The Non Valley is nowadays worldwide famous as “The Valley of apples”. The cultivation of apples gave to Non Valley a successful economy, though it was a mountainous zone, and so it was not easy to develop a successful agriculture. Lots of people work in agriculture (almost 15%): it is the most important achievement of the Valley. Thanks to the apples, economy of Non Valley is very strong, even in bad financial periods. There is a microcosm that is very strong. But this system could have some problems too. This strong univocal cultivation is guiding people’s minds. There is a problem of monoculture: Non Valley could become really just “Apple Valley”. This is bad because the valley has got a big culture and history. It is important, especially for young people, to give the possibility of other chance and opportunities of employment, not just agriculture. In order to reach this goal, it’s important to create synergy between production sectors. In the place in which this thesis is settled, there is already that synergy. It is a mine where in the voids apples are stocked: a very ecological innovation. This project brings the tourist production sector: the mine has got an important history for people of the zone, and obviously it is very interesting for tourist because of its ecological appeal. In detail, the project is a tourist route and a pavilion which is both a museum and the entrance of the historical mine.

La Val di Non è oggi conosciuta nel mondo come “Valle delle mele”: la mela è l’epilogo vincente della secolare lotta per la sopravvivenza contro la montagna. Con una popolazione attiva che è in larga parte direttamente occupata nel settore primario (si raggiunge una media del 15% circa), si può affermare che l’agricoltura è la risorsa fondamentale per l’economia valligiana. Negli ultimi decenni, la grande forza di questo assetto economico ha creato un elevato grado di benessere alla popolazione e ha evitato lo spopolamento che ha colpito molte altre aree montane. Ha consentito inoltre lo sviluppo di un’economia locale che ha garantito un’ottima costanza anche in una contingenza di flessione dei mercati come quella attuale. Questo sistema ha generato – e rappresenta tutt’oggi – un volano per numerose altre attività collaterali. Si riscontra infatti una “forte competitività di tutti i settori economici, dovuta ad un tessuto micro-imprenditoriale diffuso e fortemente radicato nel territorio”. Il limite principale di questo assetto è l’assenza di flessibilità che fa gravare troppe responsabilità sull’agricoltura, che pur ampiamente affidata alla tecnologia, è comunque soggetta all’incontrollabilità degli eventi atmosferici. La staticità implica anche poca capacità di adattamento a possibili futuri cambiamenti del mercato, come l’eventuale svilupparsi di una concorrenza meno costosa oppure semplicemente un possibile cambiamento nelle abitudini alimentari. Un’altra questione più latente è quella culturale. La tendenza a identificare la zona con la definizione semplicistica di “Valle delle mele”, comporta il rischio di far cadere nell’oblio una serie di altre potenzialità che il territorio offre, in termini culturali, ricreativi, e nell’ottica di sviluppo turistico. La monocoltura rischia quindi di divenire con il tempo anche monocultura. Se da un lato ci sono gli aspetti positivi legati al fatto che tanti giovani scelgono di fare i contadini e rimanere nel luogo, dall’altro la necessaria pluralità di competenze che si dovrebbero avere in una società potrebbe essere frenata prospettando una maggiore immobilità della popolazione, che si rivelerebbe, alla lunga, deleteria. Per combattere quest’evenienza è molto importante sviluppare una sinergia forte tra l’agricoltura e le altre forze produttive. E questo è esattamente ciò che accade nel sito che è stato oggetto del presente lavoro di tesi. Ivi infatti la collaborazione tra diversi settori produttivi è già molto forte: si tratta di una miniera in cui vengono stoccate le mele nei vuoti lasciati dall’attività di estrazione, realizzando un brevetto ecologico all’avanguardia nel mondo. Il progetto di questa tesi prevede di aggiungere al complesso la componente turistica, che non è solo rivolta alla grandissima novità scientifico-tecnologica dell’area, ma comprende anche una grande portata storico-culturale. La miniera in questione si trova infatti inserita in un sito minerario in cui una precedente azienda ottocentesca ha lavorato per più di un secolo, e ha dato occupazione a centinaia di persone della zona. Sono stati esaminati gli aspetti paesaggistici e le attività turistiche già consolidate nella valle. Per la promozione territoriale, l’attuale contingenza vede diffondersi una crescente sensibilità tra le amministrazioni e gli enti pubblici. La possibilità dell’area oggetto di questo lavoro di inserirsi in una rete turistica più ampia è dunque auspicabile e realizzabile. Ma è concreto anche il fenomeno inverso: questo progetto ha la possibilità di valorizzare indirettamente una serie di iniziative presenti nel territorio e non adeguatamente considerate. Sono stati approfonditi tutti i possibili effetti collaterali del progetto, che si propone come un volano: potrebbe generare dinamiche territoriali e conseguenze notevoli in termini di sviluppo turistico dell’intera zona. Nello specifico, il progetto di tesi prevede un percorso di visita alle miniere San Romedio e Rio Maggiore, e la definizione di un fulcro per l’intero percorso, costituito dal padiglione di ingresso che ospita anche un museo dell’area mineraria.

