The design of a museum building in Berlin's Kulturforum represents multiple themes, which can be declined in relationships both between the compositional principles that generate it and between the technical disciplines that collaborate in the realization of the project. The context of this district of Berlin allows using different approaches: the centralities of Tiergarten and Postdamerplatz, but especially those of the Philarmonie by Hans Scharoun and the Neue Nationalgalerie by Mies Van Der Rohe, generate tensions through which it is necessary to make a decision about the settlement strategy. The project is collocated into the Kulturforum giving rise to a new centrality within a complex context in which very different architectural realities already coexist. High stone walls accommodate two volumes that in their intersection generate a chamber. Around this hall develops the Kunsthaus, the house of art, where the architectural elements establish relationships that recall the principles of domestic space. The distribution, in fact, develops around the central hall and the volumes are surrounded by the perimeter walls, as a house borns around its fireplace and is protected by its fance. If the dimension of the house must exclusively serve the purpose of living, so in the Kunsthaus, there is a translation of the living’s subjects, which splits its nature and migrates into the museum house, where the subject is what is exhibited, that is, the art that lives in the dimension of showing itself. Living finds then a new home in the exhibition, both in the plant of the building and in the intention of the spaces. The use of concrete walls, combined with an internal skeleton composed of beams and pillars, expresses the collaboration between compositional and structural decisions, such as the relationship between internal distribution and the positioning of the systems, or the collaboration within the technological system of the facades and the architectural character of the elevations. The combination of these and other aspects motivates the complexity of the project and resolves the interpretation of some design choices. Each element tries to establish a dialogue with the components of the building in order to show the strong link between principle and conclusion, between problem and solution, between project and realization.

La progettazione di un edificio museale nel Kulturforum di Berlino rappresenta molteplici temi, declinabili in rapporti sia tra i principi compositivi che lo generano, sia tra le discipline tecniche che collaborano alla realizzazione del progetto. Il contesto di questo quartiere di Berlino permette di intervenire utilizzando diversi approcci: le centralità del Tiergarten e di Postdamerplatz, ma soprattutto quelle della Philarmonie di Hans Scharoun e della Neue Nationalgalerie di Mies Van Der Rohe, generano tensioni per mezzo delle quali è necessario prendere una decisione riguardo la strategia insediativa. Il progetto si inserisce nel Kulturforum dando origine ad una nuova centralità all’interno di un contesto complesso in cui già convivono realtà architettoniche molto diverse. Alti setti di pietra accolgono due volumi che nella loro intersezione generano un’aula. Attorno a quest’aula si sviluppa la Kunsthaus, la casa dell’arte, dove gli elementi dell’architettura stabiliscono tra di loro dei rapporti che richiamano i principi dello spazio domestico. La distribuzione, infatti, si sviluppa attorno alla sala centrale e i volumi sono cinti dai setti perimetrali: come una casa nasce attorno al suo focolare ed è protetta dal suo recinto. Se la dimensione della casa deve esclusivamente servire all’ “abitare”, così nella Kunsthaus, avviene una traslazione del soggetto dell’abitare, che scinde la sua natura e migra nella casa museale, dove il soggetto è cio che si espone, ovvero l’arte che vive nella dimensione del mostrarsi. L’abitare trova allora una nuova casa nell’ esposizione, sia nell’ impianto dell’edificio sia nell’ intenzione degli spazi. L’ impiego di setti, abbinati a uno scheletro interno composto da travi e pilastri, esprime la collaborazione tra le decisioni di natura compositiva con quelle strutturali, come il rapporto tra distribuzione interna e il posizionamento degli impianti, o il rapporto tra sistema tecnologico delle facciate e carattere architettonico dei prospetti. L’insieme di questi ed altri aspetti motiva la complessità del progetto e risolve l’interpretazione di alcune scelte progettuali. Ogni elemento tenta di stabilire un dialogo con le componenti dell’edificio al fine di mostrare il forte legame tra principio e conclusione, tra problema e soluzione, tra progetto e realizzazione.

