The city we took under consideration is Istanbul, specifically the area between the Egyptian bazaar (Misir Çarşi), the Sirkeci Station and the Galata Bridge in the historical peninsula. This area has been the hotspot of the city since the very beginning of its developement. In its early years it hosted the Neorion port, where the foreign colonies settled, and from there departed the ferries for the Golden Horn and the Bosphorus. Then in the 1800s, when the city started to transform itself along more western lines, here happened the most important phases of the new devolepement, starting from the construction of a bridge that could connect the historical penisula to Galata. Up to this day this part of the city remains subject to deep transformations, the most recent of which has been the construction of the Marmaray, an underground tunnel 58 meters under the Bosphorus strait, that connects the European shore with the Asian one. The displayed solution is not only the result of the study of the city’s history and its development, but also of first-hand surveys of the area itself, that became fundamental in understanding how it is perceived and lived. The interpretation key we assumed was that of the “pedestrian street” that becomes manifestation of the market and then building. It is a pivotal theme of the Ottoman architecture, repeatedly reinterpreted during the course of history which passed through to modern times with innovations and contaminations. This theme has been the key to define the structure of the project as a sort of linear manufacture shaped as a broken line which defines and distinguishes private and public spaces. It is also connected with the question of the reuse of existing buildings that become a fundamental part of the project through three modality of interpretation: symbiosis, grapht, closure. The idea of the project takes its moves from one of the peculiarities of the city of Istanbul, that is having public places on the top floors of private buldings. This characteristic derives from the saturation of the ground level which brings people to conquer the high spots that become suggestive panoramic points.

La città presa in considerazione è quella di Istanbul e nello specifico l’area compresa fra il Bazar egiziano (Misir Çarşi), la stazione di Sirkeci e il ponte di Galata nella penisola storica. Questo sito ha rivestito un ruolo fondamentale all’interno della città fin dall’antichità, in quanto punto nevralgico del porto Néorion, dove sorgevano le colonie marinare straniere; dove partivano i traghetti per il Corno d’Oro e per il Bosforo; dove nell’Ottocento, quando la città ha cominciato a trasformasi secondo le linee occidentali, si sono concentrate le principali trasformazioni urbane, a partire dalla costruzione di un ponte che potesse collegare la penisola storica a Galata. Ancora oggi, questa porzione di città, rimane interessata da grandi trasformazioni, la più recente delle quali è la costruzione del Marmaray, un tunnel ferroviario a 58 metri di profondità sotto lo stretto del Bosforo che permette il collegamento tra la sponda europea ed asiatica. L’ipotesi progettuale elaborata non è solamente il frutto dello conoscenza storica e dello sviluppo della città, ma anche di visite concrete nell’area in questione e quindi di presa coscienza di come è vissuta e di cosa ruota intorno ad essa. Si pone in essere la chiave di lettura della strada pedonale che si fa mercato e che si fa edificio: è un tema specifico dell’architettura ottomana, reinterpretato continuamente nel corso della storia e che è transitato con delle innovazioni e contaminazioni attraverso la fase della modernizzazione. Questo tema è indispensabile per definire l’impianto progettuale, come una sorta di manufatto rettilineo che si configura come una linea spezzata con la funzione di delimitare spazi pubblici da quelli privati. Tale tema è risultato strettamente collegato con la questione del riutilizzo di edifici esistenti che diventano parte integrante del progetto secondo tre caratteristiche essenziali: simbiosi, innesto, chiusura. L’idea progettuale si muove sfruttando le particolarità della città di Istanbul: l’avere spazi pubblici, all’interno di edifici privati, nelle parti più alte. Tale caratteristica deriva dalla saturazione del livello del terreno che porta alla conquista di altezze, che diventano punti panoramici suggestivi.

