Il contesto urbano della città di Piacenza è caratterizzato dal tessuto consolidato della città antica, dalle suddivisioni dei campi agricoli secondo una maglia regolare ed, infine, dal fiume Po. Tra il fiume e l’abitato intorno si dispone una fascia di margine caratterizzata dall’affiancarsi d’infrastrutture stradali e ferroviarie, che determinano una condizione residuale e di scarsa qualità ambientale. Tale sistema infrastrutturale altamente sviluppato, oltre ad agevolare i collegamenti su vasta scala tra le diverse città, si costituisce attualmente come un vero e proprio ostacolo tra l’urbanizzato e il corso d’acqua, conferendo a Piacenza la condizione contraddittoria di “città sul fiume senza fiume”. Le condizioni al contorno rispetto all’area di progetto sono le seguenti: a nord l’autostrada rappresenta una barriera fisica, oltre che visiva, rispetto al Po e a sud valgono le stesse condizioni per la ferrovia rispetto alla città. Lo studio del Piano Strutturale Comunale conferma la futura dismissione dello scalo ferroviario, oltre che del tratto autostradale tangente l’area. Tali dismissioni sono l’occasione per una riqualificazione del margine in cui l’area di progetto diviene cerniera di collegamento tra la città consolidata e il fiume. Alla luce di tale configurazione, l’azione progettuale prevede: - Il ridisegno del suolo lasciato libero dai binari tramite una nuova tessitura di spazi aperti e percorsi in grado di mettere in comunicazione la città col fiume attraverso la nuova area di trasformazione. - L’utilizzo del viadotto autostradale come fascia connettiva tra il parco fluviale e la città interna al di là della zona industriale. - La definizione di un insediamento polifunzionale il cui disegno è ancorato al viadotto rigenerato e al suolo riconfigurato. La geometria del viadotto autostradale diventa principio ordinatore del progetto, insieme alla trama del sedime ferroviario dismesso. Sull’intreccio di tali trame e orientamenti è impostato il disegno dell’edificato, degli spazi aperti e dei percorsi. Il sistema si compone di aule studio che, addizionate al viadotto, relazionano direttamente con le residenze universitarie, le quali a loro volta rappresentano un elemento di continuità tra l’area dedicata alla didattica ed il parco lineare. Al fine di conoscere somiglianze e differenze tra interventi appartenenti a culture e luoghi diversi, sono stati studiati alcuni casi, giudicati significativi, di residenza universitaria nel panorama architettonico contemporaneo. Il nuovo intervento sull’esistente si pone in un’ottica critica rispetto a tali esempi, in grado cioè d’individuare le caratteristiche da imitare, poiché generatrici di condizioni di benessere per i fruitori, e quelle al contrario, da evitare, poiché riduttive del livello di qualità di vita dei residenti. L’approfondimento sul tema dell’abitare ha portato alla progettazione di ambienti che rispondono il più possibile alle esigenze personali e formative degli studenti. La composizione volumetrica degli edifici residenziali origina un gioco di variazioni capaci di differenziare le funzioni interne, ossia camere private ad uso esclusivo e spazi collettivi in grado di favorire la socializzazione, pur nell’assoluto rispetto dell’unitarietà dell’insieme.

Progettare il margine urbano. Nuovi luoghi dell'abitare a Piacenza

LEWIS, RENEE HART;GHIDONI, AMBRA;LUCARELLI, MONICA CARMELA
2011/2012

Abstract

Il contesto urbano della città di Piacenza è caratterizzato dal tessuto consolidato della città antica, dalle suddivisioni dei campi agricoli secondo una maglia regolare ed, infine, dal fiume Po. Tra il fiume e l’abitato intorno si dispone una fascia di margine caratterizzata dall’affiancarsi d’infrastrutture stradali e ferroviarie, che determinano una condizione residuale e di scarsa qualità ambientale. Tale sistema infrastrutturale altamente sviluppato, oltre ad agevolare i collegamenti su vasta scala tra le diverse città, si costituisce attualmente come un vero e proprio ostacolo tra l’urbanizzato e il corso d’acqua, conferendo a Piacenza la condizione contraddittoria di “città sul fiume senza fiume”. Le condizioni al contorno rispetto all’area di progetto sono le seguenti: a nord l’autostrada rappresenta una barriera fisica, oltre che visiva, rispetto al Po e a sud valgono le stesse condizioni per la ferrovia rispetto alla città. Lo studio del Piano Strutturale Comunale conferma la futura dismissione dello scalo ferroviario, oltre che del tratto autostradale tangente l’area. Tali dismissioni sono l’occasione per una riqualificazione del margine in cui l’area di progetto diviene cerniera di collegamento tra la città consolidata e il fiume. Alla luce di tale configurazione, l’azione progettuale prevede: - Il ridisegno del suolo lasciato libero dai binari tramite una nuova tessitura di spazi aperti e percorsi in grado di mettere in comunicazione la città col fiume attraverso la nuova area di trasformazione. - L’utilizzo del viadotto autostradale come fascia connettiva tra il parco fluviale e la città interna al di là della zona industriale. - La definizione di un insediamento polifunzionale il cui disegno è ancorato al viadotto rigenerato e al suolo riconfigurato. La geometria del viadotto autostradale diventa principio ordinatore del progetto, insieme alla trama del sedime ferroviario dismesso. Sull’intreccio di tali trame e orientamenti è impostato il disegno dell’edificato, degli spazi aperti e dei percorsi. Il sistema si compone di aule studio che, addizionate al viadotto, relazionano direttamente con le residenze universitarie, le quali a loro volta rappresentano un elemento di continuità tra l’area dedicata alla didattica ed il parco lineare. Al fine di conoscere somiglianze e differenze tra interventi appartenenti a culture e luoghi diversi, sono stati studiati alcuni casi, giudicati significativi, di residenza universitaria nel panorama architettonico contemporaneo. Il nuovo intervento sull’esistente si pone in un’ottica critica rispetto a tali esempi, in grado cioè d’individuare le caratteristiche da imitare, poiché generatrici di condizioni di benessere per i fruitori, e quelle al contrario, da evitare, poiché riduttive del livello di qualità di vita dei residenti. L’approfondimento sul tema dell’abitare ha portato alla progettazione di ambienti che rispondono il più possibile alle esigenze personali e formative degli studenti. La composizione volumetrica degli edifici residenziali origina un gioco di variazioni capaci di differenziare le funzioni interne, ossia camere private ad uso esclusivo e spazi collettivi in grado di favorire la socializzazione, pur nell’assoluto rispetto dell’unitarietà dell’insieme.
LUNELLI, CARLO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
25-lug-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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7 - Vista aerea.pdf

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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/58462