Una serie di trasformazioni stanno investendo il tessuto urbano di Milano, in vista dell’Expo 2015, anche il nuovo Piano di Governo del Territorio (ancora in via di adozione) deve tener conto delle necessità di una città con grandi vuoti urbani e scarsità di luoghi verdi per una mobilità lenta alla scala del pedone. La frammentarietà del verde sembra un tratto distintivo di Milano, piccole isole di verde disconnesse tra loro o spazi degradati inaccessibili abbondano in ogni parte della città. Tanti spazi piccoli e di media grandezza non utilizzati potrebbero essere collegati e rientrare in un sistema della percorrenza urbana in bici o a piedi, diventare punti di stazionamento con la creazione di servizi carenti nella zona. Nel PGT esiste in realtà una proposta progettuale del paesaggista A. Kipar per la creazione e riqualificazione di corridoi verdi attraverso il collegamento di spazi già esistenti. I percorsi seguiranno lo schema radio centrico della città di Milano. Questa ipotesi progettuale nel rapporto tra l’esterno della città e il centro sembra escludere alcune potenzialità di interconnessione tra spazi che si sviluppano lungo direzioni diverse da quella privilegiata da Kipar, Milano inoltre è carente lungo alcune direzioni di trasporto pubblico, di vie di collegamento dirette e quindi si tratta di un problema di permeabilità del tessuto urbano. La mancanza di accessibilità tra spazi contigui è dovuta soprattutto alla presenza di linee ferroviarie, grandi aree dismesse, la presenza di corsi d’acqua ( come ad esempio il Lambro) utilizzati come canali di scolo fognario a cielo aperto, situazioni di degrado ambientale, soprattutto vicino alle tangenziali. Partendo da queste premesse sul caso milanese, è possibile trovare altri casi analoghi in altre città dove la riprogettazione di spazi interni ad esse ha dato una nuova vita a interi quartieri ed è stata il volano per la valorizzazione dell’esistente. Il tema “sostenibilità” , inteso anche alla scala urbana deve essere presente in ogni nuovo intervento, i principi di sostenibilità negli ambiti sociale, economico ed ambientale, hanno avuto origini nel 1987 con il “Rapporto Brundtland”. La richiesta in questa direzione arriva dalle normative comunitarie, la diminuzione della circolazione con mezzi propri in aree urbane già sottoposte ad un pesante traffico veicolare, si attua anche creando la possibilità di scegliere una circolazione lenta. Il problema del risparmio energetico nasce anche dalla progettazione urbanistica, dal consumo del suolo, da come si vuole incentivare la percorribilità della città L’uso dei corridoi verdi, storicamente nasce negli USA alla fine del XIX secolo, viene sperimentato in Italia solo negli ultimi decenni, i grandi interventi urbani sono delle occasioni per progettare insieme alle infrastrutture tradizionali anche delle reti ecologiche. Le greenways sono da considerarsi delle infrastrutture prioritarie, necessarie al sistema urbano. La presenza all’interno del tessuto urbano di elementi monumentali e paesaggistici di rilievo spinge a sviluppare i corridoi come percorsi con punti di stazionamento non casuali ma corrispondenti in molti casi ad emergenze monumentali
Milano. Un progetto di corridoio verde tra il Parco Lambro e l'area Marelli Adriano
GANINO, NICOLA PASQUALE
2009/2010
Abstract
Una serie di trasformazioni stanno investendo il tessuto urbano di Milano, in vista dell’Expo 2015, anche il nuovo Piano di Governo del Territorio (ancora in via di adozione) deve tener conto delle necessità di una città con grandi vuoti urbani e scarsità di luoghi verdi per una mobilità lenta alla scala del pedone. La frammentarietà del verde sembra un tratto distintivo di Milano, piccole isole di verde disconnesse tra loro o spazi degradati inaccessibili abbondano in ogni parte della città. Tanti spazi piccoli e di media grandezza non utilizzati potrebbero essere collegati e rientrare in un sistema della percorrenza urbana in bici o a piedi, diventare punti di stazionamento con la creazione di servizi carenti nella zona. Nel PGT esiste in realtà una proposta progettuale del paesaggista A. Kipar per la creazione e riqualificazione di corridoi verdi attraverso il collegamento di spazi già esistenti. I percorsi seguiranno lo schema radio centrico della città di Milano. Questa ipotesi progettuale nel rapporto tra l’esterno della città e il centro sembra escludere alcune potenzialità di interconnessione tra spazi che si sviluppano lungo direzioni diverse da quella privilegiata da Kipar, Milano inoltre è carente lungo alcune direzioni di trasporto pubblico, di vie di collegamento dirette e quindi si tratta di un problema di permeabilità del tessuto urbano. La mancanza di accessibilità tra spazi contigui è dovuta soprattutto alla presenza di linee ferroviarie, grandi aree dismesse, la presenza di corsi d’acqua ( come ad esempio il Lambro) utilizzati come canali di scolo fognario a cielo aperto, situazioni di degrado ambientale, soprattutto vicino alle tangenziali. Partendo da queste premesse sul caso milanese, è possibile trovare altri casi analoghi in altre città dove la riprogettazione di spazi interni ad esse ha dato una nuova vita a interi quartieri ed è stata il volano per la valorizzazione dell’esistente. Il tema “sostenibilità” , inteso anche alla scala urbana deve essere presente in ogni nuovo intervento, i principi di sostenibilità negli ambiti sociale, economico ed ambientale, hanno avuto origini nel 1987 con il “Rapporto Brundtland”. La richiesta in questa direzione arriva dalle normative comunitarie, la diminuzione della circolazione con mezzi propri in aree urbane già sottoposte ad un pesante traffico veicolare, si attua anche creando la possibilità di scegliere una circolazione lenta. Il problema del risparmio energetico nasce anche dalla progettazione urbanistica, dal consumo del suolo, da come si vuole incentivare la percorribilità della città L’uso dei corridoi verdi, storicamente nasce negli USA alla fine del XIX secolo, viene sperimentato in Italia solo negli ultimi decenni, i grandi interventi urbani sono delle occasioni per progettare insieme alle infrastrutture tradizionali anche delle reti ecologiche. Le greenways sono da considerarsi delle infrastrutture prioritarie, necessarie al sistema urbano. La presenza all’interno del tessuto urbano di elementi monumentali e paesaggistici di rilievo spinge a sviluppare i corridoi come percorsi con punti di stazionamento non casuali ma corrispondenti in molti casi ad emergenze monumentaliFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/1061