Questo lavoro indaga le regole di composizione architettonica della facciata con l’obiettivo di definire il percorso metodologico in grado dare forma allo spazio pubblico. Attraverso l’analisi di casi studio nei quali sia possibile desumere i modi in cui l’architettura costruita si relazioni con la realtà, la tesi si propone di ricercare, e rendere esplicite, le matrici e le regole compositive che essa trae dal contesto, quindi verificare l’esistenza di un minimo comune denominatore che possa ridare all’architettura quella capacità di costruire la città che sembra aver perso. L’uomo, da sempre, attraverso l’architettura, costruisce la città, definendone spazi pubblici e privati. All’interno di questo processo di definizione spaziale la facciata riveste un ruolo fondamentale. Essa costituisce l’elemento in grado di rapportarsi sia con lo spazio interno, privato, sia con lo spazio esterno, pubblico. Grazie a questo ruolo di intermediazione spaziale, la facciata è il mezzo che rende leggibili le relazioni che un progetto instaura con il contesto nel quale s’inserisce, attraverso un’indagine in grado di porre l’accento sulle regole spaziali e compositive che la realtà urbana deriva al progetto in esame. All’interno di una stessa città, sono compresenti brani di tessuto urbano diversi: a corti-na edilizia continua, tipica della città ottocentesca, oppure a blocco aperto. Questa arbi-trarietà di realtà urbane mi ha portato alla decisione di indagare le relazioni che alcuni progetti hanno instaurato con lo spazio pubblico, al fine di cogliere regole di composi-zione da sottoporre a verifica all’interno di un progetto nel centro della città di Brescia. Al fine di individuare le architetture da analizzare, ho deciso di limitare l’ambito d’indagine ai progetti di edilizia residenziale realizzati tra la fine degli anni quaranta e la fine degli anni cinquanta, inserite all’interno di porzioni di città costruite secondo diver-se modalità, in differenti periodi storici.
La facciata nel progetto dello spazio urbano
QUECCHIA, DANIELE
2010/2011
Abstract
Questo lavoro indaga le regole di composizione architettonica della facciata con l’obiettivo di definire il percorso metodologico in grado dare forma allo spazio pubblico. Attraverso l’analisi di casi studio nei quali sia possibile desumere i modi in cui l’architettura costruita si relazioni con la realtà, la tesi si propone di ricercare, e rendere esplicite, le matrici e le regole compositive che essa trae dal contesto, quindi verificare l’esistenza di un minimo comune denominatore che possa ridare all’architettura quella capacità di costruire la città che sembra aver perso. L’uomo, da sempre, attraverso l’architettura, costruisce la città, definendone spazi pubblici e privati. All’interno di questo processo di definizione spaziale la facciata riveste un ruolo fondamentale. Essa costituisce l’elemento in grado di rapportarsi sia con lo spazio interno, privato, sia con lo spazio esterno, pubblico. Grazie a questo ruolo di intermediazione spaziale, la facciata è il mezzo che rende leggibili le relazioni che un progetto instaura con il contesto nel quale s’inserisce, attraverso un’indagine in grado di porre l’accento sulle regole spaziali e compositive che la realtà urbana deriva al progetto in esame. All’interno di una stessa città, sono compresenti brani di tessuto urbano diversi: a corti-na edilizia continua, tipica della città ottocentesca, oppure a blocco aperto. Questa arbi-trarietà di realtà urbane mi ha portato alla decisione di indagare le relazioni che alcuni progetti hanno instaurato con lo spazio pubblico, al fine di cogliere regole di composi-zione da sottoporre a verifica all’interno di un progetto nel centro della città di Brescia. Al fine di individuare le architetture da analizzare, ho deciso di limitare l’ambito d’indagine ai progetti di edilizia residenziale realizzati tra la fine degli anni quaranta e la fine degli anni cinquanta, inserite all’interno di porzioni di città costruite secondo diver-se modalità, in differenti periodi storici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/35581