The work of thesis is part of a larger project concerning the regeneration of a former mill, now abandoned for some time, and of the rural complex annexed to it. The former mill of Gurone (Varese) today is called Casamatta and is managed by Legambiente; it is part of a small village located inside a rolling basin, protected from the floods of the Olona river by a circular embankment. The challenge was to create a project that had neither economic impact nor the exploitation of new resources, through the use of recycled or waste materials, giving them new life and rethinking their original ways of use. The operation was possible thanks to the collaboration of several local companies that supplied the raw materials. This has resulted in a type of design closely linked to the materials found. We are part of a period, of a generation of architects, who, like it or not, will have to deal with what today turns out to be one of the most important issues within society and which, within a few years, has come to characterize any type of productive and non-productive activity: the sustainability. Sustainable development, eco-compatibility, zero emissions, recycling: all terms that embellish an architectural project and which, in some cases, seem to be able to make the project gain a greater importance, regardless of the real consistence of them inside the project and of the final result. We must not be afraid to admit that today these concepts have assumed a greater value in marketing field than in the realization of concrete actions. For this reason we believe we have the responsability to make a choice: to choose whether to establish ourselves, just as the philosopher Walter Benjamin claimed,as suppliers or as producers of this system. Therefore, choose whether to "be satisfied" with meeting the needs and the requests of the society in an inactive way or to stand responsible such as to generate, even through small actions, a positive variation of the system within which we operate. Casamatta and Legambiente have given us the opportunity to question everything that until now we thought we had learned from the architecture studies. Criticism seen in a productive way, as a chance to look at something that we have observed from the same point of view for years from a different perspective.

Il lavoro di tesi riguarda la rigenerazione di un ex mulino, ormai abbandonato da tempo, e del complesso rurale ad esso annesso. L’ex mulino di Gurone (Varese) oggi prende il nome di Casamatta ed è gestito da Legambiente; esso fa parte di un piccolo borgo che si trova all’interno di una vasca di laminazione, difeso dalle piene del fiume Olona da un terrapieno di forma circolare. La sfida era quella di realizzare un progetto che avesse un impatto nullo dal punto di vista economico e dello sfruttamento di nuove risorse, attraverso l’utilizzo di materiali di recupero o di scarto dandogli nuova vita e ripensandone i modi d’uso originari. L’operazione è stata possibile grazie alla collaborazione di diverse imprese locali che hanno fornito le materie prime. Ciò ha determinato un tipo di progettazione strettamente legata ai materiali reperiti. Facciamo parte di un’epoca, di una generazione di architetti, che volente o nolente dovrà confrontarsi con quella che oggi risulta essere una delle tematiche più importanti all’interno della società e che, nel giro di pochi anni, è arrivata a caratterizzare qualsiasi tipo di attività produttiva e non: la sostenibilità. Sviluppo sostenibile, eco-compatibilità, zero emissioni, riciclo: tutti termini che vanno ad impreziosire un progetto architettonico e che, in certi casi, sembrano essere in grado di far assumere una caratura maggiore al progetto a prescindere dalla veridicità di questi ultimi all’interno del progetto e del risultato finale. Non dobbiamo aver paura di ammettere come oggi questi concetti abbiano assunto una valenza maggiore nel campo del marketing rispetto alla realizzazione di azioni concrete. Per questo motivo riteniamo di essere chiamati a fare una scelta: scegliere se affermarci, per citare il filosofo Walter Benjamin, come rifornitori o come produttori di questo sistema. Scegliere quindi se “accontentarci” di assecondare le necessità e le richieste della società in maniera passiva o se assumere un atteggiamento di responsabilità tale da generare, attraverso anche piccole azioni, una variazione positiva del sistema all’interno del quale operiamo. Casamatta e Legambiente ci hanno dato la possibilità di mettere in discussione tutto quello che fino ad oggi pensavamo di aver appreso dallo studio dell’architettura. Critica vista in maniera produttiva, come una possibilità di guardare da un’altra prospettiva un qualcosa che abbiamo osservato dallo stesso punto di vista per anni.

