Val Chiarone re-gained between nature and history. Narrative landscapes to decipher a palimpsest

The landscape tells stories of men, succession of events, stories and societies that have had the opportunity to relate to the territory that hosted them, transforming it according to their own vital needs. "Trace, footprint, document, testimony, proof, are synonymous with the term " mark ". It is normal that the marks we produce, in addition to the marks that we can identify, put us in communication with other people, but also with the rest of the sensible, imperceptible and immaterial world." [Mario Giacomelli] Each landscape is the result of long time (what can be called physical landscape, linked to geomorphology), of the history of nature (natural landscape, connected to the vegetation system) and of human history (cultural landscape, linked to memory). Generations have known this landscape, contemplated it, left their marks on it, even the smallest ones, result of small or large actions. Often these signs are invisible to our eye, remaining hidden under the visible landscape. Italo Calvino in his novel "The invisible cities" tells of many cities described by the explorer Marco Polo. Among other cities the traveler tells of Zaira and concluding states: "A description of Zaira as it is today should contain all of Zaira's past. But the city does not say its past, it contains it as the lines on a hand, written in the corners of the streets, in the grids of the windows, in the handrails of the stairs, in the antennas of lightning rods, in the flagpoles, each segment lined in turn with scratches, serrations, carvings, gills. " The landscape has been built through time, it is the sum of the sedimentations of episodes, of generations gone overlapping and grafting onto each other, recalling the previous ones, often erasing the weakest, the unwelcome, the not useful for social development. We can think of the landscape as a repository, a storehouse of stories that happened and of facts that time makes fall due to historical progression, a real palimpsest. "The landscape is full of signs, symbols, wounds, hidden things. It is an unknown language that begins to be read and to be known when it’s started to be loved, to be photographed. Thus the sign becomes a voice: it clarifies certain things to me, while for others it remains a spot." [Mario Giacomelli] The landscape contains large and loud episodes and light and silent episodes. It welcomes each of these, but does not tell them, since it speaks with the language of nature and of the things that man added seasonally. It’s us, therefore, who must be able to listen and collect the significant words present in it, making it speak, giving it a voice. This means first reading the landscape through the stories and understanding the signs that remain on it, then the stories themselves will be read through the landscape. Thus the respect for nature, listening and understanding of stratified landscapes are mixed in the design action, in order to find solutions, even the smallest ones, that make traces and places readable, revealing and narrating the hidden meaning they possess deep down. In the specific case addressed by the thesis project, these reflections and actions are proposed for the enhancement of an existing trekking path that runs along the ridge of the canoe valley in Chiarone (Pianello val Tidone, Piacenza) and that touches points of considerable historical, naturalistic and geomorphological interest. The path thus reorganized, aims to offer an added value to hikers, enthusiasts and tourists who pass through it, each time providing views, staging points and small installations that enhance, reveal and tells different aspects related to this landscape. It was therefore decided to propose three main interventions that followed the theme of the physical landscape (geomorphology), of the perceptive landscape (natural environment) and of the mental landscape (memory), accompanied by an introductory area to the project and by some small interventions along the way aimed at giving a sense of continuity to the design.

Il paesaggio racconta le storie degli uomini, la successione di accadimenti, di storie e di società che hanno avuto modo di rapportarsi con il territorio che li ha ospitati, trasformandolo a seconda delle proprie esigenze vitali. “Traccia, orma, documento, testimonianza, prova, sono sinonimi del termine "segno". È normale che i segni che produciamo, oltre ai segni che riusciamo ad individuare ci mettano in comunicazione con le altre persone, ma anche con il resto del mondo sensibile, nonché impercettibile e immateriale.” [Mario Giacomelli]. Ogni paesaggio è il prodotto del tempo lungo (quello che chiameremo paesaggio fisico, legato alla geomorfologia), della storia della natura (paesaggio naturale, legato alla vegetazione) e della storia dell'uomo (paesaggio culturale, legato alle memoria del luogo). Generazioni hanno conosciuto questo paesaggio, lo hanno contemplato, vi hanno lasciato segni, anche minimi, frutto di azioni piccole o grandi. Spesso questi segni sono invisibili al nostro occhio, restando nascosti sotto il paesaggio visibile. Italo Calvino nel suo romanzo "Le città invisibili" racconta di tante città descritte dall’esploratore Marco Polo. Tra le altre città il viaggiatore racconta di Zaira e concludendo afferma: "Una descrizione di Zaira quale è oggi, dovrebbe contenere tutto il passato di Zaira. Ma la città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d'una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, nei corrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole.” Il paesaggio si è costruito attraverso il tempo, è la somma delle sedimentazioni di episodi, di generazioni andate sovrapponendosi ed innestandosi le une sulle altre, richiamando le precedenti, cancellando spesso le più deboli, le sgradite, le non utili allo sviluppo sociale. Possiamo pensare al paesaggio come deposito, un magazzino di storie avvenute e di fatti che il tempo fa precipitare per effetto del procedere storico, un palinsesto a tutti gli effetti. “Il paesaggio è pieno di segni, di simboli, di ferite, di cose nascoste. È un linguaggio sconosciuto che si comincia a leggere, a conoscere nel momento in cui si comincia ad amarlo, a fotografarlo. Così il segno viene a essere voce: chiarisce a me certe cose, per altri invece rimane una macchia." [Mario Giacomelli]. Nel paesaggio sono contenuti episodi grandi e fragorosi ed episodi lievi e silenziosi. Esso accoglie ognuno di questi, ma non li racconta, poiché parla con il linguaggio della natura e delle cose che l'uomo ha aggiunto stagionalmente. Siamo noi dunque che dobbiamo essere in grado di ascoltare e raccogliere le parole significative presenti in esso, facendolo parlare, donandogli una voce. Questo significa dapprima rileggere il paesaggio attraverso le storie e comprendere i segni che rimangono su di esso, in seguito saranno le storie stesse ad essere lette attraverso il paesaggio. Nell’azione progettuale si mescolano così il rispetto della natura, l'ascolto e la comprensione dei paesaggi stratificati, al fine di ricercare soluzioni, anche minime, che rendano leggibili tracce e luoghi, rivelando e narrando il significato nascosto che posseggono nel loro profondo. Nel caso specifico affrontato dal progetto di tesi, queste riflessioni e azioni vengono proposte per la valorizzazione di un esistente sentiero da trekking che si snoda sul crinale della valle a canoa in località Chiarone (Pianello val Tidone, Piacenza) e che tocca punti di notevole interesse storico, naturalistico e geomorfologico. Il sentiero così riorganizzato, si pone l’obiettivo di offrire un valore aggiunto agli escursionisti, agli appassionati ed ai turisti che lo attraversano, fornendo di volta in volta scorci, punti di sosta e piccole installazioni che valorizzino, rivelino e raccontino diversi aspetti legati a questo paesaggio. Si è dunque deciso di proporre tre interventi principali che ricalcassero il tema del paesaggio fisico, del paesaggio percettivo e del paesaggio culturale, accompagnati da un’area introduttiva al progetto e da alcuni piccoli interventi lungo il percorso volti a dare un senso di continuità al progetto.