“Exegi monumentum aere perennius” is a verse written by Orazio, a latin poet, in his third book of Odes, through which he wants to celebrate his own poetry as eternal. The words “Aere perennius” (more lasting than bronze) mean “permanence”, which can be interpreted as conservation, but also as something which remains in the collective memory. This idea shows an interesting affinity with the fundamental peculiarities of the archeological area of Imperial Fora in Rome, area of interest of this master thesis, and with its layers. Working on the tracks which represent this amazing palimpsest means to be closely with an history which is a common heritage. It’s clear, studying the palimpsest which characterizes this area, that it is not possible, nowadays, to read in a comprehensible way all the elements which make it up. This is due to an intense activity of excavation, inspired by a great curiosity, but not led by a plan about the identity of this area. Against this, the aim of this project, using the tools of architecture (working on layers, axes, boundaries, thresholds, sequences, spaces), is to establish a layout and a hierarchy which organizes all the pre-existances, making them working together, underlining the different layers which overlapped through the years and centuries, in order to make them understandable without weakening a compositional principle which wants to be balanced and coherent. Via dei Fori Imperiali is considered as an architecture able to fulfil this task thanks to its spaces (internal and external, its edges and different levels) and its sensorial features.

“Exegi monumentum aere perennius” è il primo verso del Carme 30 del terzo libro delle Odi di Orazio, nel quale l’autore dichiara la gloria eterna della propria poesia. Con “Aere perennius” (più duraturo del bronzo) si vuole sottolineare una “permanenza” che può essere intesa da un lato sia come “conservazione”, sia come “particolare attestazione duratura (addirittura perenne) nella memoria” di una collettività. Questo concetto presenta un parallelismo interessante con i caratteri fondamentali dell’area archeologica dei Fori Imperiali a Roma, contesto di sviluppo di questa tesi, e le stratificazioni che su di essa sono andate insediandosi nel corso dei secoli. Intervenire sui segni che costituiscono questo straordinario palinsesto significa lavorare in stretto contatto con una storia che è patrimonio di tutti. A partire dalla presa di coscienza del problema attuale della restituzione di un immagine poco chiara dei principi insediativi e dei caratteri sostanziali dei vari elementi che strutturano il palinsesto, resa poco leggibile dai risultati di un’intensa attività di scavo, motivato da una forte volontà conoscitiva e non supportata da una visione più generale sul destino dell’area e la sua identità, l’intervento si pone l’obiettivo di, utilizzando gli strumenti della disciplina architettonica (un lavoro su giaciture, assi, limiti, soglie, sequenze, intervalli, spazi) definire un ordine e strutturare delle gerarchie che permettano di mettere a sistema le preesistenze relazionandole e rendendole leggibili e comprensibili. Il progetto lavora principalmente in sezione andando a recuperare e a mettere in relazione le diverse giaciture sovrapposte nel corso dei secoli e rimarcando i principi insediativi fondanti le varie stratigrafie, in modo da garantirne la lettura e la chiara distinzione senza minare un principio compositivo generale che vuole rimanere equilibrato e coerente. Via dei Fori Imperiali viene trattata come un’Architettura capace di assolvere a questo compito tramite il lavoro sui suoi spazi (interni ed esterni, i suoi limiti e le sue differenti quote) e i suoi caratteri percettivi.

Aere perennus. Via dei Fori Imperiali : stratigrafia e palinsesto

CORTESI, PAOLA;CORTINOVIS, MICHELE
2015/2016

Abstract

“Exegi monumentum aere perennius” is a verse written by Orazio, a latin poet, in his third book of Odes, through which he wants to celebrate his own poetry as eternal. The words “Aere perennius” (more lasting than bronze) mean “permanence”, which can be interpreted as conservation, but also as something which remains in the collective memory. This idea shows an interesting affinity with the fundamental peculiarities of the archeological area of Imperial Fora in Rome, area of interest of this master thesis, and with its layers. Working on the tracks which represent this amazing palimpsest means to be closely with an history which is a common heritage. It’s clear, studying the palimpsest which characterizes this area, that it is not possible, nowadays, to read in a comprehensible way all the elements which make it up. This is due to an intense activity of excavation, inspired by a great curiosity, but not led by a plan about the identity of this area. Against this, the aim of this project, using the tools of architecture (working on layers, axes, boundaries, thresholds, sequences, spaces), is to establish a layout and a hierarchy which organizes all the pre-existances, making them working together, underlining the different layers which overlapped through the years and centuries, in order to make them understandable without weakening a compositional principle which wants to be balanced and coherent. Via dei Fori Imperiali is considered as an architecture able to fulfil this task thanks to its spaces (internal and external, its edges and different levels) and its sensorial features.
GHIRARDINI, SARA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2017
2015/2016
“Exegi monumentum aere perennius” è il primo verso del Carme 30 del terzo libro delle Odi di Orazio, nel quale l’autore dichiara la gloria eterna della propria poesia. Con “Aere perennius” (più duraturo del bronzo) si vuole sottolineare una “permanenza” che può essere intesa da un lato sia come “conservazione”, sia come “particolare attestazione duratura (addirittura perenne) nella memoria” di una collettività. Questo concetto presenta un parallelismo interessante con i caratteri fondamentali dell’area archeologica dei Fori Imperiali a Roma, contesto di sviluppo di questa tesi, e le stratificazioni che su di essa sono andate insediandosi nel corso dei secoli. Intervenire sui segni che costituiscono questo straordinario palinsesto significa lavorare in stretto contatto con una storia che è patrimonio di tutti. A partire dalla presa di coscienza del problema attuale della restituzione di un immagine poco chiara dei principi insediativi e dei caratteri sostanziali dei vari elementi che strutturano il palinsesto, resa poco leggibile dai risultati di un’intensa attività di scavo, motivato da una forte volontà conoscitiva e non supportata da una visione più generale sul destino dell’area e la sua identità, l’intervento si pone l’obiettivo di, utilizzando gli strumenti della disciplina architettonica (un lavoro su giaciture, assi, limiti, soglie, sequenze, intervalli, spazi) definire un ordine e strutturare delle gerarchie che permettano di mettere a sistema le preesistenze relazionandole e rendendole leggibili e comprensibili. Il progetto lavora principalmente in sezione andando a recuperare e a mettere in relazione le diverse giaciture sovrapposte nel corso dei secoli e rimarcando i principi insediativi fondanti le varie stratigrafie, in modo da garantirne la lettura e la chiara distinzione senza minare un principio compositivo generale che vuole rimanere equilibrato e coerente. Via dei Fori Imperiali viene trattata come un’Architettura capace di assolvere a questo compito tramite il lavoro sui suoi spazi (interni ed esterni, i suoi limiti e le sue differenti quote) e i suoi caratteri percettivi.
Tesi di laurea Magistrale
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