Geografia artigiana. Una rete di progetti per una nuova dimensione del fare a Milano

The target of this thesis is to define and to develop a new dimension for craftsmanship inside of Milan historic centre. We think this contest suits it very well, by the typical attitude of workmanship to be flat and dusted. We focus the idea of crafting modelled in a matrix of city construction, approaching the project in a curatorial way, trying to interfere in the costumes of the city itself and finding out new connections. The purpose is to identify a beginning in a reconquest of the area: the projects regard most of all “waste areas” which are needed till today of a reconnection: open spaces or residual, vacant or to be evaluated in a new way. Our aim is to give shared areas; relationships with people out of craft field; exposition for their works, trying to follow the idea of an “open” craftsmanship, as a spark for a process involving the users, that could interchange Milan’s private circles, in which we can find historic ateliers. We want to figure a city that dedicate areas to craftsmanship without feeling like fenced, attempting to define it in that way through scattered elements, some evanescent, some deeply embedded, following a system which could narrate and diffuse the “know how”. Our thesis experiments a declination, more or less focused, from the design of detailed object to small lots inside the city centre of Milan, in a speech of indications about this dimension could find its spaces in a strongly growing up town.

La nostra tesi si pone come obiettivo quello di definire e diffondere una nuova dimensione artigianale all’interno del Centro Storico di Milano. Abbiamo ritenuto che questo contesto fosse particolarmente adatto, proprio per l’attitudine tipica dell'artigianalità di essere orizzontale e polverizzata. Ci siamo concentrate su un'idea di artigianato identificabile in una matrice di costruzione della città, approcciandoci al progetto secondo una pratica curatoriale, interferendo con gli usi della città stessa e cercando nuove possibili connessioni. L'intento è quello di individuare un principio di riconquista dello spazio: i vari progetti riguardano principalmente vuoti urbani che necessitano tuttora una ricucitura, spazi aperti o residuali, dimenticati o da valorizzare. Il nostro obiettivo è quello di fornire degli spazi di condivisione, di relazione con le persone che non sono del campo, di esposizione per mostrare il proprio lavoro, cercando di perseguire un'idea di artigianato “open”, innescando quindi un processo di partecipazione e di relazione con i vari utenti che possa così alternarsi ai cortili privati milanesi, in cui ancora oggi si possono trovare botteghe storiche. Si vuole immaginare una città che dedichi spazio all'artigianato senza risultare però recintata, provando a definirla così attraverso elementi dispersi, alcuni più effimeri altri più radicati, secondo un sistema attraverso il quale il “saper fare” possa venir raccontato e diffuso. La nostra tesi tenta quindi di declinarsi, in maniera più o meno dettagliata, dal disegno dell’oggetto puntuale fino a piccoli lotti all'interno del centro milanese, in un discorso di indicazioni su come questa dimensione possa trovare dei suoi spazi in una città in evoluzione.