La mia tesi si basa su un progetto che è posizionato nel paese di Colico, il quale si trova in Lombardia sulla punta nord del Lago di Como. Il sito è stato scelto perché è il paese dove sono cresciuto e avendo una vasta conoscenza del territorio naturale, dei problemi e delle tendenze turistiche e locali, ho potuto progettare tenendo conto di tutti questi elementi. Le motivazioni che mi hanno spinto a progettare tale intervento sono molteplici, tra le prime si ha il fatto che Colico si trova in una posizione geografica e morfologica veramente unica oltre che a confinare con la riserva naturale più grande d’Italia, inoltre il Lungolago evidenzia alcuni problemi logistici relativi alla spiaggia balneabile e all’area Kitesurf. L’obiettivo principale che mi sono posto per il mio progetto è che potesse essere un intervento che valorizzasse il contesto naturale circostante e che cercasse di attirare e far scoprire la vicinanza di tale territorio soprattutto alla popolazione locale e al turismo. L’ipotisi di progetto che propongo è quella di creare un percorso che vada a continuare quello che è il Lungolago nella sua parte terminante verso nord, proseguendo in un area che è a confine con la riserva del Pian di Spagna. La principale metodologia che ho seguito è stata quella analitica è cioè ho suddiviso ed analizzato i differenti elementi in modo da avere un quadro completo sulle dinamiche che fanno parte del paese. Per effettuare queste analisi ho utilizzato fonti pubbliche, private e conoscenze personali, e grazie ad esse sono riuscito a sottolineare alcuni aspetti caratteristici locali quali i venti, la vegetazione, i flussi turistici, le abitudini locali e altri elementi. Il progetto è costituito da tre tratti che si susseguono e accompagnano il passante attraverso un percorso nel contesto locale. Il primo tratto è un percorso attraverso il canneto e serve ad immergere e a guidare il visitatore in differenti micro ambienti che gli vengono posti in successione con la possibilità di fermarsi, sedersi ed ammirare ciò che lo circonda. Il percorso segue tre linee principali: la morfologia del terreno, la vista che punta il Monte Legnone e quella che punta il lago. Il percorso nel canneto termina con l’inizio del secondo tratto e cioè dove sono posizionati tre edifici che hanno ognuno uno scopo differente, infatti uno funge da osservatorio, un altro da punto di ristoro e l’ultimo da area attrezzata per lo sport del kitesurf. I tre edifici sono stati pensati per essere il meno invasivi possibili e per non attrarre l’attenzione, in tale modo ci si concentra di più sull’ambiente circostante. I volumi sono posizionati su pilotis in modo da lasciare libero e alterare il meno possibile il terreno sottostante, così facendo si rafforza la sensazione che essi non vogliano impossessarsi del luogo ma anzi siano ospiti. Il primo edificio che si incontra arrivando dal percorso è l’osservatorio, il quale è costituito da un parallelepipedo che si alza da terra con una inclinazione costante, protendendosi verso il canneto, e andando così a creare un luogo che consente una visuale dall’alto del contesto, dando così al visitatore un punto di vista completamente differente da quello percepito nel primo tratto. Il secondo edificio è pensato come un punto di ristoro-bar per far si che vi siano presenti alcuni servizi basilari e per attrarre differenti tipologie di utenze. L’edifico adibito per la pratica del kitesurf si presenta anch’esso come un parallelepipedo che muta l’inclinazione delle sue pareti esterne in base alla funzione che accoglie. Tutti e tre i volumi sono costituiti da una soletta e una copertura in cls armato, mentre le chiusure verticali perimetrali vengono realizzate con differenti opacità di vetro(sempre in base alla funzione racchiusa). Per quanto riguarda la struttura portante, essa è costituita dalla stessa copertura e da molte colonne sottili in metallo che la sostengono, quest’ultime andranno poi ad arredare e suddividere gli spazi interni degli edifici, oltre che richiamare il tema del canneto. Come ultimi accorgimenti le coperture vengono sagomate per snellire le estremità; ho studiato dei sistemi di brise-soleil che non disturbano la vista e schermano dalle ore calde pomeridiane; ho posizionato un impianto di raccolta delle acque piovane e un mini depuratore per l’uso delle docce e del bar. In questo secondo tratto non ci sono molte panchine perché esso non è stato pensato come area di sosta, invece deve invogliare a proseguire verso l’ultimo tratto dove sono presenti differenti tipologie di sedute per le differenti classi di età ed esigenze. L’ultimo tratto è difatti concepito per invogliare a proseguire e a sostare in questo ambiente naturale, infatti l’obiettivo principale era di evitare che il passante facesse un inversione a U e tornasse indietro, e proprio per questo motivo le sedute vengono prolungate nel contesto circostante.

