Il progetto prende spunto da un esperimento di museografia virtuale realizzato da TATE e progettato dallo studio di design ISO nel 2012. In questo museo ipotetico e digitale le opere protagoniste erano accumunate dal fatto di non esistere più, o per esser più precisi essere state perdute per diverse cause durante la loro storia. L’aspetto più interessante e suggestivo dell’esibizione è proprio il rapporto culturale ed evocativo che la maggior parte di noi ha con moltissime delle opere proposte, come ad esempio il Monumento per la Terza Internazionale di Tatlin, o la provocatoria Fountain di Douchamp, o ancora i tre dipinti che componevano lo University Ceiling Painting di Kilmt. Sebbene il lavoro di curatela, ricerca e organizzazione di documenti di ogni genere svolto da TATE sia stato certamente esemplare e meritevole di premi e riconoscimenti, la mancanza del rapporto fisico e dimensionale con le stesse opere lascia un vuoto narrativo colmabile solamente con la realizzazione di un museo reale, che si avvalga di diverse modalità espositive, virtuali o meno. Ora che anche il progetto online Gallery of Lost Art è stato cancellato, come scrivono loro stessi su quel che rimane della piattaforma virtuale, la necessità di rendere meno effimero e più duraturo questo esperimento si fa ancor più grande, supportata anche dal grande consenso di pubblico registrato (oltre 3 milioni di contatti online, visitate da 153 nazioni e più di 6700 città di tutto il mondo), sarebbe l'occasione per confrontarsi con un nuovo tema progettuale e sociale: esporre e ricordare la vastità di opere d'arte realizzate, andate perdute o che verranno smarrite nel futuro. È evidente ed innegabile che questo processo di perdita e cancellazione, dalla memoria e dalla realtà, ha compiuto nel corso della storia un'opera di decimazione tale da lasciare intatta solo la punta dell'iceberg di ciò che gli artisti di ogni epoca realizzarono, se poi, prendendo spunto dalla celebre mostra d'arte Invisible: Art About Unseen (realizzata anch'essa nel 2012), dovessimo anche riflettere sull'altrettanto enorme quantità di opere che non raggiungeranno mai il pubblico allora lo scopo di questa materializzazione di un esperimento virtuale prende ancor più significato ed importanza, un tributo alla storia dell'arte nei suoi tratti più fragili, effimeri e temporali, la parte più umana dell'arte che non si concede il lusso dell'eternità. Questo quindi non sarà solo un museo atto a celebrare e ricordare alcune significative opere artistiche andate perdute, ma più in generale sarà incentrato sulla perdita culturale, l'opera di rimozione, anche storica, operata del tempo e dagli eventi e gli effetti sociali che questo fenomeno ha creato e creerà nel futuro. Il progresso tecnologico e i nuovi modi di relazionarsi con il mondo dell'arte non garantiscono di per sé una soluzione a questo deterioramento temporale, quindi anche tutto ciò che viene realizzato oggi un giorno verrà filtrato e selezionato attraverso questo processo, tramandando un lascito "sintetico" della storia e questo museo, pur non conservando ovviamente l'intera produzione artistica mondiale, aiuterà a colmare alcune lacune e a spiegare i processi storico-culturali che hanno portato alla sopravvivenza di una determinata opera rispetto ad un'altra.

Gallery of lost art : un museo per opere che non esistono più

DONISELLI, ALESSANDRO
2013/2014

Abstract

Il progetto prende spunto da un esperimento di museografia virtuale realizzato da TATE e progettato dallo studio di design ISO nel 2012. In questo museo ipotetico e digitale le opere protagoniste erano accumunate dal fatto di non esistere più, o per esser più precisi essere state perdute per diverse cause durante la loro storia. L’aspetto più interessante e suggestivo dell’esibizione è proprio il rapporto culturale ed evocativo che la maggior parte di noi ha con moltissime delle opere proposte, come ad esempio il Monumento per la Terza Internazionale di Tatlin, o la provocatoria Fountain di Douchamp, o ancora i tre dipinti che componevano lo University Ceiling Painting di Kilmt. Sebbene il lavoro di curatela, ricerca e organizzazione di documenti di ogni genere svolto da TATE sia stato certamente esemplare e meritevole di premi e riconoscimenti, la mancanza del rapporto fisico e dimensionale con le stesse opere lascia un vuoto narrativo colmabile solamente con la realizzazione di un museo reale, che si avvalga di diverse modalità espositive, virtuali o meno. Ora che anche il progetto online Gallery of Lost Art è stato cancellato, come scrivono loro stessi su quel che rimane della piattaforma virtuale, la necessità di rendere meno effimero e più duraturo questo esperimento si fa ancor più grande, supportata anche dal grande consenso di pubblico registrato (oltre 3 milioni di contatti online, visitate da 153 nazioni e più di 6700 città di tutto il mondo), sarebbe l'occasione per confrontarsi con un nuovo tema progettuale e sociale: esporre e ricordare la vastità di opere d'arte realizzate, andate perdute o che verranno smarrite nel futuro. È evidente ed innegabile che questo processo di perdita e cancellazione, dalla memoria e dalla realtà, ha compiuto nel corso della storia un'opera di decimazione tale da lasciare intatta solo la punta dell'iceberg di ciò che gli artisti di ogni epoca realizzarono, se poi, prendendo spunto dalla celebre mostra d'arte Invisible: Art About Unseen (realizzata anch'essa nel 2012), dovessimo anche riflettere sull'altrettanto enorme quantità di opere che non raggiungeranno mai il pubblico allora lo scopo di questa materializzazione di un esperimento virtuale prende ancor più significato ed importanza, un tributo alla storia dell'arte nei suoi tratti più fragili, effimeri e temporali, la parte più umana dell'arte che non si concede il lusso dell'eternità. Questo quindi non sarà solo un museo atto a celebrare e ricordare alcune significative opere artistiche andate perdute, ma più in generale sarà incentrato sulla perdita culturale, l'opera di rimozione, anche storica, operata del tempo e dagli eventi e gli effetti sociali che questo fenomeno ha creato e creerà nel futuro. Il progresso tecnologico e i nuovi modi di relazionarsi con il mondo dell'arte non garantiscono di per sé una soluzione a questo deterioramento temporale, quindi anche tutto ciò che viene realizzato oggi un giorno verrà filtrato e selezionato attraverso questo processo, tramandando un lascito "sintetico" della storia e questo museo, pur non conservando ovviamente l'intera produzione artistica mondiale, aiuterà a colmare alcune lacune e a spiegare i processi storico-culturali che hanno portato alla sopravvivenza di una determinata opera rispetto ad un'altra.
FILIOS, CHIARA
ARC I - Scuola di Architettura e Società
18-dic-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/102793