Architecture goes into reverse. Spunti per (auto)costruire un abitare responsabile

Gatti, Tommaso;MELIS, FEDERICA;CORTES, FEDERICO
2020/2021

Abstract

The work of thesis is part of a larger project concerning the regeneration of a former mill, now abandoned for some time, and of the rural complex annexed to it. The former mill of Gurone (Varese) today is called Casamatta and is managed by Legambiente; it is part of a small village located inside a rolling basin, protected from the floods of the Olona river by a circular embankment. The challenge was to create a project that had neither economic impact nor the exploitation of new resources, through the use of recycled or waste materials, giving them new life and rethinking their original ways of use. The operation was possible thanks to the collaboration of several local companies that supplied the raw materials. This has resulted in a type of design closely linked to the materials found. We are part of a period, of a generation of architects, who, like it or not, will have to deal with what today turns out to be one of the most important issues within society and which, within a few years, has come to characterize any type of productive and non-productive activity: the sustainability. Sustainable development, eco-compatibility, zero emissions, recycling: all terms that embellish an architectural project and which, in some cases, seem to be able to make the project gain a greater importance, regardless of the real consistence of them inside the project and of the final result. We must not be afraid to admit that today these concepts have assumed a greater value in marketing field than in the realization of concrete actions. For this reason we believe we have the responsability to make a choice: to choose whether to establish ourselves, just as the philosopher Walter Benjamin claimed,as suppliers or as producers of this system. Therefore, choose whether to "be satisfied" with meeting the needs and the requests of the society in an inactive way or to stand responsible such as to generate, even through small actions, a positive variation of the system within which we operate. Casamatta and Legambiente have given us the opportunity to question everything that until now we thought we had learned from the architecture studies. Criticism seen in a productive way, as a chance to look at something that we have observed from the same point of view for years from a different perspective.
DI LUZIO, GIOVANNI
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
21-dic-2021
2020/2021
Il lavoro di tesi riguarda la rigenerazione di un ex mulino, ormai abbandonato da tempo, e del complesso rurale ad esso annesso. L’ex mulino di Gurone (Varese) oggi prende il nome di Casamatta ed è gestito da Legambiente; esso fa parte di un piccolo borgo che si trova all’interno di una vasca di laminazione, difeso dalle piene del fiume Olona da un terrapieno di forma circolare. La sfida era quella di realizzare un progetto che avesse un impatto nullo dal punto di vista economico e dello sfruttamento di nuove risorse, attraverso l’utilizzo di materiali di recupero o di scarto dandogli nuova vita e ripensandone i modi d’uso originari. L’operazione è stata possibile grazie alla collaborazione di diverse imprese locali che hanno fornito le materie prime. Ciò ha determinato un tipo di progettazione strettamente legata ai materiali reperiti. Facciamo parte di un’epoca, di una generazione di architetti, che volente o nolente dovrà confrontarsi con quella che oggi risulta essere una delle tematiche più importanti all’interno della società e che, nel giro di pochi anni, è arrivata a caratterizzare qualsiasi tipo di attività produttiva e non: la sostenibilità. Sviluppo sostenibile, eco-compatibilità, zero emissioni, riciclo: tutti termini che vanno ad impreziosire un progetto architettonico e che, in certi casi, sembrano essere in grado di far assumere una caratura maggiore al progetto a prescindere dalla veridicità di questi ultimi all’interno del progetto e del risultato finale. Non dobbiamo aver paura di ammettere come oggi questi concetti abbiano assunto una valenza maggiore nel campo del marketing rispetto alla realizzazione di azioni concrete. Per questo motivo riteniamo di essere chiamati a fare una scelta: scegliere se affermarci, per citare il filosofo Walter Benjamin, come rifornitori o come produttori di questo sistema. Scegliere quindi se “accontentarci” di assecondare le necessità e le richieste della società in maniera passiva o se assumere un atteggiamento di responsabilità tale da generare, attraverso anche piccole azioni, una variazione positiva del sistema all’interno del quale operiamo. Casamatta e Legambiente ci hanno dato la possibilità di mettere in discussione tutto quello che fino ad oggi pensavamo di aver appreso dallo studio dell’architettura. Critica vista in maniera produttiva, come una possibilità di guardare da un’altra prospettiva un qualcosa che abbiamo osservato dallo stesso punto di vista per anni.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/181888