Valorizzazione turistica dell'area mineraria Zirò in Val di Non, Trentino. Progettazione di un percorso turistico e un padiglione museale

COVA, GIORDANO
2012/2013

Abstract

The Non Valley is nowadays worldwide famous as “The Valley of apples”. The cultivation of apples gave to Non Valley a successful economy, though it was a mountainous zone, and so it was not easy to develop a successful agriculture. Lots of people work in agriculture (almost 15%): it is the most important achievement of the Valley. Thanks to the apples, economy of Non Valley is very strong, even in bad financial periods. There is a microcosm that is very strong. But this system could have some problems too. This strong univocal cultivation is guiding people’s minds. There is a problem of monoculture: Non Valley could become really just “Apple Valley”. This is bad because the valley has got a big culture and history. It is important, especially for young people, to give the possibility of other chance and opportunities of employment, not just agriculture. In order to reach this goal, it’s important to create synergy between production sectors. In the place in which this thesis is settled, there is already that synergy. It is a mine where in the voids apples are stocked: a very ecological innovation. This project brings the tourist production sector: the mine has got an important history for people of the zone, and obviously it is very interesting for tourist because of its ecological appeal. In detail, the project is a tourist route and a pavilion which is both a museum and the entrance of the historical mine.
NEBL, MARCELLO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
28-apr-2014
2012/2013
La Val di Non è oggi conosciuta nel mondo come “Valle delle mele”: la mela è l’epilogo vincente della secolare lotta per la sopravvivenza contro la montagna. Con una popolazione attiva che è in larga parte direttamente occupata nel settore primario (si raggiunge una media del 15% circa), si può affermare che l’agricoltura è la risorsa fondamentale per l’economia valligiana. Negli ultimi decenni, la grande forza di questo assetto economico ha creato un elevato grado di benessere alla popolazione e ha evitato lo spopolamento che ha colpito molte altre aree montane. Ha consentito inoltre lo sviluppo di un’economia locale che ha garantito un’ottima costanza anche in una contingenza di flessione dei mercati come quella attuale. Questo sistema ha generato – e rappresenta tutt’oggi – un volano per numerose altre attività collaterali. Si riscontra infatti una “forte competitività di tutti i settori economici, dovuta ad un tessuto micro-imprenditoriale diffuso e fortemente radicato nel territorio”. Il limite principale di questo assetto è l’assenza di flessibilità che fa gravare troppe responsabilità sull’agricoltura, che pur ampiamente affidata alla tecnologia, è comunque soggetta all’incontrollabilità degli eventi atmosferici. La staticità implica anche poca capacità di adattamento a possibili futuri cambiamenti del mercato, come l’eventuale svilupparsi di una concorrenza meno costosa oppure semplicemente un possibile cambiamento nelle abitudini alimentari. Un’altra questione più latente è quella culturale. La tendenza a identificare la zona con la definizione semplicistica di “Valle delle mele”, comporta il rischio di far cadere nell’oblio una serie di altre potenzialità che il territorio offre, in termini culturali, ricreativi, e nell’ottica di sviluppo turistico. La monocoltura rischia quindi di divenire con il tempo anche monocultura. Se da un lato ci sono gli aspetti positivi legati al fatto che tanti giovani scelgono di fare i contadini e rimanere nel luogo, dall’altro la necessaria pluralità di competenze che si dovrebbero avere in una società potrebbe essere frenata prospettando una maggiore immobilità della popolazione, che si rivelerebbe, alla lunga, deleteria. Per combattere quest’evenienza è molto importante sviluppare una sinergia forte tra l’agricoltura e le altre forze produttive. E questo è esattamente ciò che accade nel sito che è stato oggetto del presente lavoro di tesi. Ivi infatti la collaborazione tra diversi settori produttivi è già molto forte: si tratta di una miniera in cui vengono stoccate le mele nei vuoti lasciati dall’attività di estrazione, realizzando un brevetto ecologico all’avanguardia nel mondo. Il progetto di questa tesi prevede di aggiungere al complesso la componente turistica, che non è solo rivolta alla grandissima novità scientifico-tecnologica dell’area, ma comprende anche una grande portata storico-culturale. La miniera in questione si trova infatti inserita in un sito minerario in cui una precedente azienda ottocentesca ha lavorato per più di un secolo, e ha dato occupazione a centinaia di persone della zona. Sono stati esaminati gli aspetti paesaggistici e le attività turistiche già consolidate nella valle. Per la promozione territoriale, l’attuale contingenza vede diffondersi una crescente sensibilità tra le amministrazioni e gli enti pubblici. La possibilità dell’area oggetto di questo lavoro di inserirsi in una rete turistica più ampia è dunque auspicabile e realizzabile. Ma è concreto anche il fenomeno inverso: questo progetto ha la possibilità di valorizzare indirettamente una serie di iniziative presenti nel territorio e non adeguatamente considerate. Sono stati approfonditi tutti i possibili effetti collaterali del progetto, che si propone come un volano: potrebbe generare dinamiche territoriali e conseguenze notevoli in termini di sviluppo turistico dell’intera zona. Nello specifico, il progetto di tesi prevede un percorso di visita alle miniere San Romedio e Rio Maggiore, e la definizione di un fulcro per l’intero percorso, costituito dal padiglione di ingresso che ospita anche un museo dell’area mineraria.
Tesi di laurea Magistrale
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