Il post sisma a Mirandola

Ognuno ha una storia da ricordare, ogni singolo cittadino sarà custode della memoria personale e collettiva. Sono state oltre 2500 le scosse di terremoto registrate dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) dal 16 maggio 2012 al 20 maggio 2013. L’apocalisse sembrava essere scesa nel cuore dell’Emilia che si arrangia, ma nessuno aveva ancora chiaro ciò che sarebbe venuto da lì a poche ore: oltre 15mila sfollati nei campi della protezione civile, centinaia di feriti, migliaia di abitazioni inagibili, centri storici chiusi per mesi, un’economia messa in ginocchio, il timore di un’ecatombe per le difficoltà a rifornire tutti i dializzati d’Italia. Questo lavoro si concentra sulla città di Mirandola, sugli aspetti urbanistici del dopo sisma con l’analisi delle nuove aree d’emergenza create dal comune per far fronte ai problemi dei cittadini e dalla società. La tesi propone alcuni interventi nelle due nuove aree per migliorarne il funzionamento generale, integrando le attuali decisioni urbanistiche con nuovi progetti utili alla gente. Infine propongo, tramite alcuni progetti d’arredo, una nuova idea di rinascita per il centro storico gravemente danneggiato, fulcro di della popolazione da sempre e bisognoso di ritrovare la propria monotonia.