L’obiettivo del lavoro è l’elaborazione di un progetto di un Centro Civico e Culturale per Verona Sud, che si inserisca nell’ambito dei Magazzini Generali e riqualifichi il sistema di relazioni tra i quartieri residenziali e le architetture del contesto fieristico-produttivo. L’attività progettuale persegue i seguenti obbiettivi: evidenziare la presenza di un sistema paesaggistico trasversale antitetico allo sviluppo in direzione nord-sud dei tessuti urbani; promuovere la tutela del paesaggio e salvaguardare le identità del territorio; mediare le previsioni dei programmi di pianificazione con la domanda dei residenti; ricucire la separazione che sussiste tra i quartieri di Borgo Roma e Golosine-Santa Lucia; rivalorizzare gli stessi conferendo nuovo carattere di centralità all’ambito dei Magazzini Generali; costruire un dispositivo osmotico che dialoghi con il margine residenziale e gli ambiti produttivi. Il progetto nasce dallo studio degli interventi di riqualificazione urbana previsti dal Piano di Assetto del Territorio per l' Ambito Territoriale Omogeneo (ATO) 4 - Verona Sud. In particolare interessa indagare il ruolo che dovrebbe assumere l’ambito dei Magazzini Generali, posto in posizione baricentrica all'interno del più ampio progetto di riconversione dell'area industriale in polo finanziario (progetto noto con il nome di "Cardo Massimo") ed espressione identitaria del contesto locale. L’area si colloca a meridione della città storica, all’ingresso dei quartieri di Borgo Roma e Golosine, a margine del contesto produttivo della Zona Agricolo-Industriale storica. Il sito è potenzialmente servito dalle maggiori infrastrutture territoriali e si colloca in posizione frontale rispetto alla Fiera di Verona. Ciò motiva il coinvolgimento dei Magazzini Generali nel programma di riassetto territoriale, volto a creare un asse di servizio costituito dalle maggiori polarità economiche e direzionali della città. Attualmente gli ambiti limitrofi sono a vocazione residenziale e si sono formati a supporto dell’attività produttiva. Tali quartieri risultano separati da un’espansione a ventaglio della zona industriale e dall’attraversamento dell’asta viaria di Viale del Commercio e Viale Piave. In virtù della loro destinazione produttiva, i Magazzini Generali sono collocati all’interno di un recinto murato che contribuisce ad isolare l’area rispetto al contesto, ostacolando l’instaurarsi di un sistema di relazioni tra le architetture dei borghi residenziali e gli spazi interni al recinto. L’incomunicabilità tra le parti è aggravata da una generalizzata condizione di isolamento: a nord dalla presenza dello scalo merci FS di Porta Nuova; a est dal recinto delle Cartiere Fedrigoni e da un sottopasso stradale ; a sud dall’area dismessa dei Mercati Ortofrutticoli; ad ovest dal recinto della Fiera, dall’ex Manifattura Tabacchi e dal cavalcavia di Viale Piave. Il lavoro individua una serie di elementi della memoria locale che, posti a sistema tra loro con con il nuovo previsto dal progetto, consentirebbero la valorizzazione dell’area di Verona Sud e il superamento della sua segregazione nel sistema urbano. Tale rete, costituita da percorsi della mobilità lenta, si pone in senso traversale rispetto all’asse nord-sud proposto dai programmi di pianificazione; il superamento delle criticità di Viale Piave e dei recinti produttivi (Fiera, Magazzini Generali, Scalo Ferroviario, area di Basso Acquar, Cartiere Fedrigoni) avviene costruendo i collegamenti tra i quartieri sul disegno delle strutture nascoste della frangia urbana: canali interrati, aree alberate inedificate, linee ferroviarie dismesse, argini di canali artificiali,.. . Rispetto a tale sistema, l’area dei Magazzini Generali si pone in posizione baricentrica; è dunque in grado di accogliere i percorsi individuati dalle indagini e quelli previsti per la green belt veronese, costituendosi come centro scambiatore della mobilità lenta e veloce. Nel contesto di progetto, lo scarto dimensionale tra i capannoni di stoccaggio, gli spazi aperti e le architetture residenziali impedisce l’instaurarsi di un dialogo tra gli elementi. L’intervento si costituisce come necessario quale "soglia" tra parti estremamente eterogenee, apparentemente non coinvolte in rapporti di collegamento tra di esse. All’esterno dell’area il percorso si snoda in un sistema di micro-soglie tra parti notevolmente diversificate. All’interno del