Spazi instabili. Ipotesi di paesaggi ibridi tra libertà partecipativa e sostenibilità economica

The thesis deals with the topic of building restoration, while working out a plan of adaptive re-use of ex-industrial spaces, that becomes an opportunity in order to imagine hybrid landscapes. The essay starts by considering the dual essence of the place which is situated along the Enrico Forlanini Avenue in Milan where the speed of cars and aeroplanes meets the ascetical peace of the park, determinated by the solemn passeges of the seasons. A curatorial approach tries to manage all the sensorial, economic, natural and human influences in order to elaborate variable spaces. The objective is to build areas able to be influenced by the changeable character of the seasons which means a perennial evoultion or better a continuous construction made by those who live in those spaces, shaping them through a participative freedom. The guidelines of the entire project are focused on the economic sustainability which means a constant balance of spaces of different origins. What has finally been achieved is a new relationship between public and private space enhancing a mutual reinforcement and a never clear- cut separation. A perimeter able to always welcome changing spaces, meant to be in perennial exchange with the park. This essay tries to imagine what it could be, the shapes done by the one who will act in this space through the structures given and the functions thinked.

La tesi affronta il tema del recupero architettonico, elaborando un progetto di ri-uso di spazi ex-industriali che diviene opportunità per immaginare paesaggi ibridi. Partendo dalla duplice natura del luogo, sito lungo l’asse di viale Enrico Forlanini a Milano, in cui la velocità delle auto e degli aerei incontra la pace ascetica del parco dettata dai tempi solenni delle stagioni, si è posto alla base del lavoro il carattere mutevole della natura che determina usi sempre differenti degli spazi. Accanto a ciò vi è un approccio curatoriale che tenta più che di costruire manufatti, di gestire l’insieme di influssi e influenze sensoriali, economiche, naturali e umane per giungere ad elaborare degli spazi instabili, ovvero luoghi dai caratteri mutevoli nel susseguirsi delle stagioni e sempre in continuo divenire o, meglio, in continua costruzione da parte di chi quegli spazi li vive, plasmandoli attraverso una libertà partecipativa. Linea guida dell’intero percorso progettuale è l’attenzione verso una sostenibilità economica del progetto che si traduce in un bilanciamento sempre costante di spazi di natura differente, che ha portato ad un nuovo rapporto tra ambito pubblico e privato con un rafforzamento reciproco continuo e una divisione mai netta. Un perimetro sfumato, che dà vita a spazi in continua mutazione, in costante osmosi con il parco ed i suoi flussi. La tesi tenta dunque di immaginare ciò che potrebbe essere, le conformazioni che chi agirà su questi luoghi darà ad essi grazie alle strutture e alle funzioni pensate, cercando dunque di pianificare il non pianificabile.