Osservando la città consolidata di Milano sud, è evidente come la dismissione dell’ex scalo di Porta Genova rappresenti tuttora un’ampia area completamente slegata dalla città: una cesura che legge longitudinalmente lo spazio circostante, stagliandosi nitida, con un movimento curvilineo, da est verso ovest, all’interno della maglia urbana. Nel progetto si è privilegiata la scelta di non cambiare il senso di lettura del grande vuoto urbano: il progredire assottigliarsi dello spazio del lotto verso Parco Solari e quindi il passaggio della città dalla maglia ordinata delle ultime trstificazioni, alla maglia imprevedibile della città storica viene letto dagli edifici non solo come un cambio in termini volumetrici, ma anche qualitativi. Si tenta di riallacciare così i fili di un discorso interrotto da un muro, quello che separava la città compatta da quella realtà fatta di ex-capannoni industriali ora sede della più fervente creatività milanese che gravita attorno a Via Tortona e Via Savona. La strategia di progetto si prefigge dunque come compito principale quello di rafforzare tale slancio dell’area attraverso due linee molto forti: quella del percorso pedonale lungo il naviglio, e quella del verde lungo il limite della strada retrostante. Il verde interposto tra l’edificato e lo scalo svolge un doppio compito: si pone come filtro rispetto a una parte di città introversa , ma allo stesso tempo ne coglie le possibilità di prossima trasformazione e integrazione con il sistema pubblico del quartiere. Ed è proprio nel diaframma che si crea tra questi due elementi che prende forma il progetto , dando vita a un movimento che determina le giaciture dell’edificato, gli affacci, i percorsi e tutte le contaminazioni e crasi che tra quest’ultimi si vanno a generare. Lo spazio pubblico costituisce così la base strutturale nonché concettuale del masterplan, all’interno del quale l’intervento architettonico si concretizza in tre punti nodali: la residenza, l’edificio pubblico e il mercato. La residenza, che si snoda da ovest verso il cuore della città, seguendo i movimenti dello spazio pubblico, costituisce ora limite, ora direttrice della percezione dell’intorno. Il sistema generato, simile a una climax decrescente, porta la densità abitativa a diradarsi man mano che si avanza verso gli snodi più pubblici e salienti del quartiere, come l’incontro con via Borgognone, o la piazza della stazione, non precludendo però la necessaria contaminazione funzionale tra pubblico e privato. La residenza convenzionata si presenta come una cortina continua, che cerca di reinterpretare l’edificio a schiera tipico della zona Navigli, sia nelle scelte compositive che nelle dimensioni del fabbricato: permette di rendere il percorso lungo il Naviglio sempre fluido e misurabile, in continuità con il sistema pedonale gìà presente, ma arricchendolo di un’accezione nuova, ovvero creando con il suo movimento percezioni diverse delle linearità dell’elemento dell’acqua e quindi spazi collettivi differenti. Ma è solo grazie al contatto e alla contrapposizione che si crea con la residenza libera retrostante che si crea un terzo layer lineare fondamentale, lo spazio semipubblico, teatro della quotidianità e della condivizione tipica della vita di quartiere, che spesso nelle sue espressioni più odierne si è persa fortemente. L’edificio pubblico ragiona sulla scala di Milano e del quartiere, catalizzando le nuove tendenze della città all’interno di un edificio riqualificato, un propulsore, che genera un nuovo polo capace di integrarsi all’interno del tessuto dei grandi eventi del sistema Tortona. Quest’ultimo trova sede nel riutilizzo dell’ex deposito merci, il quale con il suo movimento fluido, sembra darne la più forte impronta e lettura dell’intera area. Il mercato si incarica del compito di mantenere il fronte strada principale, scenario necessario e inscindibile per questa destinazione, cercando anche di dare continuità al sistema dei meracati dell’antiquariato e di Senigalia, che si sviluppano settimanalmente lungo le strade adiacenti. Quindi genera una continuità funzionale, aumentando allo stesso tempo la fruibilità degli spazi pubblici di progetto.