recinto si può riscontrare invece un singolare panorama di interferenze generate dai notevoli edifici presenti, di cui sicuramente la Stazione Frigorigera Specializata costituisce l'elemento di maggior pregio, oltre che rappresentare l'elemento di rottura all'interno dell'intero complesso. Tale insieme di interferenze non possono tuttavia essere classificate come un sistema unitario, contribuendo dunque ad incrementare le criticità intrinseche dell'area. Attraverso l'inserimento del progetto per un Centro Civico e Culturale si cerca di porre a sistema un complesso di edifici considerati come landmark di quartiere oltre che generare un tra dialogo spaziale tra i diversi elementi di maggiore spicco presenti sul territorio limitrofo. Viene accolta la sfida di innovare le relazioni costruendo una successione di fatti architettonici che rivelano gradualmente la presenza delle architetture circostanti. Gli spazi aperti vengono ricalibrati in funzione delle architetture di appartenenza; gli edifici a valenza civica si accostano alle preesistenti e diventano nuovi elementi identitari del paesaggio urbano. All’interno del Centro Civico e Culturale trovano luogo un caffè con servizio di ristorazione, un centro giovanile, sedi di associazioni di quartiere, sale gradonate per la didattica, laboratori ricreativi, sale seminariali, portineria e punto informazioni, uffici amministrativi, un edificio a torre con alloggi residenziali per i ricercatori, una piazza-mercato per la vendita settimanale di prodotti a km zero, una biblioteca per i residenti e i ricercatori, un teatro all’aperto, un teatro/auditorium con annesse sala concerti e sale prova. Il sistema teatrale è collegato al livello interrato al centro congressi previsto per l’edificio del Stazione frigorifera, progettato da Mario Botta. La diversificazione tipologica e dimensionale degli ambienti del Centro Civico è stata studiata per poter supportare le conferenze e gli eventi organizzati dalla Fiera in occasione delle esposizioni di maggior rilievo.

Osmosi architettonica e identità urbane complesse : progetto di un centro polivalente nell'area degli ex magazzini generali di Verona

MANTOVANI, MATTEO;TOTOLO, ANNACHIARA
2011/2012

Abstract

L’obiettivo del lavoro è l’elaborazione di un progetto di un Centro Civico e Culturale per Verona Sud, che si inserisca nell’ambito dei Magazzini Generali e riqualifichi il sistema di relazioni tra i quartieri residenziali e le architetture del contesto fieristico-produttivo. L’attività progettuale persegue i seguenti obbiettivi: evidenziare la presenza di un sistema paesaggistico trasversale antitetico allo sviluppo in direzione nord-sud dei tessuti urbani; promuovere la tutela del paesaggio e salvaguardare le identità del territorio; mediare le previsioni dei programmi di pianificazione con la domanda dei residenti; ricucire la separazione che sussiste tra i quartieri di Borgo Roma e Golosine-Santa Lucia; rivalorizzare gli stessi conferendo nuovo carattere di centralità all’ambito dei Magazzini Generali; costruire un dispositivo osmotico che dialoghi con il margine residenziale e gli ambiti produttivi. Il progetto nasce dallo studio degli interventi di riqualificazione urbana previsti dal Piano di Assetto del Territorio per l' Ambito Territoriale Omogeneo (ATO) 4 - Verona Sud. In particolare interessa indagare il ruolo che dovrebbe assumere l’ambito dei Magazzini Generali, posto in posizione baricentrica all'interno del più ampio progetto di riconversione dell'area industriale in polo finanziario (progetto noto con il nome di "Cardo Massimo") ed espressione identitaria del contesto locale. L’area si colloca a meridione della città storica, all’ingresso dei quartieri di Borgo Roma e Golosine, a margine del contesto produttivo della Zona Agricolo-Industriale storica. Il sito è potenzialmente servito dalle maggiori infrastrutture territoriali e si colloca in posizione frontale rispetto alla Fiera di Verona. Ciò motiva il coinvolgimento dei Magazzini Generali nel programma di riassetto territoriale, volto a creare un asse di servizio costituito dalle maggiori polarità economiche e direzionali della città. Attualmente gli ambiti limitrofi sono a vocazione residenziale e si sono formati a supporto dell’attività produttiva. Tali quartieri risultano separati da un’espansione a ventaglio della zona industriale e dall’attraversamento dell’asta viaria di Viale del Commercio