Istanbul : strade pedonali e interni urbani tra la stazione di Sirkeci e il ponte di Galata

ASSUMMA, ELETTRA;VILLA, SILVIA CHIARA;VERONELLI, GIULIA;ALBAI, LORENZO
2013/2014

Abstract

The city we took under consideration is Istanbul, specifically the area between the Egyptian bazaar (Misir Çarşi), the Sirkeci Station and the Galata Bridge in the historical peninsula. This area has been the hotspot of the city since the very beginning of its developement. In its early years it hosted the Neorion port, where the foreign colonies settled, and from there departed the ferries for the Golden Horn and the Bosphorus. Then in the 1800s, when the city started to transform itself along more western lines, here happened the most important phases of the new devolepement, starting from the construction of a bridge that could connect the historical penisula to Galata. Up to this day this part of the city remains subject to deep transformations, the most recent of which has been the construction of the Marmaray, an underground tunnel 58 meters under the Bosphorus strait, that connects the European shore with the Asian one. The displayed solution is not only the result of the study of the city’s history and its development, but also of first-hand surveys of the area itself, that became fundamental in understanding how it is perceived and lived. The interpretation key we assumed was that of the “pedestrian street” that becomes manifestation of the market and then building. It is a pivotal theme of the Ottoman architecture, repeatedly reinterpreted during the course of history which passed through to modern times with innovations and contaminations. This theme has been the key to define the structure of the project as a sort of linear manufacture shaped as a broken line which defines and distinguishes private and public spaces. It is also connected with the question of the reuse of existing buildings that become a fundamental part of the project through three modality of interpretation: symbiosis, grapht, closure. The idea of the project takes its moves from one of the peculiarities of the city of Istanbul, that is having public places on the top floors of private buldings. This characteristic derives from the saturation of the ground level which brings people to conquer the high spots that become suggestive panoramic points.
SCACCABAROZZI, ANAALISA
ARC II - Scuola di Architettura Civile
23-lug-2014
2013/2014
La città presa in considerazione è quella di Istanbul e nello specifico l’area compresa fra il Bazar egiziano (Misir Çarşi), la stazione di Sirkeci e il ponte di Galata nella penisola storica. Questo sito ha rivestito un ruolo fondamentale all’interno della città fin dall’antichità, in quanto punto nevralgico del porto Néorion, dove sorgevano le colonie marinare straniere; dove partivano i traghetti per il Corno d’Oro e per il Bosforo; dove nell’Ottocento, quando la città ha cominciato a trasformasi secondo le linee occidentali, si sono concentrate le principali trasformazioni urbane, a partire dalla costruzione di un ponte che potesse collegare la penisola storica a Galata. Ancora oggi, questa porzione di città, rimane interessata da grandi trasformazioni, la più recente delle quali è la costruzione del Marmaray, un tunnel ferroviario a 58 metri di profondità sotto lo stretto del Bosforo che permette il collegamento tra la sponda europea ed asiatica. L’ipotesi progettuale elaborata non è solamente il frutto dello conoscenza storica e dello sviluppo della città, ma anche di visite concrete nell’area in questione e quindi di presa coscienza di come è vissuta e di cosa ruota intorno ad essa. Si pone in essere la chiave di lettura della strada pedonale che si fa mercato e che si fa edificio: è un tema specifico dell’architettura ottomana, reinterpretato continuamente nel corso della storia e che è transitato con delle innovazioni e contaminazioni attraverso la fase della modernizzazione. Questo tema è indispensabile per definire l’impianto progettuale, come una sorta di manufatto rettilineo che si configura come una linea spezzata con la funzione di delimitare spazi pubblici da quelli privati. Tale tema è risultato strettamente collegato con la questione del riutilizzo di edifici esistenti che diventano parte integrante del progetto secondo tre caratteristiche essenziali: simbiosi, innesto, chiusura. L’idea progettuale si muove sfruttando le particolarità della città di Istanbul: l’avere spazi pubblici, all’interno di edifici privati, nelle parti più alte. Tale caratteristica deriva dalla saturazione del livello del terreno che porta alla conquista di altezze, che diventano punti panoramici suggestivi.
Tesi di laurea Magistrale
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