Dalla metà degli anni Novanta, anche per rispondere alla crisi di efficacia del governo pubblico delle trasformazioni urbane, attraverso una nuova generazione di leggi regionali si è faticosamente fatto strada un nuovo modello di piano urbanistico locale,che separa la dimensione strutturale(programmatica e non vincolante, che individua lo statuto del territorio e le sue invarianti), da quella operativa(parziale e discreta, che approfondisce le principali trasformazioni urbane da realizzare in un arco ragionevole di tempo), da quella regolativa (le trasformazioni diffuse e ordinarie nella città esistente). E’ il caso di Fara Gera d’Adda dove la stesura del PGT ha individuato l’area del Linificio Canapificio Nazionale come unica futura area di sviluppo, imponendo vincoli e direttive riguardanti il tema della riqualificazione industriale. il processo di riqualificazione dell’area oggetto di questa tesi tenta di esprimere e rispettare al meglio le direttive imposte dal pgt, valorizzando e potenziando le caratteristiche che rendono l’area produttiva in questione un’eccellenza, inserita in un contesto paesaggistico e culturale di rilievo. Partendo da un’analisi a scala territoriale riguardante il Comune di Fara Gera d’Adda vengono individuati tre sistemi omogenei caratterizzati dall’uniformità morfologica del loro tessuto: - il centro storico, con la classica riproposizione della tipologia a corte, le anguste strade e i porticati; - l’impianto residenziale in cui si inserisce il villaggio operaio, contraddistinto dalla spiccata linearità dei suoi edifici; - il sistema verde, caratterizzato dalla presenza puntiforme di aree naturali attrezzate inserite all’interno del tessuto urbano, dall’Adda e dal Parco Adda Nord che costituiscono un limite naturale allo sviluppo urbano. La nuova rielaborazione funzionale dell’area dismessa mette in relazione questi tre sistemi restituendo per ognuna di esse un’apposita area di completamento, inserita all’interno dell’ex area produttiva. Attraverso l’opera di demolizione delle superfetazioni e l’introduzione di nuovi edifici ci si pone come obiettivo la riappropriazione dell’area industriale,prima fisicamente separate, da parte della città. La prima fase prevede la ricucitura del tessuto cittadino esistente e la rielaborazione del rapporto con il sistema verde e quello fluviale attraverso una integrazione di funzioni che garantiscono una continuità morfologica tra l’esistente e il nuovo progetto. Vengono così inserite nuove funzioni differenti (residenze, negozi, uffici) che permettono di restituire alla città quelle aree che per natura erano marginali e isolate. Gli spazi pubblici del centro storico, la piazza e le corti, trovano una nuova rielaborazione all’interno dell’area industriale. La biblioteca,il mercato coperto, il nuovo auditorium con annessi gli spazi espositivi temporanei e fissi, la galleria commerciale e la foresteria vengono così a comporre l’integrazione tra centro storico (tessuto esistente)e area industriale.La seconda fase definita riconversione industriale ha l’intento di valorizzare l’attività produttiva che rendeva il Linificio Canapificio Nazionale un elemento di pregio e di eccellenza. L’ esigenza di destinare parte di questa area a un laboratorio di ricerca e sviluppo del tessile è dettata, sia dalla profonda convinzione che, soprattutto oggi, il lavoro di ricerca potrebbe essere di grande interesse per le imprese e offrire loro un occasione unica per confrontarsi con nuove idee avendo la necessità di innovare per competere sui mercati Nazionali e internazionali, che da una sorta di continuità nel ricordo di quello che era il primo gruppo italiano del tessile specializzato nella filatura del lino e della canapa.

Integrazione urbana e riconversione industriale : la riqualificazione del Linificio Canapificio nazionale di Fara Gera d'Adda

CASAZZA, ANDREA
2011/2012

Abstract

Dalla metà degli anni Novanta, anche per rispondere alla crisi di efficacia del governo pubblico delle trasformazioni urbane, attraverso una nuova generazione di leggi regionali si è faticosamente fatto strada un nuovo modello di piano urbanistico locale,che separa la dimensione strutturale(programmatica e non vincolante, che individua lo statuto del territorio e le sue invarianti), da quella operativa(parziale e discreta, che approfondisce le principali trasformazioni urbane da realizzare in un arco ragionevole di tempo), da quella regolativa (le trasformazioni diffuse e ordinarie nella città esistente). E’ il caso di Fara Gera d’Adda dove la stesura del PGT ha individuato l’area del Linificio Canapificio Nazionale come unica futura area di sviluppo, imponendo vincoli e direttive riguardanti il tema della riqualificazione industriale. il processo di riqualificazione dell’area oggetto di questa tesi tenta di esprimere e rispettare al meglio le direttive imposte dal pgt, valorizzando e potenziando le caratteristiche che rendono l’area produttiva in questione un’eccellenza, inserita in un contesto paesaggistico e culturale di rilievo. Partendo da un’analisi a scala territoriale riguardante il Comune di Fara Gera d’Adda vengono individuati tre sistemi omogenei caratterizzati dall’uniformità morfologica del loro tessuto: - il centro storico, con la classica riproposizione della tipologia a corte, le anguste strade e i porticati; - l’impianto residenziale in cui si inserisce il villaggio operaio, contraddistinto dalla spiccata linearità dei suoi edifici; - il sistema verde, caratterizzato dalla presenza puntiforme di aree naturali attrezzate inserite all’interno del tessuto urbano, dall’Adda e dal Parco Adda Nord che costituiscono un limite naturale allo sviluppo urbano. La nuova rielaborazione funzionale dell’area dismessa mette in relazione questi tre sistemi restituendo per ognuna di esse un’apposita area di completamento, inserita all’interno dell’ex area produttiva. Attraverso l’opera di demolizione delle superfetazioni e l’introduzione di nuovi edifici ci si pone come obiettivo la riappropriazione dell’area industriale,prima fisicamente separate, da parte della città. La prima fase prevede la ricucitura del tessuto cittadino esistente e la rielaborazione del rapporto con il sistema verde e quello fluviale attraverso una integrazione di funzioni che garantiscono una continuità morfologica tra l’esistente e il nuovo progetto. Vengono così inserite nuove funzioni differenti (residenze, negozi, uffici) che permettono di restituire alla città quelle aree che per natura erano marginali e isolate. Gli spazi pubblici del centro storico, la piazza e le corti, trovano una nuova rielaborazione all’interno dell’area industriale. La biblioteca,il mercato coperto, il nuovo auditorium con annessi gli spazi espositivi temporanei e fissi, la galleria commerciale e la foresteria vengono così a comporre l’integrazione tra centro storico (tessuto esistente)e area industriale.La seconda fase definita riconversione industriale ha l’intento di valorizzare l’attività produttiva che rendeva il Linificio Canapificio Nazionale un elemento di pregio e di eccellenza. L’ esigenza di destinare parte di questa area a un laboratorio di ricerca e sviluppo del tessile è dettata, sia dalla profonda convinzione che, soprattutto oggi, il lavoro di ricerca potrebbe essere di grande interesse per le imprese e offrire loro un occasione unica per confrontarsi con nuove idee avendo la necessità di innovare per competere sui mercati Nazionali e internazionali, che da una sorta di continuità nel ricordo di quello che era il primo gruppo italiano del tessile specializzato nella filatura del lino e della canapa.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
25-lug-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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