Transforming the Convitto. A new perspective for via Daverio

Milan is a dynamic and modern city, contemporary and rich in history, intrinsic in all its parts. A city that is not limited to its own borders, but goes beyond becoming a model and myth for the entire Italian, European and international society. It is difficult to understand its peculiarities since it is so varied, complex and extensive. It is from this richness that this study begins, starting from the solid foundations of the Società Umanitaria, the Milanese model of social reality that later developed around the world. Like all great legends, they have a beginning, a growth and sooner or later they meet a decline. This is the goal of this thesis: to bring back the Umanitaria complex to its primary vocation. For this reason, the architectural project aims to restore to its greatness a constituent block of the complex, the Convitto. It was built in the 1950s, from a typological point of view it is a pure rationalist architecture, created to house the medical staff of the Ospedale Maggiore of Milan, the current Polyclinic. It was abandoned to its fate and ended up hosting the offices and archives of the Milan Public Prosecutor’s Office. The project, therefore, aims to reconstitute its primary vocation as a hospice for university students, enriching this property with new receptive and valuable functions including exhibition space and a library. The path that has seen the project development has touched many disciplines including in the first place the subject of restoration, also passing through the study of systems, technologies and structures, coexisting with the pre-existing lot, its criticalities and its points of strength. The keyword of this development proposal is therefore transformation which is divided into demolition, addiction and recovery.

Milano è una città dinamica e moderna, contemporanea e ricca di storia, intrinseca in tutte le sue parti. Una città che non si limita ai propri confini, ma va oltre, diventando un modello e un mito per l'intera società italiana, europea e internazionale. Difficile comprenderne le peculiarità tanto è varia, complessa ed estesa. È da questa ricchezza che parte questo studio, partendo dalle solide fondamenta della Società Umanitaria, il modello milanese di realtà sociale che si è poi sviluppato in tutto il mondo. Come tutte le grandi leggende, hanno un inizio, una crescita e prima o poi incontrano un declino. Questo è l'obiettivo di questa tesi: riportare il complesso dell'Umanitaria alla sua vocazione primaria. Per questo motivo il progetto architettonico mira a riportare alla sua grandezza un blocco costitutivo del complesso, il Convitto. Costruito negli anni '50, dal punto di vista tipologico è una pura architettura razionalista, nata per ospitare il personale medico dell'Ospedale Maggiore di Milano, l'attuale Policlinico. Abbandonato al suo destino, finì per ospitare gli uffici e gli archivi della Procura della Repubblica di Milano. Il progetto, quindi, mira a ricostituire la sua vocazione primaria di ospizio per studenti universitari, arricchendo questa proprietà di nuove funzioni ricettive e di pregio tra cui uno spazio espositivo e una biblioteca. Il percorso che ha visto lo sviluppo del progetto ha toccato molte discipline tra cui in primis il tema del restauro, passando anche per lo studio di sistemi, tecnologie e strutture, coesistendo con le preesistenze del lotto, le sue criticità e i suoi punti di forza. La parola chiave di questa proposta urbanistica è dunque trasformazione che si articola in demolizione, dipendenza e recupero.