e Viale Piave. In virtù della loro destinazione produttiva, i Magazzini Generali sono collocati all’interno di un recinto murato che contribuisce ad isolare l’area rispetto al contesto, ostacolando l’instaurarsi di un sistema di relazioni tra le architetture dei borghi residenziali e gli spazi interni al recinto. L’incomunicabilità tra le parti è aggravata da una generalizzata condizione di isolamento: a nord dalla presenza dello scalo merci FS di Porta Nuova; a est dal recinto delle Cartiere Fedrigoni e da un sottopasso stradale ; a sud dall’area dismessa dei Mercati Ortofrutticoli; ad ovest dal recinto della Fiera, dall’ex Manifattura Tabacchi e dal cavalcavia di Viale Piave. Il lavoro individua una serie di elementi della memoria locale che, posti a sistema tra loro con con il nuovo previsto dal progetto, consentirebbero la valorizzazione dell’area di Verona Sud e il superamento della sua segregazione nel sistema urbano. Tale rete, costituita da percorsi della mobilità lenta, si pone in senso traversale rispetto all’asse nord-sud proposto dai programmi di pianificazione; il superamento delle criticità di Viale Piave e dei recinti produttivi (Fiera, Magazzini Generali, Scalo Ferroviario, area di Basso Acquar, Cartiere Fedrigoni) avviene costruendo i collegamenti tra i quartieri sul disegno delle strutture nascoste della frangia urbana: canali interrati, aree alberate inedificate, linee ferroviarie dismesse, argini di canali artificiali,.. . Rispetto a tale sistema, l’area dei Magazzini Generali si pone in posizione baricentrica; è dunque in grado di accogliere i percorsi individuati dalle indagini e quelli previsti per la green belt veronese, costituendosi come centro scambiatore della mobilità lenta e veloce. Nel contesto di progetto, lo scarto dimensionale tra i capannoni di stoccaggio, gli spazi aperti e le architetture residenziali impedisce l’instaurarsi di un dialogo tra gli elementi. L’intervento si costituisce come necessario quale "soglia" tra parti estremamente eterogenee, apparentemente non coinvolte in rapporti di collegamento tra di esse. All’esterno dell’area il percorso si snoda in un sistema di micro-soglie tra parti notevolmente diversificate. All’interno del recinto si può riscontrare invece un singolare panorama di interferenze generate dai notevoli edifici presenti, di cui sicuramente la Stazione Frigorigera Specializata costituisce l'elemento di maggior pregio, oltre che rappresentare l'elemento di rottura all'interno dell'intero complesso. Tale insieme di interferenze non possono tuttavia essere classificate come un sistema unitario, contribuendo dunque ad incrementare le criticità intrinseche dell'area. Attraverso l'inserimento del progetto per un Centro Civico e Culturale si cerca di porre a sistema un complesso di edifici considerati come landmark di quartiere oltre che generare un tra dialogo spaziale tra i diversi elementi di maggiore spicco presenti sul territorio limitrofo. Viene accolta la sfida di innovare le relazioni costruendo una successione di fatti architettonici che rivelano gradualmente la presenza delle architetture circostanti. Gli spazi aperti vengono ricalibrati in funzione delle architetture di appartenenza; gli edifici a valenza civica si accostano alle preesistenti e diventano nuovi elementi identitari del paesaggio urbano. All’interno del Centro Civico e Culturale trovano luogo un caffè con servizio di ristorazione, un centro giovanile, sedi di associazioni di quartiere, sale gradonate per la didattica, laboratori ricreativi, sale seminariali, portineria e punto informazioni, uffici amministrativi, un edificio a torre con alloggi residenziali per i ricercatori, una piazza-mercato per la vendita settimanale di prodotti a km zero, una biblioteca per i residenti e i ricercatori, un teatro all’aperto, un teatro/auditorium con annesse sala concerti e sale prova. Il sistema teatrale è collegato al livello interrato al centro congressi previsto per l’edificio del Stazione frigorifera, progettato da Mario Botta. La diversificazione tipologica e dimensionale degli ambienti del Centro Civico è stata studiata per poter supportare le conferenze e gli eventi organizzati dalla Fiera in occasione delle esposizioni di maggior rilievo.
PALEARI, MICHELE
FORESTI, ARIANNA
ARC I - Scuola di Architettura e Società
3-ott-2012
2011/2012
Tesi di laurea Magistrale
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