In the architecture world, built and drawn objects are everywhere, having invaded all media wit their reproductive power, thanks to the exploitation of all possibilities that a digital structure can give to images. Together with this exaggeration of representation, a critical discourse does not find space easily in the immediacy of sign-based empire. What to do? Diagnosis alone can’t be enough. It won’t be useful staging funerals to criticism without proposing strategies to redeem a history of criticism that is needed in digital present times. Hence, together with a diagnostical moment, it can be possible to sketch out project hypothesis for an ill-at-ease criticism, that keeps questioning itself because intertwined with a reality made of everchanging facts. The time window that has been open, i.e. from 2008 to 2018, identifies a period of greater transformation in world and its socioeconomic tissues: from Lehman Brothers failure to the raise of populism, considering the effects of post-colonialism and social activism. The introduction tries to draw fundamental lines the operative framework for architecture, art and criticism in the so-called game. It becomes important, to justify choices and standpoints, to sketch a short history of criticism, in order to assess a valid and historic epistemological thickness. The regulating palimpsest will be identified in the first part of the thesis, highlighting some profound structures that are valid for contemporary criticism, lingering on moments, figures and ideas of XIX and XX century that can inform it. In the second part transformations in architecture media, methodologies and supports are outlined. The starting point to operate a diagnosis on criticism health conditions is the alleged death that some authors suppose, and, leaving it behind, new trajectories and strategies can be thought, analysing contemporary spaces and modalities for criticism. What was before a written and oral discipline, now gets in touch with worlds that difficultly accept the longead format, while proposing immediate modalities, usually own of marketing realm. The third part of the thesis pinpoints proposes for a collective and open criticism, able to be a stronghold in the left, aware of its role in the system. For a justified and humble criticism. Working on texts is due to understand these new trajectories. An anthology ends, together with conclusions, the book

Nel mondo dell’architettura, il mondo costruito o disegnato si trova dappertutto, ha invaso, con il suo potere ri-produttivo, tutti i media, forzando le possibità che in una struttura digitale, può ottenere l’immagine e la sua condivisione. A fronte di questa ipertrofia rappresentativa, c’è ua atrofia critica, che difficilmente trova spazio nell’immediatezza dell’impero dei segni digitali. Che fare? La diagnosi, primo tema dell’elaborato, non può bastare da sola. Non sarebbe utile celebrare l’ennesimo funerale senza proporre strategie per riscattare una storia critica urgente nel presente digitale. Allora, insieme alla sezione diagnostica—necessaria—si possono tratteggiare ipotesi progettuali per una critica a disagio, in continuo questionarsi perchè legata a doppio filo ad una realtà di fatti in continua trasformazione. La finestra temporale aperta circoscrive un periodo di profonde metamorfosi del mondo e dei suoi tessuti socioeconomici, dal fallimento di Lehman Brothers alle ascese dei populismi, passando per l’affermazione dei Social Network e la crisi della mediazione, non dimenticando le lunghe scie del post-colonialismo e delle guerre del Medioriente. L’introduzione alla tesi tenterà di disegnare a tratti fondamentali il quadro operativo dell’architettura, dell’arte e delle proprie critiche all’interno del cosiddetto game. Diventa fondamentale, per dare spessore e giustificare posizioni e scelte, tratteggiare anche una breve storia della critica, dovendo riconoscere al suo statuto epistemologico una provenienza tutt’altro che astorica. Il palinsesto regolamentare della materia verrà tratteggiato nella prima parte della tesi, evidenziando alcune strutture profonde fondamentali anche per la critica contemporanea, soffermandosi su momenti e figure fondamentali della critica italiana ed europea del secolo XIX e XX, per individuare concetti, idee e criteri che possano in qualche maniera informare l’approccio alla critica contemporanea. Insieme, si approfondiscono nella seconda parte della tesi, le grandi metamorfosi dei media d’architettura e delle metodologie e supporti critici che hanno visto la luce nel XXI secolo, con l’accrecimento delle possibilità che la rete e i social media hanno portato. Il punto di partenza per indagare lo stato di salute corrente è la crisi che diversi autori preconizzano, per poi identificare nuove traiettorie epistemologiche e strategie, in spazi e modalità di divulgazione completamente inediti, sezionandole e facendole “a pezzi”. Quella che prima era una disciplina eminentemente verbale e scritta si trova a ripensare il proprio statuto e le proprie forme in un terreno comunicativo che raramente fa proprio il format del longread, e si affida a modalità più immediate e pubblicitarie. La terza parte della tesi individua strategie propositive perché quelle istanze e quello pessore storico, condivisa e aperta, che sia presidio a sinistra, e sappia riconoscere il proprio ruolo nel sistema. individuato nella prima parte, possa dare forma e giustificazione a approcci critici efficaci e generativi per una critica giustificata e senza velleità. Per comprendere queste nuove traiettorie e strategie è necessaria una indagine diretta sui testi, in diretto dialogo con le sezioni analitiche. Una antologia selezionata chiude, insieme alle conclusioni, la tesi. Non poche sono le voci a volere che o a operare come se la critica fosse ormai una pratica abbandonata con la fine del secolo breve delle grandi narrazioni. Ma, con forme, necessità e modalità diverse, la critica resiste, perché—parafrasando Danto—ogni architettura gettata nel mondo è destinata a generare discorso. La critica è morta, lunga vita alla critica!