Prosecuzione e valorizzazione del Lungolago di Colico

TARDIEU, JONATHAN
2010/2011

Abstract

La mia tesi si basa su un progetto che è posizionato nel paese di Colico, il quale si trova in Lombardia sulla punta nord del Lago di Como. Il sito è stato scelto perché è il paese dove sono cresciuto e avendo una vasta conoscenza del territorio naturale, dei problemi e delle tendenze turistiche e locali, ho potuto progettare tenendo conto di tutti questi elementi. Le motivazioni che mi hanno spinto a progettare tale intervento sono molteplici, tra le prime si ha il fatto che Colico si trova in una posizione geografica e morfologica veramente unica oltre che a confinare con la riserva naturale più grande d’Italia, inoltre il Lungolago evidenzia alcuni problemi logistici relativi alla spiaggia balneabile e all’area Kitesurf. L’obiettivo principale che mi sono posto per il mio progetto è che potesse essere un intervento che valorizzasse il contesto naturale circostante e che cercasse di attirare e far scoprire la vicinanza di tale territorio soprattutto alla popolazione locale e al turismo. L’ipotisi di progetto che propongo è quella di creare un percorso che vada a continuare quello che è il Lungolago nella sua parte terminante verso nord, proseguendo in un area che è a confine con la riserva del Pian di Spagna. La principale metodologia che ho seguito è stata quella analitica è cioè ho suddiviso ed analizzato i differenti elementi in modo da avere un quadro completo sulle dinamiche che fanno parte del paese. Per effettuare queste analisi ho utilizzato fonti pubbliche, private e conoscenze personali, e grazie ad esse sono riuscito a sottolineare alcuni aspetti caratteristici locali quali i venti, la vegetazione, i flussi turistici, le abitudini locali e altri elementi. Il progetto è costituito da tre tratti che si susseguono e accompagnano il passante attraverso un percorso nel contesto locale. Il primo tratto è un percorso attraverso il canneto e serve ad immergere e a guidare il visitatore in differenti micro ambienti che gli vengono posti in successione con la possibilità di fermarsi, sedersi ed ammirare ciò che lo circonda. Il percorso segue tre linee principali: la morfologia del terreno, la vista che punta il Monte Legnone e quella che punta il lago. Il percorso nel canneto termina con l’inizio del secondo tratto e cioè dove sono posizionati tre edifici che hanno ognuno uno scopo differente, infatti uno funge da osservatorio, un altro da punto di ristoro e l’ultimo da area attrezzata per lo sport del kitesurf. I tre edifici sono stati pensati per essere il meno invasivi possibili e per non attrarre l’attenzione, in tale modo ci si concentra di più sull’ambiente circostante. I volumi sono posizionati su pilotis in modo da lasciare libero e alterare il meno possibile il terreno sottostante, così facendo si rafforza la sensazione che essi non vogliano impossessarsi del luogo ma anzi siano ospiti. Il primo edificio che si incontra arrivando dal percorso è l’osservatorio, il quale è costituito da un parallelepipedo che si alza da terra con una inclinazione costante, protendendosi verso il canneto, e andando così a creare un luogo che consente una visuale dall’alto del contesto, dando così al visitatore un punto di vista completamente differente da quello percepito nel primo tratto. Il secondo edificio è pensato come un punto di ristoro-bar per far si che vi siano presenti alcuni servizi basilari e per attrarre differenti tipologie di utenze. L’edifico adibito per la pratica del kitesurf si presenta anch’esso come un parallelepipedo che muta l’inclinazione delle sue pareti esterne in base alla funzione che accoglie. Tutti e tre i volumi sono costituiti da una soletta e una copertura in cls armato, mentre le chiusure verticali perimetrali vengono realizzate con differenti opacità di vetro(sempre in base alla funzione racchiusa). Per quanto riguarda la struttura portante, essa è costituita dalla stessa copertura e da molte colonne sottili in metallo che la sostengono, quest’ultime andranno poi ad arredare e suddividere gli spazi interni degli edifici, oltre che richiamare il tema del canneto. Come ultimi accorgimenti le coperture vengono sagomate per snellire le estremità; ho studiato dei sistemi di brise-soleil che non disturbano la vista e schermano dalle ore calde pomeridiane; ho posizionato un impianto di raccolta delle acque piovane e un mini depuratore per l’uso delle docce e del bar. In questo secondo tratto non ci sono molte panchine perché esso non è stato pensato come area di sosta, invece deve invogliare a proseguire verso l’ultimo tratto dove sono presenti differenti tipologie di sedute per le differenti classi di età ed esigenze. L’ultimo tratto è difatti concepito per invogliare a proseguire e a sostare in questo ambiente naturale, infatti l’obiettivo principale era di evitare che il passante facesse un inversione a U e tornasse indietro, e proprio per questo motivo le sedute vengono prolungate nel contesto circostante.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
21-dic-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/34382