Kunsthaus. Museo d'arte del XX secolo, Berlino

Di Costanzo, Simona;Grillo, Maria Vittoria;Castagnetti, Arturo
2020/2021

Abstract

The design of a museum building in Berlin's Kulturforum represents multiple themes, which can be declined in relationships both between the compositional principles that generate it and between the technical disciplines that collaborate in the realization of the project. The context of this district of Berlin allows using different approaches: the centralities of Tiergarten and Postdamerplatz, but especially those of the Philarmonie by Hans Scharoun and the Neue Nationalgalerie by Mies Van Der Rohe, generate tensions through which it is necessary to make a decision about the settlement strategy. The project is collocated into the Kulturforum giving rise to a new centrality within a complex context in which very different architectural realities already coexist. High stone walls accommodate two volumes that in their intersection generate a chamber. Around this hall develops the Kunsthaus, the house of art, where the architectural elements establish relationships that recall the principles of domestic space. The distribution, in fact, develops around the central hall and the volumes are surrounded by the perimeter walls, as a house borns around its fireplace and is protected by its fance. If the dimension of the house must exclusively serve the purpose of living, so in the Kunsthaus, there is a translation of the living’s subjects, which splits its nature and migrates into the museum house, where the subject is what is exhibited, that is, the art that lives in the dimension of showing itself. Living finds then a new home in the exhibition, both in the plant of the building and in the intention of the spaces. The use of concrete walls, combined with an internal skeleton composed of beams and pillars, expresses the collaboration between compositional and structural decisions, such as the relationship between internal distribution and the positioning of the systems, or the collaboration within the technological system of the facades and the architectural character of the elevations. The combination of these and other aspects motivates the complexity of the project and resolves the interpretation of some design choices. Each element tries to establish a dialogue with the components of the building in order to show the strong link between principle and conclusion, between problem and solution, between project and realization.
OLIARO, PAOLO
RE CECCONI, FULVIO
GALLO STAMPINO, PAOLA
MPAMPATSIKOS, VASSILIS
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
21-dic-2021
2020/2021
La progettazione di un edificio museale nel Kulturforum di Berlino rappresenta molteplici temi, declinabili in rapporti sia tra i principi compositivi che lo generano, sia tra le discipline tecniche che collaborano alla realizzazione del progetto. Il contesto di questo quartiere di Berlino permette di intervenire utilizzando diversi approcci: le centralità del Tiergarten e di Postdamerplatz, ma soprattutto quelle della Philarmonie di Hans Scharoun e della Neue Nationalgalerie di Mies Van Der Rohe, generano tensioni per mezzo delle quali è necessario prendere una decisione riguardo la strategia insediativa. Il progetto si inserisce nel Kulturforum dando origine ad una nuova centralità all’interno di un contesto complesso in cui già convivono realtà architettoniche molto diverse. Alti setti di pietra accolgono due volumi che nella loro intersezione generano un’aula. Attorno a quest’aula si sviluppa la Kunsthaus, la casa dell’arte, dove gli elementi dell’architettura stabiliscono tra di loro dei rapporti che richiamano i principi dello spazio domestico. La distribuzione, infatti, si sviluppa attorno alla sala centrale e i volumi sono cinti dai setti perimetrali: come una casa nasce attorno al suo focolare ed è protetta dal suo recinto. Se la dimensione della casa deve esclusivamente servire all’ “abitare”, così nella Kunsthaus, avviene una traslazione del soggetto dell’abitare, che scinde la sua natura e migra nella casa museale, dove il soggetto è cio che si espone, ovvero l’arte che vive nella dimensione del mostrarsi. L’abitare trova allora una nuova casa nell’ esposizione, sia nell’ impianto dell’edificio sia nell’ intenzione degli spazi. L’ impiego di setti, abbinati a uno scheletro interno composto da travi e pilastri, esprime la collaborazione tra le decisioni di natura compositiva con quelle strutturali, come il rapporto tra distribuzione interna e il posizionamento degli impianti, o il rapporto tra sistema tecnologico delle facciate e carattere architettonico dei prospetti. L’insieme di questi ed altri aspetti motiva la complessità del progetto e risolve l’interpretazione di alcune scelte progettuali. Ogni elemento tenta di stabilire un dialogo con le componenti dell’edificio al fine di mostrare il forte legame tra principio e conclusione, tra problema e soluzione, tra progetto e realizzazione.
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