Progetto di riqualificazione dello scalo di Porta Genova, Milano

SINI, ROBERTO;COLOMBO, STEFANO;IORE, CRISTINA
2012/2013

Abstract

Osservando la città consolidata di Milano sud, è evidente come la dismissione dell’ex scalo di Porta Genova rappresenti tuttora un’ampia area completamente slegata dalla città: una cesura che legge longitudinalmente lo spazio circostante, stagliandosi nitida, con un movimento curvilineo, da est verso ovest, all’interno della maglia urbana. Nel progetto si è privilegiata la scelta di non cambiare il senso di lettura del grande vuoto urbano: il progredire assottigliarsi dello spazio del lotto verso Parco Solari e quindi il passaggio della città dalla maglia ordinata delle ultime trstificazioni, alla maglia imprevedibile della città storica viene letto dagli edifici non solo come un cambio in termini volumetrici, ma anche qualitativi. Si tenta di riallacciare così i fili di un discorso interrotto da un muro, quello che separava la città compatta da quella realtà fatta di ex-capannoni industriali ora sede della più fervente creatività milanese che gravita attorno a Via Tortona e Via Savona. La strategia di progetto si prefigge dunque come compito principale quello di rafforzare tale slancio dell’area attraverso due linee molto forti: quella del percorso pedonale lungo il naviglio, e quella del verde lungo il limite della strada retrostante. Il verde interposto tra l’edificato e lo scalo svolge un doppio compito: si pone come filtro rispetto a una parte di città introversa , ma allo stesso tempo ne coglie le possibilità di prossima trasformazione e integrazione con il sistema pubblico del quartiere. Ed è proprio nel diaframma che si crea tra questi due elementi che prende forma il progetto , dando vita a un movimento che determina le giaciture dell’edificato, gli affacci, i percorsi e tutte le contaminazioni e crasi che tra quest’ultimi si vanno a generare. Lo spazio pubblico costituisce così la base strutturale nonché concettuale del masterplan, all’interno del quale l’intervento architettonico si concretizza in tre punti nodali: la residenza, l’edificio pubblico e il mercato. La residenza, che si snoda da ovest verso il cuore della città, seguendo i movimenti dello spazio pubblico, costituisce ora limite, ora direttrice della percezione dell’intorno. Il sistema generato, simile a una climax decrescente, porta la densità abitativa a diradarsi man mano che si avanza verso gli snodi più pubblici e salienti del quartiere, come l’incontro con via Borgognone, o la piazza della stazione, non precludendo però la necessaria contaminazione funzionale tra pubblico e privato. La residenza convenzionata si presenta come una cortina continua, che cerca di reinterpretare l’edificio a schiera tipico della zona Navigli, sia nelle scelte compositive che nelle dimensioni del fabbricato: permette di rendere il percorso lungo il Naviglio sempre fluido e misurabile, in continuità con il sistema pedonale gìà presente, ma arricchendolo di un’accezione nuova, ovvero creando con il suo movimento percezioni diverse delle linearità dell’elemento dell’acqua e quindi spazi collettivi differenti. Ma è solo grazie al contatto e alla contrapposizione che si crea con la residenza libera retrostante che si crea un terzo layer lineare fondamentale, lo spazio semipubblico, teatro della quotidianità e della condivizione tipica della vita di quartiere, che spesso nelle sue espressioni più odierne si è persa fortemente. L’edificio pubblico ragiona sulla scala di Milano e del quartiere, catalizzando le nuove tendenze della città all’interno di un edificio riqualificato, un propulsore, che genera un nuovo polo capace di integrarsi all’interno del tessuto dei grandi eventi del sistema Tortona. Quest’ultimo trova sede nel riutilizzo dell’ex deposito merci, il quale con il suo movimento fluido, sembra darne la più forte impronta e lettura dell’intera area. Il mercato si incarica del compito di mantenere il fronte strada principale, scenario necessario e inscindibile per questa destinazione, cercando anche di dare continuità al sistema dei meracati dell’antiquariato e di Senigalia, che si sviluppano settimanalmente lungo le strade adiacenti. Quindi genera una continuità funzionale, aumentando allo stesso tempo la fruibilità degli spazi pubblici di progetto.
ARC II - Scuola di Architettura Civile
28-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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