The Mediterranean Sea has always been the scene of famous myths and legends, an open book on which countless stories of travels, crossings, and encounters between different peoples have been written. In this great theater, however, conflicts have never been lacking; the arms race and border control have always been the subject of tales of extraordinary battles. Where it was necessary to defend against external attacks, the coasts of the Mediterranean began to be populated with fortresses, towers, bastions and military architectural works, introducing the phenomenon of fortification, not only coastal but also in the islands, better known as fortified islands. Also affected, like many of the places accused of defense, by rapid processes of abandonment and demilitarization following the end of the world wars, the fortified islands show a great wound, still visible today, of degradation and neglect following the practices of dismission. The research objective, after an initial phase of mapping the selected case studies, was to motivate an action of recovery and reactivation of these fragile realities starting from what was already present in the area. The thesis deals with, by way of example, the case of the Palmaria island, through the creation of an interpretative masterplan of the state of facts and two distinct specific projects, to demonstrate how starting from the abandonment of the former defensive architectural fabric it is possible to give new life to a context apparently irreversibly compromised. Re-functionalizing the military public heritage represents a responsible response to a problem that extends to the islands of the Mediterranean Sea and to the mainland of many countries of the world. The chosen case represents a proposal for the regeneration of the architectural fabric that aims not so much to promote policies of further waist of soil and resources, but rather wants to recover a territorial and historical heritage by giving it the right opportunity for future use.

Il mar Mediterraneo è sempre stato teatro di famosi miti e leggende, un libro aperto su cui si sono scritte innumerevoli storie di viaggi, attraversamenti, e incontri tra popoli diversi. In questo grande teatro, tuttavia, non sono mai mancati i conflitti; la corsa alle armi e al controllo dei confini, sono sempre stati oggetto di racconti su straordinarie battaglie. Laddove fosse necessario difendersi dagli attacchi esterni, le coste del Mediterraneo iniziavano a popolarsi di fortezze, torri, bastioni e opere architettoniche militari, introducendo il fenomeno della fortificazione, non solo costiera ma anche nelle isole, meglio conosciute come Isole fortificate. Interessate anch’esse, come molti dei luoghi imputati alla difesa, da rapidi processi di abbandono e demilitarizzazione successivi al termine dei conflitti mondiali, le isole fortificate mostrano una grande ferita, ancora oggi visibile, di degrado e incuria susseguiti alle pratiche di dismissione. L’obiettivo di ricerca, dopo una prima fase di mappatura dei casi studio scelti, è stato motivare un’azione di recupero e riattivazione di queste fragili realtà partendo da ciò che già era presente sul territorio. La tesi affronta a titolo esemplificativo il caso dell’isola Palmaria, attraverso la redazione di un masterplan interpretativo dello stato di fatto e due distinti affondi progettuali, per dimostrare come partendo dall’abbandono del tessuto architettonico ex difensivo si possa dare nuova vita ad un contesto apparentemente compromesso in maniera irreversibile. Rifunzionalizzare il patrimonio pubblico militare rappresenta una risposta responsabile ad una problematica che si estende sulle isole del mar Mediterraneo e sulla terraferma di numerosi paesi del mondo. Il caso scelto rappresenta una proposta di rigenerazione del tessuto architettonico che mira non tanto a promuovere politiche di ulteriore consumo di suolo e risorse, ma desidera recuperare un patrimonio territoriale e storico dando ad esso una giusta opportunità per un futuro utilizzo.

Abbandono e demilitarizzazione. Progetto di riattivazione dell'isola fortificata di Palmaria

Gilioli, Riccardo
2020/2021

Abstract

The Mediterranean Sea has always been the scene of famous myths and legends, an open book on which countless stories of travels, crossings, and encounters between different peoples have been written. In this great theater, however, conflicts have never been lacking; the arms race and border control have always been the subject of tales of extraordinary battles. Where it was necessary to defend against external attacks, the coasts of the Mediterranean began to be populated with fortresses, towers, bastions and military architectural works, introducing the phenomenon of fortification, not only coastal but also in the islands, better known as fortified islands. Also affected, like many of the places accused of defense, by rapid processes of abandonment and demilitarization following the end of the world wars, the fortified islands show a great wound, still visible today, of degradation and neglect following the practices of dismission. The research objective, after an initial phase of mapping the selected case studies, was to motivate an action of recovery and reactivation of these fragile realities starting from what was already present in the area. The thesis deals with, by way of example, the case of the Palmaria island, through the creation of an interpretative masterplan of the state of facts and two distinct specific projects, to demonstrate how starting from the abandonment of the former defensive architectural fabric it is possible to give new life to a context apparently irreversibly compromised. Re-functionalizing the military public heritage represents a responsible response to a problem that extends to the islands of the Mediterranean Sea and to the mainland of many countries of the world. The chosen case represents a proposal for the regeneration of the architectural fabric that aims not so much to promote policies of further waist of soil and resources, but rather wants to recover a territorial and historical heritage by giving it the right opportunity for future use.
MEI, PASQUALE
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
7-ott-2021
2020/2021
Il mar Mediterraneo è sempre stato teatro di famosi miti e leggende, un libro aperto su cui si sono scritte innumerevoli storie di viaggi, attraversamenti, e incontri tra popoli diversi. In questo grande teatro, tuttavia, non sono mai mancati i conflitti; la corsa alle armi e al controllo dei confini, sono sempre stati oggetto di racconti su straordinarie battaglie. Laddove fosse necessario difendersi dagli attacchi esterni, le coste del Mediterraneo iniziavano a popolarsi di fortezze, torri, bastioni e opere architettoniche militari, introducendo il fenomeno della fortificazione, non solo costiera ma anche nelle isole, meglio conosciute come Isole fortificate. Interessate anch’esse, come molti dei luoghi imputati alla difesa, da rapidi processi di abbandono e demilitarizzazione successivi al termine dei conflitti mondiali, le isole fortificate mostrano una grande ferita, ancora oggi visibile, di degrado e incuria susseguiti alle pratiche di dismissione. L’obiettivo di ricerca, dopo una prima fase di mappatura dei casi studio scelti, è stato motivare un’azione di recupero e riattivazione di queste fragili realtà partendo da ciò che già era presente sul territorio. La tesi affronta a titolo esemplificativo il caso dell’isola Palmaria, attraverso la redazione di un masterplan interpretativo dello stato di fatto e due distinti affondi progettuali, per dimostrare come partendo dall’abbandono del tessuto architettonico ex difensivo si possa dare nuova vita ad un contesto apparentemente compromesso in maniera irreversibile. Rifunzionalizzare il patrimonio pubblico militare rappresenta una risposta responsabile ad una problematica che si estende sulle isole del mar Mediterraneo e sulla terraferma di numerosi paesi del mondo. Il caso scelto rappresenta una proposta di rigenerazione del tessuto architettonico che mira non tanto a promuovere politiche di ulteriore consumo di suolo e risorse, ma desidera recuperare un patrimonio territoriale e storico dando ad esso una giusta opportunità per un futuro utilizzo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/179178