi fondamentali attraverso cui portiamo concretamente avanti questi principi sono senza dubbio l’attenzione verso l’edificio, la versatilità degli spazi e la promozione dei servizi. Lo scopo essenzialmente fu quello quindi di analizzare, investigare e, di conseguenza, riqualificare, un luogo altrimenti dimenticato da molti. Il progetto non vuole in nessun modo stravolgere l’architettura esistente; antico e nuovo convivono su due livelli paralleli compenetrandosi, completandosi e arricchendo il complesso. Diretta conseguenza è che lo spazio versatile diviene uno spazio dinamico, capace di adattarsi ai cambi di funzione e di fruizione mantenendo al tempo stesso intatta la sua identità originaria. C’è un motivo per cui facciamo questa specifica proposta all’interno delle infinità possibilità che ci si aprono davanti nella volontà di riqualificare l’edificio. Crediamo nell’autenticità del messaggio, per nulla scontato, che questo progetto vuole gridare all’Europa. Riscoprire i valori nascosti e troppo spesso impolverati, i quali troppe volte si celano negli interrati polverosi di splendidi luoghi abbandonati.

MadrEat. Incontro tra architettura e cucina. Progetto di riqualificazione per il Fronton Beti Jai di Madrid

CALOGERO, MARIALAURA;PERRONE, ELISA
2014/2015

Abstract

The Madrid fronton Beti-Jai redevelopment project comes from the necessity to restore and return this precious architecture to the City. It is not merely a functional project, but it is the real reconnection of a space which once was consider an unavoidable place that meets the fervid urban pattern and the relationships that hold up the community. Food and Architecture, a duo that doesn’t look to have something in common, but in reality it conceals the importance of the roots of a place; the tight bond between environment, landscape and urbanism. Digging into the collective memory to bring to light the real values, forgotten for too long, and taste their modernity again. In metaphor, This is the the message we want to declare clearly for our project: to value the existing respecting history and culture. To do that, we are going to follow fundamental steps; the attention to the building, the space versality and further services (messages) promotion to the community. This project doesn’t aim for destroying the existing architecture; old and new coexist on two corresponding levels, including each others, completing each other, and enriching the complex. This goes with the space versatility which represent the consequence of the respect on the building. A versatile environment is a dynamic environment, able to change its function and its fruition, keeping at the same time its own identity. There’s a reason why we have chosen this specific proposal among the wide possibility we had to requalify this building. We believe in the authenticity of this message, which will be developed in the project: it gives Europe an example to follow. Rediscover dusty and forgotten values, hidden in the basements of gorgeous abandoned places.
ARC II - Scuola di Architettura Civile
28-apr-2015
2014/2015
Il progetto di riqualificazione del Fronton Beti-Jai di Madrid nasce dall’esigenza di restituire questa preziosa architettura alla città. Non si tratta semplicemente di un progetto funzionale ma è la riconnessione vera e propria di quello che una volta era considerato un imprescindibile luogo di incontro con il fervido tessuto urbano e le trame relazionali che reggono la comunità. Cibo e architettura, un binomio che apparentemente non ha niente in comune ma che cela in sé il valore delle radici di un luogo; lo stretto legame tra ambiente, paesaggio e urbanistica. Scavare nella memoria collettiva per portare alla luce quei veri valori che col tempo sono stati messi da parte, riassaporarne il gusto che sorprendentemente sa di attualità. Questo è in metafora il messaggio che dichiaratamente si porta avanti con questo progetto: valorizzare l’esistente nel rispetto della cultura e della storia. I passi fondamentali attraverso cui portiamo concretamente avanti questi principi sono senza dubbio l’attenzione verso l’edificio, la versatilità degli spazi e la promozione dei servizi. Lo scopo essenzialmente fu quello quindi di analizzare, investigare e, di conseguenza, riqualificare, un luogo altrimenti dimenticato da molti. Il progetto non vuole in nessun modo stravolgere l’architettura esistente; antico e nuovo convivono su due livelli paralleli compenetrandosi, completandosi e arricchendo il complesso. Diretta conseguenza è che lo spazio versatile diviene uno spazio dinamico, capace di adattarsi ai cambi di funzione e di fruizione mantenendo al tempo stesso intatta la sua identità originaria. C’è un motivo per cui facciamo questa specifica proposta all’interno delle infinità possibilità che ci si aprono davanti nella volontà di riqualificare l’edificio. Crediamo nell’autenticità del messaggio, per nulla scontato, che questo progetto vuole gridare all’Europa. Riscoprire i valori nascosti e troppo spesso impolverati, i quali troppe volte si celano negli interrati polverosi di splendidi luoghi abbandonati.
Tesi di laurea Magistrale
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