Connect to reveal. Proposal from making a 15th century cloister into an inclusive and participative space

Società Umanitaria, a non-lucrative association, currently face a recognizability problem in its headquarters located in Milan city center. Indeed, it is inside a 15th century cloister, behind a church rarely opened. These matters make the cultural center too private. Its visibility in the urban context is too low and it’s not well connected for potential users, visitors. The research aims to discover how to make Società Umanitaria more evident from the outside, to use the potential of its buildings and to correct its weaknesses. To design a more inclusive and participative space, a deep study on San Barnaba convent history is presented to reconnect the place to its roots. Architectural changes are proposed to invert the visibility state of Società Umanitaria by creating a pavilion and defining new entrances and openings. Finally, a different function organization inside the cloisters is suggested to provide more accurate spaces for the neighborhood needs. The results indicate that the visual and physical connections make Società Umanitaria more attractive, visible and connected to its time and surroundings. The redesign of the institution headquarters point denote that a 15th century closed complex can be an inclusive building from the 21st century.

Società Umanitaria, associazione non lucrativa, ha attualmente un problema di riconoscibilità nella sua sede situata nel centro di Milano. Si trova infatti all'interno di un chiostro quattrocentesco, alle spalle di una chiesa raramente frequentata. Queste cose rendono il centro culturale inutilizzato. La sua visibilità nel contesto urbano è bassa e non è ben posizionato per potenziali utenti e visitatori. Questo lavoro di ricerca è finalizzato ad esplorare nuove modalità che valorizzino la Società Umanitaria, e le potenzialità dei suoi edifici sia dall’esterno che all’interno. Al fine di progettare uno spazio più inclusivo, viene presentato uno studio approfondito sulla storia del convento di San Barnaba con lo scopo di riconnettere il luogo alle sue radici. Si propongono modifiche architettoniche volte ad invertire lo stato di visibilità della Società Umanitaria tramite la creazione di un padiglione e definendo nuovi ingressi e aperture. Infine, si suggerisce una diversa organizzazione delle funzioni all'interno dei chiostri per fornire spazi più accurati alle esigenze del quartiere. I risultati indicano che le connessioni visive e fisiche rendono la Società Umanitaria più attraente, visibile e connessa al suo tempo e all'ambiente circostante. La riprogettazione dimostra come una costruzione del XV secolo possa essere trasformata in un edificio che risponda alle necessità d’uso ed architettoniche del XXI secolo.