Barracks, ports, hospitals, prisons, railway sites are earmarked for many redevelopment projects in European cities. A substantial part of urban regeneration therefore occurs on ‘State places’. This research contributes to explain such an urban restructuring process that reshapes the material base of the State. It questions the reasons and the modalities of the reorganisation of a specific sector, railway firms, in urban areas. The comparative enquiry carried out two countries (Italy and France) and four cities (Milan, Bolzano Paris and Nantes) distinguishes two main factors. On the one hand, urban governments question the way the railway network has occupied central and pericentral urban areas since the 1970s, in relation to their increasing strategic power in urban development. On the other hand, real estate logics and skills have expanded within theses publicly owned firms since the beginning of the 1990s, due to their greater accounting autonomy and their need to face a rising financial pressure. Since then, the reorganisation of the logistical power (i.e. the capacity to order the flows of things and people) of this sector in cities is explained by the adjustment of three main ‘conceptions’ regarding the motives for the redevelopment of urban railway sites: real estate, urban planning, and industrial. This adjustment is carried out through urban redevelopment projects and follows different paths in Italy and France. In Italy, the loose institutional frame regarding railway land handover generates differentiated agreements between operators and urban governments whereas in France processes and outcomes are more homogeneous from one city to another. The double shift from conventional approaches – toward the operator and the material base of the State – sheds light on new relationships between State and urban restructuring.

Caserme, porti, ospedali, carceri e siti ferroviari sono all’origine di numerosi progetti di trasformazione urbana nelle città europee. Una parte significativa della rigenerazione urbana si svolge, infatti, su ‘terreni di Stato’. La tesi si pone l’obiettivo di spiegare tali mutazioni dello spazio urbano, che contribuiscono anche alla riconfigurare la dimensione materiale dello Stato. Questa ricerca s’interroga più precisamente sulle cause e sulle modalità della riorganizzazione di un operatore nazionale, le imprese ferroviarie, nello spazio urbano. L’indagine comparativa condotta in due paesi (Italia e Francia) e quattro città (Milano, Bolzano, Parigi e Nantes) permette di identificare due principali fattori esplicativi. Da un lato, i governi locali tendono a mettere in discussione, dagli anni ’70 e nell’ambito di un crescente intervento strategico nella gestione delle trasformazioni urbane, l’occupazione estensiva delle zone centrali e pericentrali da parte della rete ferroviaria. Dall’altro, le imprese pubbliche di trasporto sviluppano dall’interno nuove logiche e competenze immobiliari, nel contesto di più generali processi di autonomizzazione contabile e di riduzione delle risorse che le toccano dagli anni ’90. La riorganizzazione del ‘potere logistico’ (la capacità ad organizzare i flussi di persone e di cose) del settore ferroviario nelle città è dunque spiegata dagli aggiustamenti tra tre diverse accezioni dominanti della riconversione degli scali ferroviari: immobiliare, urbanistica, industriale. Tali aggiustamenti avvengono nei progetti di trasformazione urbana e si svolgono diversamente in Francia e in Italia. In Italia, il quadro istituzionale più labile che regge l’alienazione del demanio ferroviario permette la realizzazione di accordi differenziati, a seconda della città, tra operatori dello Stato e governi locali, mentre in Francia processi e risultati sono più omogenei da una città all’altra. Rispetto ai consueti approcci sulle relazioni fra stato e città, la tesi propone un duplice spostamento analitico – verso gli operatori e sulla dimensione materiale dello Stato – che permette di analizzare nuove relazioni fra trasformazione dello Stato e ristrutturazioni urbane.

De l'aménagement du territoire au réaménagement des terrains de l'État. Politiques et projets de reconversion urbaine du domaine ferroviaire en France et en Italie.

ADISSON, FELIX

Abstract

Barracks, ports, hospitals, prisons, railway sites are earmarked for many redevelopment projects in European cities. A substantial part of urban regeneration therefore occurs on ‘State places’. This research contributes to explain such an urban restructuring process that reshapes the material base of the State. It questions the reasons and the modalities of the reorganisation of a specific sector, railway firms, in urban areas. The comparative enquiry carried out two countries (Italy and France) and four cities (Milan, Bolzano Paris and Nantes) distinguishes two main factors. On the one hand, urban governments question the way the railway network has occupied central and pericentral urban areas since the 1970s, in relation to their increasing strategic power in urban development. On the other hand, real estate logics and skills have expanded within theses publicly owned firms since the beginning of the 1990s, due to their greater accounting autonomy and their need to face a rising financial pressure. Since then, the reorganisation of the logistical power (i.e. the capacity to order the flows of things and people) of this sector in cities is explained by the adjustment of three main ‘conceptions’ regarding the motives for the redevelopment of urban railway sites: real estate, urban planning, and industrial. This adjustment is carried out through urban redevelopment projects and follows different paths in Italy and France. In Italy, the loose institutional frame regarding railway land handover generates differentiated agreements between operators and urban governments whereas in France processes and outcomes are more homogeneous from one city to another. The double shift from conventional approaches – toward the operator and the material base of the State – sheds light on new relationships between State and urban restructuring.
SALERNO, ROSSELLA
PUCCI, PAOLA
COUTARD, OLIVIER
18-nov-2015
From National Spatial Planning to the Remaking of State Places. Urban Policies and Projects of Railway Land Redevelopment in France and Italy.
Caserme, porti, ospedali, carceri e siti ferroviari sono all’origine di numerosi progetti di trasformazione urbana nelle città europee. Una parte significativa della rigenerazione urbana si svolge, infatti, su ‘terreni di Stato’. La tesi si pone l’obiettivo di spiegare tali mutazioni dello spazio urbano, che contribuiscono anche alla riconfigurare la dimensione materiale dello Stato. Questa ricerca s’interroga più precisamente sulle cause e sulle modalità della riorganizzazione di un operatore nazionale, le imprese ferroviarie, nello spazio urbano. L’indagine comparativa condotta in due paesi (Italia e Francia) e quattro città (Milano, Bolzano, Parigi e Nantes) permette di identificare due principali fattori esplicativi. Da un lato, i governi locali tendono a mettere in discussione, dagli anni ’70 e nell’ambito di un crescente intervento strategico nella gestione delle trasformazioni urbane, l’occupazione estensiva delle zone centrali e pericentrali da parte della rete ferroviaria. Dall’altro, le imprese pubbliche di trasporto sviluppano dall’interno nuove logiche e competenze immobiliari, nel contesto di più generali processi di autonomizzazione contabile e di riduzione delle risorse che le toccano dagli anni ’90. La riorganizzazione del ‘potere logistico’ (la capacità ad organizzare i flussi di persone e di cose) del settore ferroviario nelle città è dunque spiegata dagli aggiustamenti tra tre diverse accezioni dominanti della riconversione degli scali ferroviari: immobiliare, urbanistica, industriale. Tali aggiustamenti avvengono nei progetti di trasformazione urbana e si svolgono diversamente in Francia e in Italia. In Italia, il quadro istituzionale più labile che regge l’alienazione del demanio ferroviario permette la realizzazione di accordi differenziati, a seconda della città, tra operatori dello Stato e governi locali, mentre in Francia processi e risultati sono più omogenei da una città all’altra. Rispetto ai consueti approcci sulle relazioni fra stato e città, la tesi propone un duplice spostamento analitico – verso gli operatori e sulla dimensione materiale dello Stato – che permette di analizzare nuove relazioni fra trasformazione dello Stato e ristrutturazioni urbane.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/113623