La critica è morta. Lunga vita alla Critica ! Metamorfosi, traiettorie e prospettive per una critica a disagio

MAZZERI, CARLO
2018/2019

Abstract

In the architecture world, built and drawn objects are everywhere, having invaded all media wit their reproductive power, thanks to the exploitation of all possibilities that a digital structure can give to images. Together with this exaggeration of representation, a critical discourse does not find space easily in the immediacy of sign-based empire. What to do? Diagnosis alone can’t be enough. It won’t be useful staging funerals to criticism without proposing strategies to redeem a history of criticism that is needed in digital present times. Hence, together with a diagnostical moment, it can be possible to sketch out project hypothesis for an ill-at-ease criticism, that keeps questioning itself because intertwined with a reality made of everchanging facts. The time window that has been open, i.e. from 2008 to 2018, identifies a period of greater transformation in world and its socioeconomic tissues: from Lehman Brothers failure to the raise of populism, considering the effects of post-colonialism and social activism. The introduction tries to draw fundamental lines the operative framework for architecture, art and criticism in the so-called game. It becomes important, to justify choices and standpoints, to sketch a short history of criticism, in order to assess a valid and historic epistemological thickness. The regulating palimpsest will be identified in the first part of the thesis, highlighting some profound structures that are valid for contemporary criticism, lingering on moments, figures and ideas of XIX and XX century that can inform it. In the second part transformations in architecture media, methodologies and supports are outlined. The starting point to operate a diagnosis on criticism health conditions is the alleged death that some authors suppose, and, leaving it behind, new trajectories and strategies can be thought, analysing contemporary spaces and modalities for criticism. What was before a written and oral discipline, now gets in touch with worlds that difficultly accept the longead format, while proposing immediate modalities, usually own of marketing realm. The third part of the thesis pinpoints proposes for a collective and open criticism, able to be a stronghold in the left, aware of its role in the system. For a justified and humble criticism. Working on texts is due to understand these new trajectories. An anthology ends, together with conclusions, the book
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
15-apr-2019
2018/2019
Nel mondo dell’architettura, il mondo costruito o disegnato si trova dappertutto, ha invaso, con il suo potere ri-produttivo, tutti i media, forzando le possibità che in una struttura digitale, può ottenere l’immagine e la sua condivisione. A fronte di questa ipertrofia rappresentativa, c’è ua atrofia critica, che difficilmente trova spazio nell’immediatezza dell’impero dei segni digitali. Che fare? La diagnosi, primo tema dell’elaborato, non può bastare da sola. Non sarebbe utile celebrare l’ennesimo funerale senza proporre strategie per riscattare una storia critica urgente nel presente digitale. Allora, insieme alla sezione diagnostica—necessaria—si possono tratteggiare ipotesi progettuali per una critica a disagio, in continuo questionarsi perchè legata a doppio filo ad una realtà di fatti in continua trasformazione. La finestra temporale aperta circoscrive un periodo di profonde metamorfosi del mondo e dei suoi tessuti socioeconomici, dal fallimento di Lehman Brothers alle ascese dei populismi, passando per l’affermazione dei Social Network e la crisi della mediazione, non dimenticando le lunghe scie del post-colonialismo e delle guerre del Medioriente. L’introduzione alla tesi tenterà di disegnare a tratti fondamentali il quadro operativo dell’architettura, dell’arte e delle proprie critiche all’interno del cosiddetto game. Diventa fondamentale, per dare spessore e giustificare posizioni e scelte, tratteggiare anche una breve storia della critica, dovendo riconoscere al suo statuto epistemologico una provenienza tutt’altro che astorica. Il palinsesto regolamentare della materia verrà tratteggiato nella prima parte della tesi, evidenziando alcune strutture profonde fondamentali anche per la critica contemporanea, soffermandosi su momenti e figure fondamentali della critica italiana ed europea del secolo XIX e XX, per individuare concetti, idee e criteri che possano in qualche maniera informare l’approccio alla critica contemporanea. Insieme, si approfondiscono nella seconda parte della tesi, le grandi metamorfosi dei media d’architettura e delle metodologie e supporti critici che hanno visto la luce nel XXI secolo, con l’accrecimento delle possibilità che la rete e i social media hanno portato. Il punto di partenza per indagare lo stato di salute corrente è la crisi che diversi autori preconizzano, per poi identificare nuove traiettorie epistemologiche e strategie, in spazi e modalità di divulgazione completamente inediti, sezionandole e facendole “a pezzi”. Quella che prima era una disciplina eminentemente verbale e scritta si trova a ripensare il proprio statuto e le proprie forme in un terreno comunicativo che raramente fa proprio il format del longread, e si affida a modalità più immediate e pubblicitarie. La terza parte della tesi individua strategie propositive perché quelle istanze e quello pessore storico, condivisa e aperta, che sia presidio a sinistra, e sappia riconoscere il proprio ruolo nel sistema. individuato nella prima parte, possa dare forma e giustificazione a approcci critici efficaci e generativi per una critica giustificata e senza velleità. Per comprendere queste nuove traiettorie e strategie è necessaria una indagine diretta sui testi, in diretto dialogo con le sezioni analitiche. Una antologia selezionata chiude, insieme alle conclusioni, la tesi. Non poche sono le voci a volere che o a operare come se la critica fosse ormai una pratica abbandonata con la fine del secolo breve delle grandi narrazioni. Ma, con forme, necessità e modalità diverse, la critica resiste, perché—parafrasando Danto—ogni architettura gettata nel mondo è destinata a generare discorso. La critica è morta, lunga vita alla critica!
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/147729