Lo scalo di Milano Rogoredo si trova in una parte di città delimitata da forti infrastrutture: a ovest Viale Lucania, e più a sud, al di là dello snodo di Corvetto, le vie Marocchetti e Cassinis, percorse in asse dalla sopraelevata che conduce all’Autosole; a est e a nord la ferrovia e , in un prossimo futuro, il raccordo stradale con la Paullese. Si tratta in sostanza di un’area “segregata” e l’occasione per fornirle un nuovo disegno urbano per renderla adeguata, nasce dall’Accordo Di Programma, promosso dal Comune di Milano. In un contesto di questo tipo però la somma di funzioni che l’AdP prevedeva di collocare risultavano carenti sia sul piano degli equilibri funzionali, sia su quello del ritorno economico atteso. Siamo andati dunque a coinvolgere altre aree: - La stazione, con un nuovo emporio e parcheggio, il cui nuovo sottopasso riconnette i due versanti della ferrovia e crea un forte punto di interscambio. - Intervento di residenza convenzionata nell’area ex AdP - Intervento di residenza sociale nell’area ex Saponificio - La creazione di un community center come fabbrica della creatività, con parco annesso, nel perimetro dell’ex stabilimento Pirelli. - La riqualificazione dell’area Adafrigor, originariamente adibita a magazzini frigoriferi, di cui noi ci siamo occupate. La nostra proposta progettuale è stata quella di pensare ad un riuso dell’edificio Adafrigor, che oggi si presenta solo come uno scheletro strutturale, con funzione di cohousing. CoAabitare come strategia di sostenibilità, che permette benefici sul livello sociale, economico, ambientale e architettonico, e che aiuta a ritrovare la perduta dimensione di comunità. Il tema principale del nostro lavoro è stata la struttura, assunta come elemento capace di arricchire il progetto. Questa risultava essere notevolmente sovradimensionata sia in pianta sia in alzato, in rapporto alla nuova funzione che doveva accogliere, e la profondità del corpo di fabbrica non consentiva i corretti rapporti aero-illuminanti. L’edificio è stato dunque pensato tenendo conto di queste peculiarità e reintegrato nelle parte demolite per ricomporre con diversità lo scheletro originale.

Ex scali ferroviari - Milano Rogoredo: riqualificazione stabilimento Adafrigor: cohousing come forma di risiedere collettivo

PERAGINE, SILVIA MARIA STEFANIA;TOSI, ANNA
2009/2010

Abstract

Lo scalo di Milano Rogoredo si trova in una parte di città delimitata da forti infrastrutture: a ovest Viale Lucania, e più a sud, al di là dello snodo di Corvetto, le vie Marocchetti e Cassinis, percorse in asse dalla sopraelevata che conduce all’Autosole; a est e a nord la ferrovia e , in un prossimo futuro, il raccordo stradale con la Paullese. Si tratta in sostanza di un’area “segregata” e l’occasione per fornirle un nuovo disegno urbano per renderla adeguata, nasce dall’Accordo Di Programma, promosso dal Comune di Milano. In un contesto di questo tipo però la somma di funzioni che l’AdP prevedeva di collocare risultavano carenti sia sul piano degli equilibri funzionali, sia su quello del ritorno economico atteso. Siamo andati dunque a coinvolgere altre aree: - La stazione, con un nuovo emporio e parcheggio, il cui nuovo sottopasso riconnette i due versanti della ferrovia e crea un forte punto di interscambio. - Intervento di residenza convenzionata nell’area ex AdP - Intervento di residenza sociale nell’area ex Saponificio - La creazione di un community center come fabbrica della creatività, con parco annesso, nel perimetro dell’ex stabilimento Pirelli. - La riqualificazione dell’area Adafrigor, originariamente adibita a magazzini frigoriferi, di cui noi ci siamo occupate. La nostra proposta progettuale è stata quella di pensare ad un riuso dell’edificio Adafrigor, che oggi si presenta solo come uno scheletro strutturale, con funzione di cohousing. CoAabitare come strategia di sostenibilità, che permette benefici sul livello sociale, economico, ambientale e architettonico, e che aiuta a ritrovare la perduta dimensione di comunità. Il tema principale del nostro lavoro è stata la struttura, assunta come elemento capace di arricchire il progetto. Questa risultava essere notevolmente sovradimensionata sia in pianta sia in alzato, in rapporto alla nuova funzione che doveva accogliere, e la profondità del corpo di fabbrica non consentiva i corretti rapporti aero-illuminanti. L’edificio è stato dunque pensato tenendo conto di queste peculiarità e reintegrato nelle parte demolite per ricomporre con diversità lo scheletro originale.
PONZINI, CARLO
MARTINELLI, STEFANIA
PITERA', LUCA
ARC II - Facolta' di Architettura Civile
20-dic-2010
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/11563